A pochi giorni dalla trasmissione alla Commissione Antimafia degli atti dell'inchiesta di Perugia sui presunti accessi abusivi alle banche dati, è fissata per mercoledì la riunione dell' Ufficio di presidenza dell'organismo parlamentare, presieduto da Chiara Colosimo, che deciderà come procedere e quali audizioni calendarizzare mentre il caso è tornato alla ribalta con la notizia di uno 007 indagato e le richieste, rigettate dal gip, di domiciliari per i due principali indagati, il finanziere Pasquale Striano e l'ex pm Antonio Laudati. Proprio dall'ascolto di Striano e Laudati Forza Italia è pronta a chiedere di partire: "Stiamo ancora esaminando le carte trasmesse dal procuratore, abbiamo già alcuni punti chiari della vicenda e insisteremo per convocare sia Laudati sia Striano e altri nomi che compaiono nell'indagine", afferma all'Adnkronos Pietro Pittalis, capogruppo degli azzurri in Antimafia, intenzionato ad approfondire anche "il tema degli eventuali mandanti". Finora la Commissione ha deciso di non ascoltare indagati: "In quella fase, essendoci un'inchiesta in corso, c'era una ragione di rispetto per l'autorità giudiziaria", osserva Pittalis secondo il quale però questa ragione "ora è venuta meno anche all'esito del rigetto della custodia cautelare". "Crediamo che a questo punto sia utile anche alla Commissione audire i principali protagonisti, senza sovrapporsi alle attività di Cantone - conclude - ma per gli aspetti che riguardano la nostra Commissione".
Il capogruppo FdI Riccardo De Corato, pronto a chiedere di sentire l'ex vicepresidente del Csm David Ermini sul caso dell'incarico assunto con il gruppo Spinelli, non anticipa le richieste di audizioni sul caso Striano-Laudati, ma appare cauto: "La presidente non vuole interferire, né ostacolare o creare problemi a chi sta indagando - sottolinea tuttavia - Credo che ci adegueremo a questa linea considerato che la situazione che sta emergendo oggi è ancora più complessa di quanto non lo fosse all'inizio". Secondo il capogruppo della Lega Gianluca Cantalamessa quanto sta emergendo sull'inchiesta di Perugia è "la conferma di uno scenario a dir poco inquietante. E' un vero attacco alla democrazia che siano spiati ministri che stavano per essere nominati, politici, e accessi illegali in un istituto che dovrebbe essere sinonimo di qualità, sicurezza e garanzia. Tutto questo preoccupa e noi andremo avanti: stabiliremo regole di ingaggio, ma credo che, come centrodestra tutto, ci sia la volontà di andare fino in fondo".
Il capogruppo Pd in Commissione Antimafia Walter Verini invece sottolinea: "Ci riserviamo anche noi di proporre nomi di persone da audire, ma stentiamo francamente a vedere il filo di un complotto". "Allo stato - continua Verini - ci sembra piuttosto un caravanserràglio di manovre e manovrette il cui filo conduttore è difficilmente decifrabile. All'Ufficio di presidenza torneremo a sollecitare le audizioni fissate su Genova e Liguria e di continuare il lavoro sulle mafie a Roma e sul litorale laziale".
La stessa Stefania Ascari (M5s) ha gli occhi puntati su altri filoni di indagine: "Questa Commissione Antimafia si sta occupando di tutto meno che di mafia. Solleciteremo che si torni a parlare di mafia". Secondo la deputata pentastellata bisogna tornare a occuparsi dei filoni delle stragi, dei "collegamenti con l'eversione nera e la massoneria". "Viene fatto di tutto tranne che affrontare questi temi - conclude - Chiediamo da un anno di sentire Arlacchi (che fu amico di Falcone ndr) sulle stragi di via D'Amelio e di Capaci perché potrebbe riferire elementi utili, ma non viene ascoltata nessuna nostra richiesta".