Flotilla, Greta Thunberg espulsa da Israele e arrivata ad Atene: "Abusi e maltrattamenti a noi attivisti"

Insieme a lei altri 160 attivisti sono atterrati in Grecia, tra cui 15 italiani. Esposti all'attenzione di pm Roma: attivisti saranno sentiti

Greta Thunberg (Afp)
Greta Thunberg (Afp)
06 ottobre 2025 | 09.38
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"Potrei parlare a lungo dei nostri maltrattamenti e degli abusi in prigione, ma credetemi, questa non la notizia". É quanto ha detto Greta Thunberg al suo arrivo all'aeroporto di Atene insieme agli altri 160 attivisti, tra i quali 15 italiani, della Global Sumud Flotilla rilasciati oggi da Israele. "Quello che succede qui è che Israele, mentre continuano a peggiorare e aumentare il loro genocidio e distruzione di massa, ha violato di nuovo il diritto internazionale impedendo che aiuti umanitari arrivassero a Gaza mentre si fanno morire di fame le persone", ha aggiunto l'attivista svedese.

Il ministero degli Esteri greco ha precisato che a bordo dell'aereo viaggiavano "27 cittadini greci" e altri "134 da 15 Paesi europei", tra i quali 15 cittadini italiani e l'attivista svedese Greta Thunberg. Secondo quanto reso noto dal ministero degli Esteri israeliano rimangono ancora detenuti in Israele 138 dei 470 attivisti della Global Sumud Flotilla, fermati durante l'abbordaggio delle 43 imbarcazioni della Flotilla tra mercoledì sera e giovedì mattina della scorsa settimana.

Il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato su X che i 15 italiani rilasciati, giunti in Grecia, riceveranno assistenza per un successivo trasferimento in Italia. ''Voglio ringraziare sinceramente tutto il personale del Ministero degli Esteri, i diplomatici in Israele e nelle altre sedi interessate per il capillare lavoro di assistenza compiuto in questi giorni'', ha aggiunto.

Thunberg: "Per Gaza dai nostri governi neanche il minimo indispensabile"

"C'è un genocidio in corso davanti i nostri occhi, un genocidio trasmesso in streaming in tutti i nostri telefoni" ha detto Greta Thunberg parlando ai giornalisti appena arrivata all'aeroporto di Atene. "Nessuno ha il privilegio di dire che non sapeva quello che stava accadendo, nessuno in futuro potrà dire che non sapevamo: in base alla legge internazionale, gli Stati hanno l'obbligo legale di impedire e fermare un genocidio'.

"Questo significa mettere fine alla complicità - ha continuato l'attivista svedese - applicare una vera pressione e mettere fine ai trasferimenti di armi. Noi non stiamo vedendo questo, non siamo vedendo neanche il minimo indispensabile da parte dei nostri governi'. Per questo, ha concluso, la Flotilla "ha agito quando i nostri governi non lo hanno fatto".

Eurodeputata Rima Hassan: "Picchiata dalla polizia israeliana"

L'eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, espulsa insieme ad altri 160 attivisti da Israele dopo l'arresto per aver partecipato alla flottiglia per Gaza, ha dichiarato ad Atene di essere stata "picchiata" dalla polizia israeliana. "Sono stata picchiata mentre salivo sul furgone da due poliziotti israeliani", ha dichiarato la deputata de La France Insoumise all'Afp dall'aeroporto internazionale di Atene. "Abbiamo molto da denunciare", ha aggiunto, sottolineando "il trattamento che abbiamo ricevuto da parte del regime israeliano". "Alcuni di noi sono stati picchiati". Non ha fornito ulteriori dettagli, affermando solo che "a volte eravamo in 13-15 per cella, nemmeno sui letti, ma su materassi sul pavimento" nella "prigione di massima sicurezza israeliana del Negev". "Ci mancava davvero tutto".

Presentati due diffide e un esposto

La missione della delegazione italiana è stata seguita, fin dal principio, da un gruppo di legali, il cui intento è stato quello di "tutelare i diritti degli attivisti", spiega all'Adnkronos l'avvocato Francesca Cancellaro, del team legale della Sumud Flotilla, ricordando che i legali hanno "fatto due diffide e presentato un esposto. La prima diffida risale al 24 settembre, data in cui si richiedeva al Governo l'attivazione immediata delle comunicazioni diplomatiche, della protezione consolare e di ogni misura atta a tutelare i diritti dei partecipanti alla missione. Il 3 ottobre - continua l'avvocato - abbiamo presentato questo esposto presso la Procura di Roma volto a ottenere che la magistratura italiana assicuri l’attivazione dei procedimenti penali nei confronti dei responsabili dei ripetuti attacchi alla missione, a tutela dei diritti dei cittadini sequestrati e in difesa del principio di legalità internazionale". Cancellaro sottolinea che l'esposto presentato "tiene conto di qualsiasi violazione, dagli attacchi con i droni durante la navigazione fino ad arrivare al sequestro degli attivisti in acque internazionali che, poi, si è protratto".

"L'ultima diffida è stata presentata ieri all'autorità diplomatica e consolare italiana ed europea per l’accertamento delle condizioni di detenzione delle persone illegalmente trattenute, l’adozione di ogni misura a tutela dei diritti e l’immediata interruzione di ogni relazione bilaterale con lo stato di Israele", dice Cancellaro. Il lavoro del team legale è "appena cominciato. Ci riserveremo ulteriori iniziative, anche perché d'ora in poi ci saranno nuovi scenari giuridici che dovranno tenere conto delle testimonianze e dei riscontri dei protagonisti", spiega l'avvocato. Cancellaro sottolinea che il team legale italiano ha "un collegamento diretto con gli avvocati che hanno assistito gli attivisti fin dalle prime ore, le più drammatiche, del sequestro". Quanto alle prossime mosse dei legali, Cancellaro risponde che il "panorama verrà arricchito in questi giorni. Dopo avere parlato con tutti i partecipanti faremo delle valutazioni. Che ci siano state delle violazioni del diritto è sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo dare una ricostruzione che sia giuridicamente fondata", conclude.

Gli esposti presentati dagli attivisti e parlamentari italiani sono all’attenzione della procura di Roma. Non è escluso, a quanto si apprende, che i pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, una volta valutati gli atti presentati, anche per quanto riguarda la competenza, possano sentire come persone informate sui fatti i partecipanti alla missione.

Attivisti svizzeri: "In Israele condizioni detenzione disumane"

Continuano intanto le denunce per le condizioni degli attivisti durante la loro detenzione in Israele. I 9 membri della flottiglia che sono tornati a casa in Svizzera ieri hanno affermato di essere stati sottoposti a condizioni disumane, ha affermato il gruppo che li rappresenta. Israele non ha commentato immediatamente le nuove accuse. Il suo ministero degli Esteri aveva precedentemente definito "complete bugie" le notizie secondo cui i detenuti sarebbero stati maltrattati. Diciannove cittadini svizzeri, tra cui l'ex sindaco di Ginevra Remy Pagani, erano a bordo di imbarcazioni della flottiglia composta da decine di imbarcazioni che cercavano di consegnare aiuti a Gaza, sotto assedio israeliano.

Secondo il gruppo della flottiglia Waves of Freedom, sono stati presi in custodia mercoledì dalle forze israeliane che hanno intercettato la flottiglia in mare e portati nella prigione israeliana di Ktzi'ot. "I partecipanti hanno condannato le condizioni di detenzione disumane e il trattamento umiliante e degradante subito al momento dell'arresto e dell'incarcerazione", si legge in una dichiarazione del gruppo.

Israele ha dichiarato ieri che i diritti legali degli attivisti sono stati "pienamente rispettati", che non è stata usata alcuna forza fisica e che a tutti i detenuti è stato concesso accesso ad acqua, cibo e servizi igienici. I detenuti hanno descritto condizioni di privazione del sonno, mancanza di acqua e cibo e alcuni sono stati picchiati, presi a calci e rinchiusi in una gabbia, si legge nella dichiarazione.

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