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CONOU, il cuore verde dell’industria italiana

13 giugno 2025 | 09.45
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Roma, 10 giugno 2025. Dal recupero degli oli usati nasce un’eccellenza sostenibile: il modello consortile che ispira l’Europa e unisce oltre 100mila imprese in nome dell’ambiente

Che l’economia circolare sia un sistema efficiente in grado di ottimizzare le risorse e contenere gli sprechi nell’ottica di raggiungere un alto livello di sostenibilità ambientale al giorno d’oggi non è più un mistero ed è risaputo anche che la cultura italiana, che affonda le radici in tradizioni umili e popolari, sia particolarmente propensa al riutilizzo. Tutto ciò è riscontrabile in ogni aspetto della società e della nostra quotidianità: dal cibo all’abbigliamento, dall’immobiliare all’automobilistico, nella nostra mentalità c’è sempre qualcosa da lasciare per il giorno dopo o per le generazioni che verranno. Questa particolare propensione è fortemente riscontrabile in un settore che muove grandi quantità di denaro e coinvolge decine di migliaia di imprese su tutto il territorio nazionale: quello dell’olio lubrificante a base minerale o sintetica, un prodotto presente nella vita di tutti noi che, dato il suo largo consumo e la sua natura altamente inquinante, necessita di essere trattato da professionisti che sappiano impiegarlo o smaltirlo nella maniera corretta. Ma come fare a gestire un asset così importante e diffuso? C’è bisogno di un soggetto terzo che funga da arbitro, un regolatore, espressione dell’interesse ambientale collettivo, che gestisca l’intera filiera, dalla raccolta alla rigenerazione: c’è bisogno del CONOU, il Consorzio Nazionale Oli Usati.

“Sostanzialmente ci occupiamo di gestire un crocevia molto complesso e lo facciamo attraverso un modello, quello consortile, che produce movimenti spontanei scanditi da un insieme di regole che tiene in piedi una macchina enorme”, spiega il Presidente Riccardo Piunti, ingegnere dalla grande esperienza con alle spalle una carriera ultratrentennale all’interno del mondo Eni. “Come funziona: secondo il principio europeo della Responsabilità Estesa del Produttore, chi produce qualcosa è responsabile anche della gestione dei rifiuti generati dai propri prodotti, anche dopo che questi sono stati usati fino a fine vita. Parliamo di un’evoluzione normativa in ottica di salvaguardia ambientale. Dunque, noi ci rivolgiamo a oltre 103mila imprese, officine e industrie che hanno la necessità di smaltire in modo sostenibile i loro rifiuti, tra le quali spuntano grandi player del comparto produttivo nostrano, e raccogliamo gli oli usati senza chiedere loro nessun contributo. La raccolta è uno step cruciale che vede coinvolte 58 aziende private autorizzate, e attentamente selezionate, che garantiscono altissimi standard qualitativi e di sicurezza. I “Concessionari” raccolgono, con automezzi certificati, gli oli lubrificanti usati da officine e fabbriche per poi stoccarli nei propri depositi. Quindi, l’olio raccolto viene pre-trattato e poi consegnato alle raffinerie di rigenerazione. In questo modo riusciamo a raggiungere in modo capillare tutta la nostra rete di imprese, officine e fabbriche. Stiamo parlando di un processo di raccolta che si muove solo attraverso incentivi che indirizzano il macchinario affinché funzioni nel migliore dei modi”.

Dopo la raccolta, si passa alla rigenerazione, una fase fondamentale dell’attività del Consorzio, il passaggio grazie al quale l’olio raccolto da rifiuto pericoloso diventa risorsa. “Il processo di rigenerazione avviene nei tre impianti nazionali del consorzio e si caratterizza per il suo alto rendimento”, racconta il Presidente del CONOU. “Da 100 kg di olio usato si possono ottenere oltre 65 kg di olio base rigenerato, 22 kg di gasolio e 8 Kg di acqua restituita all’ambiente completamente depurata. Inoltre, dalla stessa quantità vengono prodotti circa 5 Kg di scarti di processo che possono subire ulteriori valorizzazioni. Parliamo di quantità che consentono un risparmio significativo nella bolletta energetica. Alla fine di tutto il processo, il guadagno è solo per le imprese: se la raccolta viene effettuata senza oneri a carico del detentore, i suoi costi sono totalmente coperti dal Consorzio. In generale, la rigenerazione degli oli usati fa guadagnare un po’ tutti e il funzionamento dell’intero sistema è così garantito da un organo di controllo che ha interesse solo nella tutela dell’ambiente”.

Ogni anno il Consorzio tratta quasi 190mila tonnellate di olio usato all’anno, rigenerandole fino al 98,5 percento. Da questo processo viene ricavato bitume, gasolio e una grande quantità di basi rigenerate nuove e pronte per essere reimmesse nel mercato. Ecco perché circa un terzo dei lubrificanti presenti in Italia proviene dal riciclo. “Il modello consortile che proponiamo è originale, unico in Europa e non prevede competitors, in quanto non ha fini di lucro”, dichiara Piunti. “Grazie a dispositivi che premiano le imprese che consegnano oli preselezionati o a bassissimo contenuto di acqua, all’utilizzo di serbatoi e autobotti strettamente dedicate, ai rigidi parametri etici che abbiamo introdotto e all’altissima qualità dei nostri impianti rigeneranti, che non hanno nulla da invidiare alle raffinerie di petrolio vergine, garantiamo un servizio che ci invidiano a livello internazionale. Oggi il CONOU è un esempio “made in Italy” molto virtuoso di come si possono connettere diverse realtà nell’ottica di perseguire un interesse comune. L’Europa guarda a noi e noi guardiamo al futuro”.

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