
Il presidente Usa presto alla Knesset: "E' un grande giorno". La Difesa civile di Gaza denuncia raid dopo l'annuncio, Idf inizia preparativi per il ritiro parziale
Prima l'annuncio di Donald Trump, poi la conferma alla stampa dei mediatori nei negoziati. Israele e Hamas hanno raggiunto nella notte l'accordo per l'attuazione della prima fase del cessate il fuoco per Gaza. Secondo quanto riportano le tv israeliane, la firma che sancisce la tregua potrebbe arrivare già in mattinata, alle 11 ora italiana.
Annunciando l'accordo di pace in Medio Oriente su Truth, Trump ha spiegato che "questo significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e duratura. Tutte le parti saranno trattate equamente".
"Questo - ha continuato - è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti".
Secondo quanto riportano fonti della Casa Bianca alla Cnn, il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas potrebbe iniziare lunedì, anche se è possibile che i tempi possano essere anticipati. Un funzionario ha delineato la tempistica prevista, a partire dalla presentazione dell'accordo al governo israeliano: "Una volta votato sì, Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore", ha detto il funzionario. "Poi inizierà il periodo di 72 ore e Hamas cercherà di ritirarsi prima, se possibile".
Israele rilascerà circa 2.000 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi vivi, ha dichiaratopoi all'Afp un alto funzionario di Hamas, aggiungendo che fra i detenuti vi sarebbero 250 ergastolani e altre 1.700 persone arrestate dall'inizio della guerra. Lo scambio dovrebbe avvenire entro 72 ore dall'attuazione dell'accordo, che è stato "concordato anche con le fazioni palestinesi". Una fonte palestinese ha dichiarato al canale saudita Al-Sharq che il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri detenuti da Israele inizierà "entro 72 ore dall'entrata in vigore dell'accordo". L'emittente cita fonti ben informate, secondo cui questo avverrà la prossima settimana.
Un altro canale saudita, Al-Hadath, riferisce che il conto alla rovescia di 72 ore per il rilascio degli ostaggi inizierà dopo che le truppe israeliane si saranno ritirate secondo le linee concordate a Gaza, il che avverrà una volta che l'accordo sarà ratificato da Israele. L'accordo prevede "ritiri programmati" delle truppe israeliane, ha dichiarato la fonte dell'Afp, e include "garanzie da parte del presidente Trump e dei mediatori".
La fonte palestinese citata da al-Sharq afferma che, in base all'accordo, le forze israeliane si ritireranno dal valico di Rafah e dalle sue vicinanze e che l'accordo prevede anche il trasferimento di pazienti e feriti palestinesi in Egitto per le cure; inoltre, il valico di Rafah sarà aperto in entrambe le direzioni una volta che l'accordo entrerà in vigore. Nei primi cinque giorni del cessate il fuoco entrerebbero nella Striscia di Gaza almeno 400 camion di aiuti al giorno, per poi aumentare nei giorni successivi. E' inoltre previsto il “ritorno immediato degli sfollati dal sud della Striscia di Gaza a Gaza City e nel nord”.
Trump sarà quindi in Israele nei prossimi giorni, intenzionato ad accogliere l'invito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a intervenire alla Knesset. In una dichiarazione ad Axios, il presidente Usa ha annunciato: "Si prevede che arriverò in Israele nei prossimi giorni. Questo è un grande giorno per Israele e per il mondo. Vogliono che parli alla Knesset e lo farò sicuramente se lo vorranno".
Quanto alla telefonata con Netanyahu dopo il raggiungimento dell'accordo tra Israele e Hamas, Trump afferma: "La mia conversazione con Bibi è stata fantastica. È felice, e giustamente. È un grande risultato. Il mondo intero si è unito per raggiungere questo accordo, compresi i paesi che un tempo erano nemici".
"Con l'aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa", le parole del premier israeliano Netanyahu, che ha quindi convocato il governo per approvare l'accordo su Gaza. "In questo momento il cuore di Israele batte all'unisono con gli ostaggi e le loro famiglie. Come scrisse il profeta Geremia: 'Torneranno dalla terra del nemico... e i figli torneranno ai loro confini'", ha poi scritto su X il presidente israeliano, Isaac Herzog.
Le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza hanno intanto scritto aTrump per ringraziarlo per aver favorito l'accordo con Hamas e per chiedergli di poterlo incontrare personalmente in occasione della sua prossima visita nella regione
Le Idf hanno intanto avviato i preparativi per il ritiro parziale dalla Striscia. In una nota, le Forze di difesa israeliane fanno sapere che, "in base alle direttive politiche e alla valutazione della situazione, le Idf hanno iniziato i preparativi operativi per l'attuazione dell'accordo". Nell'ambito di questi preparativi, le Forze di difesa sono pronte a spostare le truppe "nel prossimo futuro" verso "le linee di schieramento concordate", precisando che "continueranno a essere dispiegate nell'area e a prepararsi per qualsiasi sviluppo operativo".
La Difesa civile di Gaza ha intanto annunciato diversi raid israeliani nella notte, avvenuti dopo l'annuncio sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Mohammed al-Mughayyir, uno dei responsabili della Difesa civile, ha reso noto che "dopo l'annuncio ci sono state diverse esplosioni, in particolare nel nord di Gaza e intensi raid israeliani su Gaza City".
"Indubbiamente è una bella notizia. La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell’esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare", commenta quindi il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa al Sir.
"Questa prima fase ne aprirà delle altre – prosegue il cardinale Pizzaballa – e creerà un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa, ma è necessario cominciare a ripensarla".