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Gaza, Tajani: "Reazione Israele sta assumendo forme inaccettabili"

Informativa alla Camera sulla situazione nella Striscia, la dura condanna del ministro per l'evolversi del conflitto: "Morti innocenti feriscono i nostri valori e indignano le nostre coscienze, ma no a stop dialogo con Israele"

Sfollati a Gaza tra le macerie - Afp
Sfollati a Gaza tra le macerie - Afp
28 maggio 2025 | 10.16
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Informativa urgente del governo, oggi alla Camera, sulla situazione nella Striscia di Gaza. L'aula, su richiesta del ministro degli Esteri Antonio Tajani in apertura della sua informativa a Montecitorio, ha osservato un minuto di silenzio per le vittime.

Tajani ha poi espresso una dura condanna per l'evolversi del conflitto e le sue conseguenze umanitarie. Il titolare della Farnesina ha definito "drammatiche e inaccettabili" le attuali modalità della reazione israeliana agli attacchi di Hamas.

"Questi morti innocenti feriscono i nostri valori e indignano le nostre coscienze", ha dichiarato Tajani. "La legittima reazione del Governo israeliano a un terribile e insensato atto terroristico, sta purtroppo assumendo forme assolutamente drammatiche e inaccettabili, che chiediamo a Israele di fermare immediatamente".

Il ministro ha quindi lanciato un appello urgente: "I bombardamenti devono finire, l’assistenza umanitaria deve riprendere al più presto, il rispetto del diritto internazionale umanitario deve essere ripristinato".

Nel corso dell’informativa Tajani ha poi aggiornato l’Aula sugli sforzi dell’Italia per l’evacuazione dei propri cittadini e dei loro familiari dal territorio palestinese. "Abbiamo consentito a oltre 700 persone di lasciare la Striscia, tra cittadini italiani, italo-palestinesi, detentori di permesso di soggiorno e loro familiari diretti - ha spiegato Tajani -. Proprio in queste ore stiamo portando a termine una nuova evacuazione da Gaza di 31 palestinesi, parenti di cittadini italiani o detentori di permesso di soggiorno".

Il ministro ha sottolineato il lavoro congiunto delle sedi diplomatiche italiane con la Croce Rossa, ringraziando "l’Ambasciata in Egitto, l’Unità di Crisi, il personale impegnato in Food for Gaza e tutto il personale del Ministero degli Esteri, del Ministero della Difesa e della Presidenza del Consiglio", per l’impegno "paziente, preciso e senza riserve".

Il ministro ha poi ribadito la necessità di fermare le ostilità e puntare su un negoziato inclusivo, che non può prevedere in nessun caso l'espulsione dei palestinesi da Gaza. "Il ripristino del cessate il fuoco è un passaggio indispensabile - ha dichiarato - lo abbiamo sostenuto nelle Risoluzioni presentate alle Nazioni Unite e in tutti i comunicati del G7 durante la Presidenza italiana, dalla riunione di Capri a quella di Fiuggi, e poi nell’ultima riunione dei Ministri degli Esteri del G7 in Canada a marzo, offrendo sempre il sostegno dell’Italia alla mediazione degli Stati Uniti e dei Paesi arabi".

Tajani ha quindi indicato la sicurezza palestinese come cardine del futuro assetto regionale: "Il rafforzamento delle forze di sicurezza palestinesi, oltre al completo disarmo e all’estromissione di Hamas, è un pilastro essenziale per la creazione del futuro Stato palestinese, uno Stato che può nascere solo da un autentico processo negoziale che conduca a un riconoscimento reciproco con lo Stato di Israele".

Il ministro ha respinto soluzioni-facili e percorsi simbolici: "Non servono solo slogan, serve un impegno concreto e paziente, come quello che sta portando avanti il governo e di cui sono gli stessi israeliani e palestinesi a darci merito". A suo avviso, "solo in questo modo, il riconoscimento della Palestina potrà avere un impatto reale e contribuire in modo sostanziale alla pace, evitando di ridursi a un gesto puramente simbolico".

Tajani ha quindi rilanciato la prospettiva di due Stati: "È attraverso questo percorso che si potrà giungere alla soluzione 'due popoli, due Stati', l’unica che garantisce il rispetto della dignità e dei diritti di entrambe le popolazioni". Infine, ha fissato un paletto invalicabile:"L’espulsione dei palestinesi da Gaza non è e non sarà mai un’opzione accettabile"; e ha confermato il sostegno di Roma al progetto arabo-egiziano per la ricostruzione: "Per questo sosteniamo con convinzione il Piano arabo a guida egiziana per la ripresa e la ricostruzione della Striscia, che è incompatibile con qualsiasi ipotesi di sfollamento forzato".

Tajani ha quindi delineato l’impegno dell’Italia non solo nell’ambito umanitario, ma anche nella prospettiva di una ricostruzione duratura e sostenibile del territorio palestinese. "L’impegno del governo non si limita alla pur doverosa assistenza umanitaria. Stiamo già lavorando in vista della ricostruzione di Gaza - ha affermato - Si tratta di una priorità ben chiara, perché, voglio dirlo ancora una volta, il nostro obiettivo sono due Stati".

Tajani ha posto particolare enfasi sul rafforzamento del sistema sanitario palestinese, definendolo "un settore cruciale, che abbiamo difeso e sostenuto anche alle Nazioni Unite". A tal proposito, ha ricordato i recenti voti favorevoli dell’Italia alle risoluzioni sulla Palestina presentate all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il ministro ha evidenziato che la cooperazione italiana nei Territori Palestinesi "è attiva a 360 gradi con numerosi progetti, per un valore complessivo ad oggi di circa 110 milioni di euro", fondati su due principi fondamentali: "alleviare le sofferenze della popolazione palestinese" e "massima attenzione a che nemmeno un euro finisca nelle tasche dei terroristi!"

"Il nostro sostegno al popolo palestinese – lo ripeto – è concreto e fattivo", ha insistito Tajani, aggiungendo che "si tratta di un impegno che ci viene costantemente riconosciuto dai nostri partner, a partire dal Primo Ministro Mohammed Mustafa, con cui sono in costante contatto".

A conferma del rapporto di fiducia con l’Italia, il ministro ha ricordato che pochi giorni fa Mustafa, incontrando una delegazione parlamentare italiana guidata dalla senatrice Stefania Craxi, "ha pubblicamente ribadito il grande apprezzamento delle autorità palestinesi per il nostro continuo sostegno umanitario alla popolazione di Gaza e per la nostra disponibilità a contribuire alla ricostruzione". E ha concluso: "A maggio dello scorso anno Mustafa aveva scelto l’Italia per la prima missione all’estero dopo il suo insediamento. Non mi sembra proprio un segno di sfiducia nei confronti del nostro Paese."

Tajani ha quindi respinto le richieste di isolare diplomaticamente Israele, rivendicando la necessità di mantenere aperto ogni fronte negoziale. "Il dialogo resta la via maestra. A quanti vorrebbero isolare Israele, ad esempio richiamando l’Ambasciatore, voglio chiedere direttamente: quale soluzione pacifica e negoziata è mai stata raggiunta senza lasciare aperta la porta del dialogo?", ha incalzato.

Tajani ha definito "essenziale" il mantenimento dei rapporti istituzionali con Tel Aviv, a partire dall’Accordo di Associazione tra Israele e Unione Europea: "È un formato che in questi mesi si è rivelato prezioso, permettendoci di affrontare, in modo franco e diretto, e appunto, anche critico, questioni di grande rilevanza politica, economica e di sicurezza. Per questo abbiamo deciso, insieme alla Germania e ad altri 9 Stati membri dell’Unione, di non recidere questo canale di dialogo". Il titolare della Farnesina ha quindi ribadito che "tra Paesi amici non è solo possibile, ma doveroso, affrontare le questioni più complesse in modo aperto e leale".

A riprova dell’importanza di "linee aperte", Tajani ha citato il "gravissimo incidente a Jenin", avvenuto pochi giorni fa, quando "soldati israeliani hanno aperto per errore il fuoco durante la visita di una delegazione diplomatica, che includeva anche il nostro Vice Console a Gerusalemme. Usare le armi contro una delegazione diplomatica è inaccettabile".

Tajani ha poi rilanciato la necessità di un nuovo slancio politico per il cessate il fuoco. "La tregua dello scorso gennaio aveva offerto lo spiraglio per la ripresa di un processo politico in grado di restituire speranza alle popolazioni di questa martoriata regione. Una speranza che l’escalation delle ultime settimane sembra aver tragicamente annientato. Eppure è da lì che bisogna ripartire".

Tajani ha ribadito che l’Italia continuerà a impegnarsi per la pace, senza lasciarsi distrarre da polemiche strumentali: "Noi non ci stanchiamo di lavorare per la pace e non faremo mai mancare il nostro sostegno alla popolazione palestinese. Ai bambini, ai malati, alle donne e agli anziani. Lontani dalle polemiche e dalle tentazioni di facili strumentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con Gaza".

Durante l’informativa urgente, il ministro degli Esteri ha poi espresso "forte preoccupazione" per il crescente antisemitismo registrato in Italia e all’estero negli ultimi mesi. "Episodi vergognosi come il cartello appeso in un negozio a Milano per scoraggiare l’ingresso degli ebrei non possono essere derubricati a fatto di cronaca", ha dichiarato, denunciando anche "la cacciata da un’università di Roma e di Napoli di due giornalisti, soltanto perché ebrei".

Tajani ha ricordato con sdegno gli "incredibili, aberranti insulti antisemiti" rivolti alla senatrice a vita Liliana Segre, esprimendole "solidarietà e sostegno, anche a nome del governo". Ha poi ribadito che "non si possono far ricadere sugli ebrei le azioni del governo israeliano! Mai più! Nessuno dovrà mai più avere paura soltanto perché è ebreo".

Nel suo intervento, il ministro ha lanciato un appello chiaro: "Come diciamo a Israele di fermarsi e porre fine agli attacchi nella Striscia di Gaza, allo stesso modo dico anche a chi fomenta l’antisemitismo per piccole, miopi convenienze di bottega: fermatevi! Fermatevi subito!". Tajani ha definito l’antisemitismo "un virus" e una "retorica incendiaria" che riporta "agli orrori del passato", citando anche il tragico assassinio di due dipendenti dell’ambasciata israeliana a Washington. "Come ho detto anche al Museo dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme – ha concluso – l’antisemitismo è un’erba maligna da estirpare con un forte impegno quotidiano, istituzionale e sociale".

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