
Il presidente Usa: "Parlare con loro non porta da nessuna parte". Alla Apple: "Gli iPhone siano prodotti negli Usa, altrimenti tariffe di almeno 25%"
Minacce di Trump all'Ue e a Apple per quanto riguarda i dazi. "E' molto difficile trattare con l'Unione europea, che è stata formata con l'intento primario di approfittarsi degli Stati Uniti sul commercio". E' quanto scrive Donald Trump nel post su Truth in cui afferma che "le nostre conversazioni con loro non stanno portando da nessuna parte".
"Quindi io raccomando di andare direttamente a dazi del 50% a partire dal primo giugno 2025", annuncia quindi il presidente americano, che sembra fare marcia indietro rispetto alla pausa di 90 giorni dell'applicazione dei dazi per favorire i negoziati, annunciata dal tycoon il 9 aprile scorso.
Nel post Trump si scaglia contro "le potenti barriere commerciali" della Ue, "le loro imposte Iva, le penalizzazioni ridicole per le corporation, le barriere commerciali non monetarie, le manipolazioni monetarie, le cause ingiuste e ingiustificate contro società americane". Infine, afferma che "non ci sono tariffe se un prodotto è costruito o realizzato negli Usa".
Per quanto riguarda la Apple, "da tempo ho informato Tim Cook di Apple che mi aspetto che gli iPhone che vengono venduti negli Usa siano prodotti e costruiti negli Stati Uniti e non in India o in qualsiasi altro Paese", scrive Trump aggiungendo che "altrimenti, una tariffa di almeno il 25% " deve essere pagata da Apple agli Usa.
L'annuncio del presidente Usa affonda subito le Borse europee. Milano è la peggiore, con un calo del 3,07% che la fa scivolare sotto alla soglia dei 40mila punti (39.020). Non vanno troppo meglio le consorelle, con Parigi che lascia sul parterre il 2,73% e Francoforte che cede il 2,54%. Unica a resistere è Londra, che limita le perdite a quota -1,20%.
A metà mese era arrivata la svolta nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina con la sospensione per 90 giorni di parte delle misure tariffarie. In una dichiarazione congiunta, diffusa dalla Casa Bianca, i governi degli Stati Uniti e della Repubblica Popolare cinese si sono impegnati a procedere "entro il 14 maggio". In quell'occasione Trump aveva accusato l'Unione europea di essere "per molti versi più cattiva della Cina". "Abbiamo tutte le carte in regola. Ci trattano in modo molto ingiusto", aveva aggiunto il presidente, riferendosi ancora all'Ue.