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Risiko banche, Tito Boeri: "Interferenze politiche, è protagonismo dettato da volontà di potere"

"mi sembra molto preoccupante"

Risiko banche, Tito Boeri:
28 maggio 2025 | 11.33
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"Quello che mi preoccupa del risiko bancario, di quello che sta succedendo, è l'interferenza della politica. C'è troppa interferenza su queste cose". Così l'economista Tito Boeri parlando con l'Adnkronos a margine dell'evento Unicredit Longevity Economic Forum a Milano. "Questo protagonismo che mi sembra dettato unicamente da volontà di potere mi sembra molto preoccupante", sottolinea.

Il governo afferma di aver esercitato il golden power per tutelare interessi generali, come la difesa del sistema produttivo. Su questo punto, Boeri esprime perplessità: "È molto discutibile." Alla domanda se il risiko bancario possa tradursi in un miglioramento dell’accesso al credito per i giovani, l’economista risponde: "Difficile a dirsi, io mi auguro di sì, perché ci sarà un miglioramento dell'efficienza."

Boeri ribadisce poi un punto chiave: "Indubbiamente molti giovani hanno bisogno di accesso al credito. Molte domande di credito da parte dei giovani riguardano l'istruzione. Altre sono legate a piani familiari," sottolinea. E conclude: "Avere una presenza e una capacità di interazione più ampie, quindi migliorare l'efficienza del sistema è utile, perché questo va a vantaggio sia dei giovani che dello stesso sistema creditizio."

Referendum dell'8-9 giugno

Boeri ribadisce la contrarietà ai quesiti referendari dell'8-9 giugno in materia di lavoro: "Il quinto referendum è importante perché quello sulla cittadinanza è davvero un tema molto rilevante per il nostro Paese perché permetterebbe una più facile e rapida integrazione degli immigrati in Italia e quindi anche dal punto di vista dei problemi che discutiamo oggi, anche il fatto che entrino più rapidamente nel mercato del lavoro, guadagnino di più e poi siano in grado di contribuire di più anche al nostro sistema pensionistico, versando dei contributi più alti", dice. "Quello sarebbe davvero un fatto importante, un segnale di una spinta verso l'integrazione degli immigrati", afferma.

"Gli altri quattro referendum sono davvero incomprensibili e sono scritti male", dice. "E poi sono sbagliati nel disegno perché innanzitutto non capiscono che c'è stato un cambiamento profondo nel nostro mercato del lavoro", afferma. Il problema secondo Boeri è che "le imprese fanno fatica oggi a trovare lavoratori. Il problema oggi sono i salari, non il rischio di licenziamento", prosegue l'economista che chiosa: "I licenziamenti oggi sono ai minimi storici. Le imprese hanno veramente difficoltà a trovare i lavoratori e a trattenere quelli che hanno. Quindi si tratta di quesiti antistorici", dice. "Per di più sono anche mal posti perché creano delle asimmetrie per cui alla fine le piccole imprese dovrebbero pagare costi di licenziamento più alti delle grandi, che non esiste in nessuna parte del mondo", sottolinea.

Il quesito sugli infortuni sul lavoro, spiega poi, "è davvero preoccupante perché è indubbio che questa sia una piaga che dobbiamo affrontare. Ma la norma che si vorrebbe applicare "praticamente impone alle imprese committenti l'appalto di essere responsabili delle attività che l'azienda cui viene dato l'appalto concede su campi diversi da quelli per cui viene concesso l'appalto, su cui chiaramente il committente non ha alcuna conoscenza, quindi non può valutare il grado di rischio", dice. Eppure, prosegue, "viene ritenuto responsabile se qualche incidente avviene non nello svolgimento dell'attività appaltata ma in altre attività. Questo vuol dire praticamente bloccare qualsiasi appalto", prosegue. Il problema, prosegue, "è che se vogliamo davvero ridurre la piaga degli incidenti mortali sul lavoro, abbiamo bisogno di migliorare l'attività ispettiva, dando agli ispettori informazioni più precise su dove devono andare. In secondo luogo, afferma, "quello che dobbiamo fare è intervenire sul transito da casa a lavoro, perché moltissimi incidenti sul lavoro avvengono a partire dal passaggio da casa a lavoro. Quindi sicurezza stradale che è una materia del ministro Salvini". (di Andrea Persili)

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