
Celebrazione al Quirinale per l’anniversario dell’Istituto affari internazionali. Valensise e Tocci: “Oggi più che mai, serve promuovere i valori dell’integrazione e del multilateralismo”
Sessant’anni al servizio dell’Italia e dell’Europa. È il traguardo raggiunto dallo Iai, l’Istituto affari internazionali fondato nel 1965 da Altiero Spinelli, celebrato il 22 maggio con un incontro al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel suo discorso, Mattarella ha riconosciuto il ruolo cruciale dello Iai nel promuovere un dibattito informato e rigoroso sulle relazioni internazionali, sottolineando la centralità dell’Europa come “primo orizzonte di riferimento” e “esperimento di integrazione più imitato al mondo”. Un richiamo forte, in un tempo in cui “i valori dell’Unione sono bersaglio di ostilità” e l’autonomia strategica europea torna al centro del dibattito, non solo in ambito difensivo ma anche come “visione del ruolo dell’Europa nel garantire sicurezza e orientare verso la pace la vita internazionale”.
L’Istituto, ha ricordato Mattarella, “non ha mai smesso di dialogare con le istituzioni, il mondo accademico e i centri di ricerca”, guadagnandosi una reputazione di eccellenza nazionale e internazionale. Particolare apprezzamento è stato espresso per l’attenzione riservata ai giovani, “fondamentale per trasmettere consapevolezza su realtà che non si prestano a letture superficiali”.
A rappresentare lo Iai, il presidente Michele Valensise e la direttrice Nathalie Tocci. “Viviamo una fase confusa e pericolosa”, ha detto Valensise, “ma crediamo ancora nella forza del diritto e nella necessità di costruire ponti, non muri”. Ha ricordato come l’Istituto abbia allargato il proprio sguardo alle sfide globali: dal Mediterraneo all’Africa, dalla Cina all’America Latina, fino alle questioni di sostenibilità, tecnologia e governance.
Tocci ha ripercorso l’evoluzione dello Iai negli ultimi decenni: “Siamo cresciuti, ci siamo diversificati, ci siamo fatti più giovani e più femminili. Ma i nostri valori sono rimasti gli stessi”. Di fronte a un contesto in cui “la democrazia liberale e il multilateralismo vengono messi in discussione”, ha aggiunto, “sentiamo il dovere di rispondere, specie ai più giovani, a cui vogliamo offrire strumenti per orientarsi in un mondo complesso e connesso”.
Il sessantesimo anniversario sarà celebrato anche con una pubblicazione dedicata alla storia della politica estera italiana e un incontro con giovani ricercatori cresciuti nell’Istituto.