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Al Mimit 51 tavoli di crisi aperti, l'estate porta soluzione per Marelli, Blutec e Wärtsilä

(Afp)
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14 agosto 2024 | 12.57
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Con l'ultima firma, in ordine di tempo, dell'accordo quadro per l'ex Blutec, sono ora 31 i tavoli di crisi attivi presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, aperti e gestiti dalla Struttura per le crisi di impresa, cui si aggiungono 20 tavoli attualmente in monitoraggio, in cui rientrano anche aziende che non sono in crisi ma che fanno parte di settori in crisi, e in questo caso tre si sono risolti nelle ultime settimane: Whirlpool, Warstila e lo stabilimento Marelli di Crevalcore. Un totale di 51 crisi di imprese.

Ultime settimane 'calde' al Mimit per quanto riguarda i tavoli di crisi. Dalla moda all'automotive, dalla telecomunicazioni agli elettrodomestici, prima della pausa di agosto il ministro Adolfo Urso ha incontrato sindacati, associazioni di categoria, aziende: al centro dei confronti a Palazzo Piacentini sono stati, tra gli altri, La Perla, Abramo Customer Care, Fondazione Santa Lucia. "Casi di crisi industriale che stiamo avviando soluzione", dice Urso sottolineando che "in 20 mesi non c’è stata una crisi giunta in questo dicastero che non abbia avuto una soluzione industriale e la salvaguardia dei livelli occupazionali".

Con gli incontri estivi sono arrivati anche accordi importanti. Per l'ex Blutec, con la firma dell'accordo quadro del 12 agosto che mette in salvo 540 lavoratori il ministro Urso parla di "svolta storica per Sicilia". L'accordo quadro firmato tra i commissari straordinari, Inps, Pelligra, le organizzazioni sindacali e la Regione Siciliana, prevede, infatti, l’assunzione da parte di Pelligra di 350 dipendenti, ai quali sarà garantita la possibilità di accedere al piano di riqualificazione e formazione professionale utile per l’attuazione del piano industriale del nuovo investitore. Gli altri 190, rimanendo in capo all`amministrazione straordinaria, potranno beneficiare dell’isopensione a partire dal primo gennaio 2025.

L'8 agosto Marelli ha siglato al Mimit l’accordo definitivo per la cessione del ramo di azienda relativo allo stabilimento di Crevalcore all’azienda Tecnomeccanica, concludendo il percorso di reindustrializzazione volto ad individuare la miglior soluzione per il futuro dello stabilimento e dei suoi dipendenti. Con l’esito positivo dell’operazione, Tecnomeccanica riassorbirà immediatamente 152 lavoratori dello stabilimento di Crevalcore, mentre per i rimanenti 67 verrà data attuazione all’accordo stipulato lo scorso 28 marzo con le Rsa del sito di Crevalcore, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil per il piano di contenimento delle ricadute occupazionali e sociali derivanti dalla fase di passaggio alla nuova configurazione industriale e societaria. Tale piano prevede il riassorbimento di 40 dipendenti presso altri stabilimenti italiani di Marelli – con contributi economici una tantum nel caso di trasferimenti oltre i 50 km – e, nei 27 casi rimanenti, l’erogazione di strumenti di accompagnamento alla pensione o di incentivi all’esodo.

Wärtsilä. Il 29 luglio c'è stato l'Accordo di Programma che dà il via al trasferimento delle attività del sito di Bagnoli della Rosandra a Msc, società italo-svizzera leader nel settore della logistica e prima compagnia di trasporto marittimo al mondo. Con la firma, Msc si impegna formalmente - tramite la neocostituita società Innoway Trieste, che vede come soci paritetici il Gruppo Msc e Innofreight - alla riconversione dello stabilimento e alla attuazione del piano industriale nei prossimi mesi con un investimento da circa 100 milioni di euro nell'impianto. Il rilancio e la reindustrializzazione del sito prevede l'avvio della produzione di vagoni ferroviari altamente tecnologici per il trasporto merci assorbendo tutti i 261 lavoratori in esubero da Wärtsilä. Dal punto di vista produttivo, l'obiettivo è quello di arrivare a realizzare 1000 vetture l’anno entro massimo 36 mesi e occupare oltre 300 persone. La multinazionale finlandese, dal canto suo, si impegnerà comunque a garantire i livelli occupazionali nelle sedi italiane in cui operano 700 lavoratori.

Secondo gli ultimi dati della Cgil pubblicati in un report di gennaio 2024, i lavoratori coinvolti da crisi industriali per i quali sono ad oggi aperti tavoli di confronto al Mimit sono 58.026. Poi, ci sono i lavoratori a rischio di crisi a causa delle trasformazioni in atto, altri 120.026 secondo l'analisi di Corso d'Italia: 70.000 nell’automotive, 25.459 nella siderurgia, 8.000 nel settore della produzione dell’energia (centrali a carbone e cicli combinati), 2.000 nel settore elettrico (mercato tutelato), 4.094 nella chimica di base, 3.473 nel petrolchimico e nella raffinazione, 8.500 nel settore delle telecomunicazioni. Numeri a cui vanno aggiunte le decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi che hanno tavoli aperti a livello regionale, per i quali non esiste una mappatura nazionale, e 5.141 lavoratori di aziende che, nonostante ne abbiano fatto richiesta, non hanno un tavolo al Ministero.

Tavoli di crisi attivi: Abramo, Acciaierie d'Italia (ex Am Investco, ex Ilva), Almaviva, Beko (ex Whirlpool Emea), Bellco, Cmc di Ravenna, Dema, Eurallumina, Fbm Hudson Italiana, Fiducia nel Futuro della Fabbrica a Firenze (ex Gkn di Firenze), Fimer, Fondazione Santa Lucia, Industria Italiana Autobus , Jabil Circuit, Jsw Steel Italy Piombino (ex Lucchini), La Perla, Lear Corporation Italia (sito di Grugliasco), Liberty Magona, Natuzzi, Piaggio Aero Industries, Portovesme, Psc, Riello, Sanac, Saxa, Siae Microelettronica, Sideralloys Italia (ex Alcoa), Sofinter, Softlab Tech, Speedline, Tecnologie Diesel (Bosch Bari).

Tavoli in monitoraggio: Acc Italia (sito di Termoli), Alitalia, Baomarc Automotive Solutions, Brioni, Ceramica Dolomite, Conbipel, Denso Manufacturing Italia, Electrolux, Ferrarini - Vismara, Flextronics, Fibre Ottiche Sud, G&W, Isab (Lukoil), Italia Green Factory (ex sito Whirlpool di Napoli), Italia Wambao-Acc, Italtel, LFoundry, Seri Industrial (ex sito Whirlpool di Teverola), Sicamb, Vibac, Visopak Italy (ex sito Treofan di Terni).

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