Ambasciatore Iran a Roma: "Pronte tutte le opzioni se vengono ripristinate le sanzioni"

Sabouri critica attivazione snapback, "Procedura illegale e provocatoria"

Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore iraniano a Roma
Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore iraniano a Roma
24 settembre 2025 | 17.29
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"C'è ancora tempo per la diplomazia", ma "l'Iran tiene comunque pronte tutte le opzioni nel caso in cui le sanzioni vengano reintrodotte" ed è "determinato a prendere le misure necessarie a garanzia della propria sicurezza e dei propri interessi nazionali". Lo afferma l'ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, mentre a New York proseguono le trattative tra i rappresentanti del governo di Teheran ed i tre Paesi europei firmatari del Jcpoa - Francia, Regno Unito e Germania - per scongiurare il ritorno delle sanzioni contro la Repubblica islamica. Il meccanismo di snapback, attivato dal gruppo E3 il 28 agosto, potrebbe ripristinare automaticamente dalla mezzanotte del 28 settembre tutte le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu che erano state rimosse all'Iran con il Jcpoa nel 2015.

"La Repubblica Islamica dell'Iran, pur ribadendo l'importanza di tutelare i propri interessi e diritti - anche attraverso la diplomazia - si riserva il diritto di rispondere in modo proporzionato a qualsiasi azione illegale", sottolinea in un commento l'ambasciatore, secondo l'azione dei tre Paesi europei presso l'Onu rappresenta "il completamento di una procedura illegale, ingiustificata e provocatoria, che indebolisce gravemente il corso della diplomazia". Per Sabouri, "la piena responsabilità delle conseguenze di tale azione ricade sugli Stati Uniti e sui tre Paesi europei".

Il diplomatico esorta quindi la comunità internazionale a "rigettare questo atto illegale e a non riconoscergli alcuna legittimità. Ciò che oggi è realmente in pericolo - scandisce - non è solo il futuro dell'accordo nucleare (Jcpoa), ma anche la credibilità e il ruolo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella salvaguardia della pace e della sicurezza internazionale" nonché "il regime di non proliferazione".

Sabouri ricorda quindi che lo scorso 9 settembre Teheran ha raggiunto un nuovo accordo con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) "per superare le sfide derivanti dagli attacchi illegali contro le sue installazioni nucleari e proseguire sulla via della trasparenza e della cooperazione". "Ma questo gesto costruttivo, pur avendo ricevuto un'accoglienza positiva a livello internazionale, è stato ignorato dagli Stati Uniti e dai tre Paesi europei", precisa l'ambasciatore, secondo cui "sembra che dopo l'accordo tra l'Iran e l'Aiea, i tre Paesi europei, seguendo istruzioni ricevute da Washington, abbiano comunque ignorato questo percorso".

L'ambasciatore, ribadendo che dialogo e interazione sono i "migliori strumenti" per risolvere le controversie e rafforzare la cooperazione al fine di raggiungere la pace, evidenzia che "il programma nucleare pacifico dell'Iran non si discosterà mai dal suo percorso legale, nonostante tutte le pressioni", rimarcando che l'Iran "non ha mai abbandonato il tavolo dei negoziati". In questo contesto, nel giugno 2025, mentre l'Iran stava negoziando con gli Stati Uniti e le controparti europee per raggiungere un accordo nucleare "basato su rispetto e interessi reciproci, ha subito l'attacco illegale di Israele - che possiede armi nucleari e non è membro del Trattato di Non Proliferazione (Tnp) - con la complicità degli Stati Uniti", denuncia.

"La resistenza dell'Iran, nel quadro della legittima difesa, ha portato dopo 12 giorni di aggressione alla richiesta di cessate il fuoco da parte degli aggressori, a cui l'Iran ha risposto fermando i propri attacchi. Questa guerra ha dimostrato che il programma nucleare pacifico dell'Iran non può essere distrutto con bombardamenti, non può essere fermato con sanzioni, né può essere deviato attraverso vie illegali - conclude - È sorprendente che i tre Paesi europei, dopo i 12 giorni di aggressione del regime israeliano, invece di condannare l'aggressore, abbiano avviato in modo ostile, ricattatorio e privo di basi giuridiche lo snapback".

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