Abu Mazen: "Dialogo unica via per pace, ma non abbiamo comunicazioni dirette con Israele"

L'intervista verrà pubblicata domani, nel secondo giorno della visita del presidente palestinese Mahmoud Abbas a Roma

Abu Mazen (Fotogramma/Ipa)
Abu Mazen (Fotogramma/Ipa)
06 novembre 2025 | 21.06
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"Le comunicazioni politiche dirette tra noi e il governo israeliano sono pressoché inesistenti". E' quanto ha detto il presidente palestinese Mahmoud Abbas, universalmente noto come Abu Mazen, ad Avvenire, in un'anticipazione dell'intervista che verrà pubblicata domani, nel secondo giorno della visita di Abbas a Roma. Una mancanza di dialogo che, spiega, si verifica "da anni a causa delle politiche estremiste dell’attuale esecutivo, che ha rifiutato gli impegni precedenti e ha continuato con la colonizzazione, con gli attacchi delle forze di occupazione e dei coloni contro il popolo palestinese, con il soffocamento dell’economia e il trattenimento delle entrate palestinesi, che superano i tre miliardi di dollari. A ciò si aggiungono l’indebolimento delle nostre istituzioni nazionali e la distruzione della soluzione dei due Stati".

Il dialogo come unica via di pace

Per Abbas, resta la fede nel "dialogo come l’unica via per raggiungere la pace, ma esso non può avere successo in presenza di colonie, confisca delle terre, violazione degli accordi, esproprio di proprietà e risorse. Attendiamo che Israele si impegni a rispettare il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, così da poter ricostruire la fiducia e riprendere un percorso politico serio". Quanto a Gaza, "la nostra priorità attuale è stabilizzare il cessate il fuoco nella Striscia, garantire l’ingresso degli aiuti tramite le agenzie delle Nazioni Unite per porre fine alla carestia attuale, ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi e dei prigionieri, il ritiro delle forze di occupazione israeliane, avviare la ricostruzione e fermare tutte le misure unilaterali in Cisgiordania e a Gerusalemme, comprese le colonie, il terrorismo dei coloni e le aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani, nonché liberare tutte le nostre entrate finanziarie trattenute".

Il ruolo della Santa Sede

Non manca la gratitudine alla Santa Sede e all’Italia, che con l’Unione Europea, "hanno ruoli essenziali e complementari nel sostegno a una pace giusta. Apprezziamo le posizioni umanitarie e politiche dell’Europa, il ruolo dell’amica Italia negli aiuti, nello sviluppo e nella sicurezza, e le posizioni morali della Santa Sede".

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