Israele-Hamas, Idf annuncia: "Iniziata prima fase occupazione Gaza City". Netanyahu: "Ora negoziati"

Avviata la seconda parte dell'operazione Gideon's Chariots. Centinaia di palestinesi in fuga, Meloni: "Rischio ulteriore escalation"

Israele-Hamas, Idf annuncia:
21 agosto 2025 | 08.12
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Israele ha annunciato di aver avviato la prima fase dell'occupazione di Gaza City, considerata "roccaforte" di Hamas. La portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha affermato che le Idf hanno avviato la seconda fase dell'operazione Gideon's Chariots a Gaza, lanciata a maggio. "Abbiamo iniziato le operazioni preliminari e le prime fasi dell'attacco a Gaza City e le nostre forze già controllano la periferia della città", ha affermato.

Centinaia di palestinesi nei sobborghi di Zeitoun e Sabra si stanno spostando verso la parte nordoccidentale della città, mentre le truppe israeliane hanno cominciato a operare nelle aree di Zeitoun e Jabalia, preparando l'occupazione per la quale verranno richiamati in servizio circa 60mila riservisti.

Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha autorizzato ieri l'invasione dopo consultazioni con il Capo di Stato Maggiore, il Tenente Generale Eyal Zamir, e altri alti comandi. Gli obiettivi dell'operazione sono la conquista completa di Gaza City e dei suoi sobborghi, la liberazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, lo smantellamento delle capacità militari di Hamas, l'eliminazione della leadership di Hamas e l'istituzione di una zona di sicurezza permanente lungo il confine israeliano. Sono previsti corridoi umanitari e zone di evacuazione civile per facilitare gli aiuti durante l'avanzata delle truppe.

Netanyahu: "Negoziati immediati per ostaggi"

"Ho ordinato l'avvio immediato dei negoziati per il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la fine della guerra, a condizioni accettabili per Israele", ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video dichiarando di aver approvato i piani militari per "prendere il controllo di Gaza City per sconfiggere Hamas". "Queste due cose, sconfiggere Hamas e rilasciare tutti i nostri ostaggi, vanno di pari passo", ha detto Netanyahu.

L'ufficio di Netanyahu ha fatto però sapere, al Times of Israel, che non è in programma "in questa fase" l'invio di una delegazione israeliana in Qatar o in Egitto per colloqui sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi.

La preoccupazione di Meloni

L'Italia segue "con profonda preoccupazione" gli sviluppi recenti "relativi alle decisioni assunte dal Governo israeliano in merito alla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania" e "riafferma con fermezza il proprio impegno a favore della pace, della sicurezza e del rispetto del diritto internazionale", ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In particolare, prosegue la premier, "la decisione di procedere con l'occupazione di Gaza, in risposta al disumano attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, costituisce un'ulteriore escalation militare che non potrà che aggravare la già drammatica situazione umanitaria".

È "necessario un impegno collettivo per giungere a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi, rafforzando lo sforzo internazionale per assicurare l'assistenza umanitaria che è urgentemente necessaria alla popolazione civile della Striscia", ha continuato Meloni. L'Italia, assicura la premier, "continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori in questa direzione ed è pronta a fare la sua parte in uno scenario post-conflitto".

Il governo inoltre "condanna" la decisione israeliana "di autorizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania. Tale decisione - spiega ancora Meloni - è contraria al diritto internazionale e rischia di compromettere definitivamente la soluzione dei due Stati e, in generale, una prospettiva politica per giungere a una pace giusta e duratura".

Appello Onu

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è tornato a esortare un cessate il fuoco "per evitare morte e distruzione" e ha chiesto a Israele di fermare il progetto per la costruzione di 3.400 unità abitative nella cosiddetta area E-1 in Cisgiordania, che rappresenta "una minaccia esistenziale alla soluzione dei 2 Stati". Secondo Guterres il progetto approvato viola il diritto internazionale e le risoluzioni dell'Onu. L'insediamento "taglierebbe il nord dal sud della Cisgiordania e avrebbe gravi conseguenze sulla contiguità territoriale del Territorio palestinese occupato", ha denunciato in una nota il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric.

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