Elezioni sindaco Milano, Formigoni: "Il candidato ideale del centrodestra? Uno come Pisapia"

Per l'ex governatore della Lombardia "serve una persona empatica e simpatica, capace di parlare, ma soprattutto disposta ad ascoltare"

Roberto Formigoni (Fotogramma/Ipa)
Roberto Formigoni (Fotogramma/Ipa)
24 settembre 2025 | 16.26
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Roberto Formigoni, già presidente della Regione Lombardia dal 1995 al 2013, vicepresidente del Parlamento europeo tra il 1984 e il 1989, da molti conosciuto come 'Il Celeste', non ha dubbi. E all'Adnkronos spiega la sua idea di candidato vincente da schierare alle prossime elezioni comunali di Milano. "Il candidato sindaco di centrodestra dovrebbe essere una persona empatica e simpatica, capace di parlare, ma soprattutto disposta ad ascoltare" dice. "E a girare, visitando tutte le zone e i quartieri di Milano per raccogliere gli umori e le istanze di tutti i cittadini. Uno come Pisapia, che fece una campagna elettorale lunga un anno andando in giro per tutta la città. E fece bene, perché è così che si fa politica".

L'identikit del candidato ideale

"Noi -dice l'ex senatore, ciellino, ex Dc, passato a Forza Italia prima, e al Popolo della Libertà poi - abbiamo bisogno di un candidato che abbia due caratteristiche: la prima, che vinca; la seconda, che sappia governare". E non per ricalcare le parole del presidente del Senato La Russa, ma per una citazione storica, come tiene a sottolineare: "Questo lo diceva Napoleone, che cercava soltanto generali fortunati. Ecco, noi cerchiamo candidati che vincano e che sappiano governare. Altrimenti, a che cosa ci servono?".

Come La Russa, però, è convinto che sia sbagliato fossilizzarsi nella ricerca di un candidato civico: "Quando dico che dobbiamo cercare un candidato che sappia vincere, intendo dire che può essere un civico o un politico, non ha importanza. sarebbe come dire che soltanto un civico sappia governare". In questo caso, "mi permetto di ricordare le elezioni precedenti, quando è stato scelto un civico, ma l'abbiamo scelto così male, che i partiti non l'hanno minimamente aiutato. E ovviamente ha perso le elezioni".

Ecco perché, ribadisce Formigoni, "è assurdo e irrazionale dire che vogliamo assolutamente un civico. Noi dobbiamo cercare il miglior candidato, o la migliore candidata, possibile. Finora non l'abbiamo trovato, ma esistono già alcune figure di possibili candidati e stiamo approfondendo la ricerca". In fondo, "se Sala non si dimette, si vota tra due anni, dunque abbiamo tutto il tempo di fare una ricerca tutti insieme. E sottolineo tutti insieme. La condizione è che non ci siano obblighi o preferenze di partito, semplicemente il candidato deve essere di centrodestra". Del resto, "dopo quindici anni di governo delle sinistre, è ora che il governo di Milano sia nella responsabilità del centrodestra".

Per riassumere, "il miglior candidato possibile deve saper interpretare lo spirito di Milano, essere gradito ai cittadini e deve essere capace di parlare ai diversi strati della popolazione, offrendo soluzioni ai problemi come, ad esempio, quello della casa, che a Milano è estremamente grave e vede molte famiglie costrette a fuggire altrove. Oggi, poi, tutti i partiti hanno un grosso problema con i giovani; è soprattutto tra i giovani che si trova un livello di astensionismo molto alto".

Quanto al nome, "non serve che sia già noto; oggi una campagna elettorale ben fatta trasforma uno sconosciuto in un candidato conosciuto nel giro di sei mesi. Un po' come è successo con la sindaca di Genova Silvia Salis nel centrosinistra, o, ai nostri tempi con Gabriele Albertini. Quando nel '97 Berlusconi inventò il nome di Albertini tutti ci guardavano in faccia chiedendoci chi fosse, poi sappiamo tutti com'è andata. Oggi, con i mezzi a disposizione, bastano sei, otto mesi per trasformare uno sconosciuto in uno personaggio conosciuto da tutti. Ovviamente deve essere una persona che abbia voglia di fare una campagna elettorale seria, impegnandosi, facendo comizi e andando in giro a visitare le situazioni. Soprattutto deve aver voglia di ascoltare perché oggi nessuno più ascolta e questo è il motivo alla base del dramma per cui molti non vanno più a votare. Dicono 'cosa vado a votare a fare, tanto so che nessuno mi darà mai delle risposte".

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