Manovra, l'idea di tassare l'oro è una buona idea? Perché sì e perché no

L'ipotesi si sta facendo strada per finanziare parte delle modifiche che i partiti vogliono apportare al testo della legge di bilancio. Può valere fino a due miliardi. Come funzionerebbe?

Manovra, l'idea di tassare l'oro è una buona idea? Perché sì e perché no
14 novembre 2025 | 13.22
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L'ultima idea per trovare risorse che possano finanziare misure da correggere o inserire nella manovra è tassare l'oro degli italiani, quello che è stato accumulato negli anni e che generalmente è fermo in una cassetta di sicurezza o dentro un armadio, per farlo 'emergere' in cambio di un sostanziale vantaggio futuro, in caso di vendita. L'operazione, che metterebbe d'accordo Lega e Forza Italia ma che il Tesoro considera ancora tutta da verificare, potrebbe assicurare, secondo i calcoli e le simulazioni fatte finora, fino a 2 miliardi di euro. E' una buona idea? Proviamo a mettere sul tavolo pro e contro.

Di cosa stiamo parlando

La proposta è quella di prevedere una tassazione al 12,5%, la stessa dei titoli di stato e quella più vantaggiosa rispetto ad altre aliquote, per dichiarare e far emergere anelli, braccialetti, orecchini e catenine, ma anche lingotti e monete da collezione, sprovvisti del documento di acquisto. Il meccanismo è semplice: in cambio dell'imposta versata allo Stato, entro il 30 giugno del 2026, si ottiene una rivalutazione dei beni che sono stati acquistati o ereditati. Perché può esserci un vantaggio? Perché quando chi avrà scelto di dichiarare il proprio bene, pagando adesso il 12,5%, lo rivenderà, invece di pagare il 26% sull'intero valore, pagherà il 26% solo sulla plusvalenza, ovvero sulla differenza tra il prezzo di vendita e il valore dato all'oggetto al momento della dichiarazione.

Quale può essere il vantaggio per lo Stato, le risorse che si liberano

Come si arriva a stimare due miliardi di possibile introito per l'erario? Secondo le stime prese in considerazione, l'oro privato in Italia potrebbe ammontare a circa 4.500/5.000 tonnellate, con un controvalore indicativo di 499/550 miliardi. Ipotizzando un'adesione del 10%, la misura darebbe un gettito stimato tra 1,67 e 2,08 miliardi.

Perché può essere una buona idea

Sarebbe un'operazione di trasparenza, che rientrerebbe a pieno titolo in una strategia complessiva di emersione del 'nero' o, comunque, dei beni che quasi sempre sfuggono alla tassazione. Potrebbe consentire a molti italiani di dare un valore a oggetti che spesso sono destinati a passare di mano come eredità o a finire 'deprezzati' nelle contrattazioni con i compro oro. Sarebbe il modo per trovare coperture che consentirebbero di finanziare misure utili alla politica economica.

Quali sono i rischi che vanno considerati

Ci sono però anche una serie di rischi, che possono diventare controindicazioni. Primo, potrebbe essere un modo per agevolare chi vuole ripulire merce rubata o di dubbia provenienza. Secondo, non è detto che la quota di persone che accettano lo scambio tra una tassa da pagare subito e un beneficio futuro, sempre fiscale, possa essere alla fine quella attesa. Questo anche perché non è così facile vendere oro al suo valore reale. Terzo, potrebbe essere percepita come un'operazione per fare cassa e accolta come una nuova tassa imposta su beni 'privati' e considerati in molti casi un rifugio 'affettivo' cui ricorrere solo in casi estremi. (Di Fabio Insenga)

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