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Riscritta la cronologia dei Rotoli del Mar Morto

Uno studio internazionale ha unito intelligenza artificiale e radiocarbonio offrendo una nuova datazione per i testi biblici scoperti nelle grotte di Qumran

Riscritta la cronologia dei Rotoli del Mar Morto
05 giugno 2025 | 09.42
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I Rotoli del Mar Morto sono più antichi di quanto finora ipotizzato e in alcuni casi la loro stesura è contemporanea all'epoca in cui sono vissuti gli autori anonimi dei testi della Bibbia. È questo quanto emerge da un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista "Plos One" al quale ha partecipato l'Università di Pisa insieme agli atenei di Groningen e di Southern Denmark nell'ambito del progetto europeo Erc "Le mani che scrissero la Bibbia". La ricerca ha combinato per la prima volta l'intelligenza artificiale con la datazione al radiocarbonio permettendo di affinare la cronologia dei manoscritti. I Rotoli del Mar Morto sono un insieme di antichi manoscritti giudaici di contenuto religioso rinvenuti nelle grotte di Qumran nel deserto della Giudea, vicino a Ein Feshkha sulla riva nord-occidentale del Mar Morto in Cisgiordania, scoperti tra il 1947 e il 1956.

I test condotti su 135 rotoli hanno rivelato che numerosi manoscritti sono in realtà molto più antichi di quanto sinora ritenuto. I manoscritti in scrittura di tipo asmoneo, tradizionalmente datati tra 150-50 a.C., risultano a volte precedenti anche alla metà del II secolo a.C. (cioè intorno al 175-150 a.C. o anche fine III secolo a.C.). Anche la scrittura erodiana è risultata più antica del previsto, indicando una coesistenza dei due stili già dalla fine del II secolo a.C., piuttosto che dalla metà I secolo a.C., come ritenuto finora.

Lo studio ha, inoltre, permesso di identificare due frammenti del Libro di Daniele e dell'Ecclesiaste - 4QDanielc e 4QQoheleta - che risalgono rispettivamente al II e al III secolo a.C., lo stesso periodo in cui si presume siano vissuti gli autori anonimi dei rispettivi testi biblici. È la prima volta che frammenti della Bibbia possono essere associati con così alta probabilità al tempo dei loro estensori, offrendo una prova tangibile per gli studiosi che si interrogano sulle origini della Bibbia e sulla trasmissione dei suoi testi.

Il team pisano, composto dalle professoresse Ilaria Degano e Maria Perla Colombini e dal dottor Jacopo La Nasa del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, ha partecipato allo studio mettendo a punto protocolli innovativi per la rimozione di contaminanti presenti nei frammenti, in particolare sostanze residue di vecchi restauri, che avrebbero potuto alterare l’accuratezza della datazione al radiocarbonio.

"Il nostro compito è stato assicurare che i materiali inviati per la datazione fossero il più possibile puliti e privi di residui che potessero alterare i risultati - spiega la professoressa Ilaria Degano - Per farlo, abbiamo sviluppato e validato un protocollo specifico che consente di rimuovere i contaminanti senza compromettere l’integrità del campione e di verificarlo analiticamente. È stata una sfida che ha richiesto grande precisione, perché abbiamo lavorato su reperti unici e fragili. Questo approccio, altamente innovativo, potrà essere impiegato in futuro anche su altri manoscritti antichi, offrendo uno standard avanzato per la preparazione di campioni destinati alla datazione radiometrica".

I dati chimico-fisici ottenuti sono stati fondamentali per allenare Enoch, un nuovo modello predittivo basato sul machine learning, capace di stimare l’età dei manoscritti a partire dalle immagini delle scritture. Realizzato all'Università di Groningen, Enoch utilizza BiNet, una rete neurale profonda progettata per analizzare le tracce d’inchiostro e la morfologia dei caratteri manoscritti. L'algoritmo, validato attraverso la datazione al radiocarbonio, ha raggiunto una precisione senza precedenti, con un margine di incertezza di circa più o meno 30 anni, inferiore a quello delle stesse tecniche radiometriche nel periodo considerato.

(di Paolo Martini)

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