
"E' necessario che queste operazioni vengano in qualche modo governate da chi deve legiferare"
La banca sta diventando un algoritmo, ad essere penalizzate piccole e medie imprese: ma anche famiglie e soggetti deboli. In un'intervista all'Adnkronos Paolo Ferrè, componente di giunta e consiglio Confcommercio Nazionale, responsabile politiche del credito, mette in chiaro: "Occorre vigilare sulle operazioni di aggregazione del risiko bancario", citando come esempio positivo l'intervento del governo con il golden power sull’operazione Unicredit–Banco Bpm. L’obiettivo? Garantire che i cambiamenti strutturali del sistema bancario non penalizzino ulteriormente le piccole realtà imprenditoriali, già oggi spesso isolate da sportelli bancari e relazioni personalizzate.
Partiamo dall'inizio: che posizione avete sul risiko bancario in corso?
"La nostra posizione è di grande preoccupazione. E' vero che ci sono delle opportunità per le banche ma da un altro punto di vista noi stiamo raggiungendo da tanti anni una contrazione del credito all'impresa, in modo particolare per quelle di micro e piccole dimensioni. Più del 95 per cento delle imprese attive sul territorio nazionale hanno meno di nove addetti, quindi stiamo parlando di un sistema dell'imprenditoria in Italia molto frammentato, molto distribuito sul territorio e fatto da piccole imprese".
Cosa rischia di accadere?
"Queste aggregazioni non faranno altro che acuire questa restrizione del credito sommato a un progressivo e costante allontanamento delle banche dai territori. Le grandi banche perseguono delle politiche industriali loro, legittime, ma che stanno impoverendo i territori.
A cosa si riferisce?
"E' salito esponenzialmente il numero dei paesi, dei Comuni che non hanno nemmeno uno sportello bancario, quindi c'è un allontanamento dai territori che vuol dire comunque meno possibilità per l'impresa di poter operare col canale bancario che rimane il canale preferenziale, il canale più strategico e più divulgato in Italia. Le cito alcuni dati: tra il 2010 e il 2023 il numero dei Comuni con almeno uno sportello bancario si è ridotto da 5.906 a 4.651 (su un totale di 7.896 comuni) e il numero dei dipendenti bancari da 326.367 a 262.249. Oggi circa 283 mila imprese hanno sede in Comuni privi di sportelli e circa 420 mila imprese e si sono insediate in Comuni nei quali è presente un solo sportello bancario, il che certo non giova alla concorrenza. Con la diminuzione degli sportelli si crea un danno sociale per famiglie e categorie più deboli".
Problema che rischia di aggravarsi con il risiko
"Assolutamente, rischia di aggravarsi ancora di più. Noi rappresentiamo anche il sistema dei confidi. I confidi sono fortemente radicati sul territorio, hanno una profonda conoscenza delle imprese ma con i grandi istituti non lavorano più, quindi è un disservizio anche nei confronti delle micro e piccole imprese che hanno più bisogno di essere accompagnate al credito".
Un convegno organizzato mesi fa parla della banca che "non è un algoritmo"
"Io dico non dovrebbe esserlo, in realtà lo è, è diventato un algoritmo rispetto al passato dove comunque la storicità dell'impresa, la storicità dell'imprenditore, la sua valenza, la conoscenza delle imprese, quelle soft information che adesso non interessano più a nessuno, avevano un valore preponderante per il rilascio di un finanziamento o comunque per l'apertura di un contatto di rapporto bancario".
Oggi che succede?
"Oggi ho i semaforini, in base agli algoritmi che escono ti viene il semaforino verde, arancione e rosso. Il verde ok, benissimo, l'arancione vuol dire che c'è qualcosa che non va, il rosso non ti danno nulla, e quindi insomma mi capisce che anche andare a studiare la storicità dell'impresa o avere una storicità propria serve relativamente a poco oggi come oggi. Gli unici che seguivano questa impresa erano rimasti le banche di territorio.
Veniamo al che fare: questa fase di aggregazione deve essere garantita attraverso la vigilanza?
"Sì, occorre vigilare. Il golden power del governo sull'operazione Unicredit-Banco Bpm è stato opportuno. E' necessario che queste operazioni vengano in qualche modo governate da chi deve legiferare". (di Andrea Persili)