
Padova si conferma all’avanguardia nella transizione ecologica, tra le 100 città europee selezionate dalla Commissione Europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Il traguardo è ambizioso: installare complessivamente 300 MW di potenza fotovoltaica, di cui 100 MW sono già operativi. Con una media di 30-40 MW installati ogni anno, l’obiettivo è considerato tecnicamente e strategicamente alla portata.
Padova 20.05.2025 Padova si conferma all’avanguardia nella transizione ecologica, tra le 100 città selezionate dalla Commissione Europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Il traguardo è ambizioso: installare complessivamente 300 MW di potenza fotovoltaica, di cui 100 MW sono già operativi. Con una media di 30-40 MW installati ogni anno, l’obiettivo è considerato tecnicamente e strategicamente alla portata.
È quanto è emerso nel corso del convegno “Come Gira” tenutosi nella suggestiva cornice di Villa Ca’ Dura a Padova, la prima villa veneta a consumo energetico zero. L’evento, organizzato dalle imprese Gift e Ambico e moderato da Jonathan Morello Ritter, ha rappresentato un momento di confronto tra istituzioni, università, associazioni di categoria e imprenditori locali.
Il fotovoltaico come pilastro della transizione
«L’Europa deve avere una visione comune e investire congiuntamente nelle energie rinnovabili, in particolare nel fotovoltaico, oggi la fonte più economica e competitiva rispetto al fossile e al nucleare», ha dichiarato Ugo Rigoni, professore di Finanza sostenibile all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il suo intervento ha sottolineato il ruolo chiave degli investimenti verdi e dell’accesso al credito per le imprese che scelgono la sostenibilità come leva strategica. «Il sistema finanziario e le banche in particolare scontano il fatto che le imprese con un migliore profilo di sostenibilità presentano anche meno rischi per i finanziatori. Ciò si traduce in un costo del credito che in media è più di 10 centesimi inferiore. Nel caso dei mutui green (che riguardano edifici in classe energetica B o superiore) la differenza è ancora superiore, attorno a 30 centesimi in media».
Il modello Padova: pubblico e privato uniti per il clima
A ribadire il valore del partenariato tra pubblico e privato è stato Antonio Bressa, assessore alle attività produttive del Comune: «Padova non solo si è guadagnata un posto d’onore tra le città che definiranno le politiche europee di sostenibilità fino al 2050, ma ha anche ottenuto un significativo sostegno finanziario grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con oltre 600 milioni di euro a disposizione, Padova sta facendo passi da gigante nel finanziare progetti cruciali. È però importante sottolineare che solo una forte collaborazione tra istituzioni e imprese ci consentirà di raggiungere la neutralità climatica. In questo senso, la Comunità Energetica della Zona Industriale è un esempio concreto di questo approccio, capace di generare benefici economici, sociali e ambientali. Un’iniziativa che non solo fa avanzare l’agenda verde di Padova, ma serve anche come case study per la Commissione Europea. Il progetto di Padova mostra un esemplare equilibrio tra avanzamento tecnologico e impegno comunitario, proponendo soluzioni innovative che riducono la dipendenza dai combustibili fossili e promuovono un uso più esteso dell’energia rinnovabile».
Un entusiasmo condiviso da Alessandro Salvalaio, presidente del CdA di GIFT, che ha evidenziato il potenziale del territorio: «Se ben coordinati, possiamo realizzare i 200 MW rimanenti. Serve fare sistema tra imprese e avere il sostegno del Comune per individuare aree idonee e ridurre gli ostacoli burocratici. Padova ha una tradizione solida nel settore: nel 2010 oltre 10 mila addetti erano coinvolti nella produzione e installazione di moduli fotovoltaici».
Le prospettive per il dopo-PNRR
Nel corso della giornata è stato approfondito anche il tema del futuro post-PNRR, con particolare attenzione alle nuove opportunità offerte dai fondi europei, in particolare i POR (Programmi Operativi Regionali), fondamentali per sostenere la competitività e l’innovazione del tessuto produttivo locale. Si è discusso inoltre delle ricadute economiche legate alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, viste come occasione strategica per il turismo, l’internazionalizzazione e la valorizzazione delle imprese venete. Proprio su queste prospettive si è soffermato il Consigliere regionale Luciano Sandonà - Presidente della I Commissione, politiche istituzionali, politiche dell'Unione europea e relazioni internazionali, politiche di bilancio e di programmazione: «Sono in programma investimenti superiori al miliardo legati ai Giochi. Si tratta di un evento che non solo porterà benefici economici diretti, ma anche un miglioramento delle infrastrutture, dell’attrattività turistica e dello sviluppo sostenibile, coinvolgendo le imprese». La Lombardia da sola assorbirà oltre metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (47%). Ma anche il Veneto sarà interessato dai giochi. Infatti, le 13 opere ospitate (che compongono il 16% del totale) peseranno per il 33% sui fondi mobilitati per le infrastrutture.
La tavola rotonda ha coinvolto esponenti di Confapi, Cna, Cia e Usarci, che hanno analizzato le esigenze delle PMI: semplificazioni, accesso al credito, strumenti di garanzia, e l’integrazione della sostenibilità nei processi produttivi, anche in ambito agricolo.
Un’occasione per il territorio
Con il traguardo dei 300 MW, Padova non solo si posiziona come modello di sostenibilità, ma rilancia il proprio tessuto produttivo attraverso l’innovazione e la cooperazione. L’obiettivo è chiaro: trasformare la sfida climatica in un’opportunità economica e sociale, costruendo un ecosistema energetico fondato su fonti pulite, competitività e resilienza.
Ufficio Comunicazione
Ambico
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