
Presentato alle 'Giornate degli autori', il regista Antonio Morabito: "Al centro del documentario le persone e non la loro malattia"
L'inclusione e l'amicizia, il teatro come 'palestra' di vita ma andando indietro e non avanti. E' la sfida di Stefano, operatore di una cooperativa sociale, che usa il teatro integrato per far uscire dal proprio guscio le persone con disabilità anche psichiatrica. Stefano è il protagonista di 'Indietro così!' documentario firmato dal registra Antonio Morabito e che sarà presentato domani alle 'Giornate degli autori' della Mostra del cinema di Venezia. "Il lavoro di Stefano Romani è filo conduttore di tutta la storia", racconta all'Adnkronos Salute Morabito, già autore di altri documentari come 'Non son l’uno per cento' e 'Che cos’è un Manrico' - anche qui c'è Stefano Romani - e film come 'Il venditore di medicine'. 'Indietro così!' è prodotto da Tony Campanozzi per Vertigo Film.
"La disabilità è però vista sotto un altro punto di vista, lavorando accanto a Stefano per un anno e mezzo, tra riprese e post produzione. Ho cercato di far vedere l'umanità e non il disagio, raccontiamo le persone e non la loro malattia", prosegue Morabito che ha realizzato il documentario grazie alla collaborazione della Cooperativa sociale Oltre, con gli operatori e gli utenti del Centro diurno 'La bottega delle idee' Asl Roma 2 e Progetto laboratori per persone con disabilità del Municipio Roma 2. Elisabetta, Luigi, Alessandra e Daniele, si avvicendano ai laboratori dove Barbara, Cinzia, Daniele, Mario, Marco, Rosaria, Benedetta esplorano gli abissi dentro se stessi attraverso la pratica teatrale, portando le loro idee, i loro ricordi, l’autismo, le sindromi, la fantasia, le ansie, la gioia, la memoria, le psicosi, in un turbinio di arte e disabilità, andando indietro verso nuovi progressi, guidati da Stefano, che assorbe tutto e li stimola, li guida e li coinvolge, rivelandosi alla fine meno invulnerabile di quello che all’inizio poteva sembrare.
Secondo Morabito, "spesso ci si preoccupa più delle difficoltà delle famiglie - 'caregiver'- che delle persone con disabilità, mentre seguendo Stefano nel suo lavoro vediamo come lui stesso si mette in gioco, al pari dei ragazzi che frequentano il corso, fino anche a mettere in discussione il processo con cui costruisce il suo teatro. Stefano non è un regista e gli utenti non sono attori; non ci sono provini da sostenere, né la possibilità di scelta tra un utente e un altro, poiché gli utenti stessi non scelgono, ma sono inseriti dalla rete di servizi sociali". Per il registra "quello che Stefano vuole fare è un teatro dove la 't' è minuscola, perché maiuscolo diventa il percorso di preparazione e la modalità con cui lo spettacolo viene costruito, fino ad arrivare al paradosso che il vero spettacolo sono le prove, e che la stessa sera della prima diventa una prova, forse la prima prova da cui far partire un'altra preparazione. Non si procede linearmente in avanti nel Teatro dell'Indietro".
Dopo Venezia 'Indietro così!' avrà una sua presentazione in sala a Roma al cinema Sacher a metà ottobre, ancora da definire la data esatta, questo perché il documentario ha avuto l'amichevole collaborazione di Nanni Moretti. "Ci ha dato una mano", conclude Morabito.