
Rafforzare il dialogo e la cooperazione tra i principali attori istituzionali impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, sempre più caratterizzata da dimensioni transnazionali, interconnessioni economiche e strumenti tecnologici avanzati. E' l'obiettivo del convegno 'Criminalità nazionale e transnazionale: strumenti e obiettivi in Italia e in Europa', in programma il prossimo 16 settembre nell'Aula magna dell'Università di Messina. L'iniziativa - organizzata dal presidente della Commissione politica Dmed del Parlamento europeo, Giuseppe Antoci; dal procuratore distrettuale Antimafia di Messina, Antonio D’Amato, e dalla rettrice dell'Ateneo di Messina, Giovanna Spatari - si articolerà in tre sessioni tematiche, che affronteranno, tra gli altri, i temi dell’armonizzazione dei sistemi penali europei, delle nuove frontiere del crimine mafioso (come criptovalute e intelligenza artificiale) e dei rischi connessi all’utilizzo illecito dei fondi europei, incluso il Pnrr.
Dopo i saluti istituzionali, a introdurre i lavori saranno il segretario generale del Parlamento europeo, Alessandro Chiocchetti, l'europarlamentare Giuseppe Antoci e il procuratore D’Amato. A seguire prenderanno il via i panel a cui parteciperanno, tra gli altri, i quattro procuratori delle Direzioni distrettuali antimafia siciliane, quello di Reggio Calabria, i vertici delle Agenzie europee Europol, Eurojust, Eppo e Amla, il comandanti del Ros dei carabinieri, quello dello Scico della Guardia di finanza e il direttore dello Sco della Polizia di Stato, oltre a studiosi di Diritto penale di alcune Università italiane. Alle riflessioni finali si dedicheranno Antoci, il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo; e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Le conclusioni, invece, saranno affidate alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
"E’ una occasione unica poter discutere di lotta al crimine organizzato transnazionale in un contesto di così alto livello e in un luogo simbolo come Messina - dice Antoci -. Nei momenti difficili e quando si è avuto bisogno di cercare fonti di ispirazione, il pensiero è andato a quella Conferenza di Messina che nel 1955 ispirò i padri fondatori della Comunità europea che vi parteciparono. Ecco, noi ripartiamo da Messina, ci sediamo a un tavolo e facciamo la nostra parte con disciplina e onore". "Con rinnovato spirito europeista, intendiamo affrontare le nuove sfide che si pongono all’Unione europea nell’azione di contrasto a un fenomeno estremamente complesso, come quello delle organizzazioni mafiose - dice il procuratore D'Amato -. Fenomeno che non conosce confini territoriali e tantomeno finanziari. Effetto collaterale dell’abbattimento delle frontiere e dei processi di integrazione, economica, finanziaria e politica dell’Unione".
"In occasione del 70esimo anniversario della Conferenza di Messina del 1955 - aggiunge il procuratore distrettuale Antimafia - il prossimo 16 settembre esperienze e culture diverse, politiche, accademiche, giudiziarie e di polizia, a livello europeo, si confronteranno sui significativi progressi compiuti nel corso degli ultimi 30 anni e sugli ulteriori sforzi da compiere per superare i disallineamenti dei diversi ordinamenti giuridici dei Paesi dell’Unione". "Siamo orgogliosi di poter essere attori di un’azione che incarna due valori cardine - conclude la rettrice di Messina, Giovanna Spatari -: da un lato, quella cultura della legalità e del contrasto a ogni forma di criminalità su cui deve fondarsi ogni contesto sociale; dall’altro lato, lo spirito di condivisione che è alla base del cammino comunitario iniziato proprio a Messina 70 anni fa. L’accademia, d’altronde, è sede naturale di confronto e crescita comune e in quest’ottica siamo pronti a fornire il nostro supporto".