Nato, il giurista d'impresa: "Nuovo target sostenibile per l'Italia, può diventare un'opportunità"

L'analisi di Nunzio Bevilacqua: 'Può aiutare a intervenire sulla Pubblica amministrazione inefficiente e spingere produzione made in Italy per la sicurezza"

Nunzio Bevilacqua, giurista d'impresa
Nunzio Bevilacqua, giurista d'impresa
26 giugno 2025 | 15.30
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“Non è tutto oro quel che luccica e non è sempre un male ciò che viene proposto come una scelta esterna”. Così Nunzio Bevilacqua, giurista d’impresa ed esperto economico internazionale, a valle della decisione Nato di innalzare le spese militari al 5% al 2035. Innanzitutto, premette parlando con l'Adnkronos, "non parliamo di economia di guerra come quella, per intenderci, oggetto dell’annuale summit economico di San Pietroburgo, terminato qualche giorno fa, ma di una ben differente, non solo a livello terminologico, economia di difesa".

“La decisione presa, con la sola anomalia spagnola non trasformatasi in veto ma non credo priva di conseguenze sul breve medio periodo, non solo ritengo possa essere assolutamente sostenibile, senza imposizioni aggiuntive per il nostro Paese, ma che possa trasformarsi in una opportunità per verificare le ancora numerose inefficienze della PA - tra cui molteplici ‘enti di dubbia utilità o a duplicazione operativa - sottoponibili a tagli di spesa senza alcun impatto sociale e, per una componente, per coadiuvare una produzione Made in Italy per la sicurezza e rendere più tecnologico il contesto interno", evidenzia Bevilacqua.

In sostanza, prosegue il giurista d'impresa, “cerchiamo di trovare l’opportunità economica interna, come lo sta facendo d’altronde la Germania dando nuova propulsione alla sua industria nazionale siderurgica, da una necessità internazionale derivante dal far parte di un contesto specifico”.

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