La struttura ha attraversato l'ultimo secolo di storia trasformandosi: è stata ospedale militare, collegio, convitto, centro di accoglienza per famiglie e pellegrini e ora si rimetterà (come nel 1956) al servizio dei Giochi Invernali
Non capita a tutti di superare due Guerre Mondiali e vedere due Olimpiadi. Non capita a tutti di adattarsi, piegarsi alle necessità, trasformarsi e mettersi al servizio della comunità per alcuni degli eventi più importanti dell’ultimo secolo di storia. Il Park Hotel des Dolomites di Borca di Cadore ci è riuscito e oggi, rinato grazie a Th Group, guarda con grande fiducia ai Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, al via il prossimo 6 febbraio. Un’opportunità per tutto il territorio, non solo in termini turistici.
Qualche coordinata. Sorto nel 1904 tra Pelmo e Antelao come lussuoso Palace Hotel des Dolomites, l’iconica struttura è nata per accogliere l’aristocrazia europea agli inizi del Novecento. L’hotel ha poi attraversato la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, diventando ospedale militare, quindi collegio, convitto e centro di accoglienza per famiglie e pellegrini. Negli anni ha ospitato grandi personaggi, reali e star: dal celebre inventore Guglielmo Marconi al principe Umberto di Savoia, da papi e cardinali al poeta Gabriele D’Annunzio, passando per l’attrice Eleonora Duse e un giovanissimo Franklin Delano Roosevelt, presidente degli Stati Uniti d’America dal 1933 al 1945. Solo per citare alcuni nomi illustri. E poi ha visto da vicino le Olimpiadi di Cortina del 1956, le prime in diretta tv, un momento cruciale per lo sviluppo della struttura.
A raccontarlo è uno dei capitoli del libro “Park Hotel des Dolomites - Centovent’anni di storia ai piedi dei giganti”, presentato ieri, venerdì 12 dicembre, nell’evento di riapertura dell’hotel, tirato su come un tavolo di confronto sul valore della montagna italiana: “Furono bellissime, innovative, un importante biglietto da visita per l’Italia - si legge sfogliando le pagine -. Ma furono Giochi senza la neve, o quasi. Perché l’inverno del 1956 fu freddissimo, con tanto ghiaccio ma, appunto, pochissima neve, e ovviamente senza la possibilità di usare quella programmata, realizzata con i cannoni ipertecnologici che oggi garantiscono il manto sulle piste. All’epoca, niente cannoni ma tanti alpini, che gerle in spalla o con le carriole raccoglievano la poca neve sui crinali e sui boschi per trasportarla sui campi di gara, soprattutto al trampolino. Olimpiadi di fatica e di festa condivisa, romantica. Con la sua ubicazione a pochi chilometri da Cortina, il Park Dolomiti è stato coinvolto direttamente dai più massicci afflussi di turisti, offrendo ospitalità anche in concomitanza con i grandi eventi sportivi”.
Le Olimpiadi invernali del 2026 saranno diffuse, per la prima volta localizzate su più territori, e passeranno anche dalle parti della struttura nel percorso verso Cortina. Una struttura che si presenta in una nuova veste, tra tradizione e bellezza, dopo l'intervento di Th Group: “Siamo una delle realtà che compongono la valle” ha spiegato Graziano Debellini, presidente di Th Group, a proposito del grande evento al via il 6 febbraio. “Non siamo nel suo tabernacolo, ma mi aspetto che Cortina questa volta sappia avere un'apertura interessante, strategica, capendo che tutta la valle può fare il suo successo. Tutti i paesini delle Dolomiti Bellunesi devono meritarsi quel riscatto che non c’è stato con le Olimpiadi del ‘56, per far sì che il turismo, in crescita negli ultimi anni, abbia il suo posto”.
Un concetto sottolineato, a margine dell’evento, anche dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi: “Per Milano Cortina parliamo di più di 22mila chilometri quadrati, è un impegno che va oltre la porzione di territorio che beneficia di questa opportunità straordinaria, ci saranno più di due miliardi di telespettatori che vedranno cosa sono le Dolomiti. Può sembrare scontato perché sono patrimonio dell'umanità, ma bisogna alimentare questa conoscenza e le Olimpiadi e le Paralimpiadi aiuteranno".
La portata delle Olimpiadi è stata ribadita da una ricerca realizzata da SocialCom, sulle interazioni social legate a Milano Cortina. Uno studio che spiega come l’interesse nei confronti del grande evento sia in forte crescita. Dalle 655mila conversazioni ai circa 20 milioni di interazioni in un anno, con un notevole +133% negli ultimi sei mesi e sentiment positivo al 90%. A guidare il coinvolgimento ci sono gli Stati Uniti e i Paesi asiatici, mentre in Italia si registrano 212mila conversazioni e 9 milioni di interazioni (+69%), con un sentiment positivo all’84%. Tra i tanti temi di discussione la legacy olimpica e l’impatto sui territori alpini. Tra infrastrutture, sostenibilità, identità e turismo, Milano Cortina 2026 viene percepita in primis come un’opportunità, non solo per le località direttamente coinvolte. A 55 giorni dalla cerimonia inaugurale di San Siro, è un segnale.