
L'artista, ospite del vodcast Adnkronos, presenta il nuovo album, il tour nei palasport e svela il suo featuring dei sogni: 'apprezzo la penna di Marracash'
Dalla metafora della 'cassetta degli attrezzi' per autoripararsi alla riflessione sulla salute mentale, dal sogno che si avvera dei palasport alla domanda delle domande: Sanremo? “Se si incrociano i pianeti magari un giro me lo faccio”. A parlare è Frah Quintale, ospite del nuovo episodio del vodcast dell'Adnkronos, disponibile in versione integrale sul sito www.adnkronos.com e sul canale YouTube dell'Adnkronos. A tre anni dal suo ultimo Ep solista “Storia Breve” e a due dal fortunato joint album “Lovebars” con Coez, Frah Quintale, all’anagrafe Francesco Servidei, torna con ‘Amor Proprio’, un titolo che suona come un manifesto. “È stato il primo input, un contenitore perfetto per le riflessioni che stavo facendo – spiega l'artista –. Avevo da poco superato i 30 anni, un momento in cui tiri le somme: chi sono, cosa ho fatto, dove sto andando. Volevo ridefinire i miei contorni”.
Questa ricerca interiore è simboleggiata dalla copertina, un dipinto dello stesso Frah che raffigura una cassetta degli attrezzi. “Mi sono aggiustato in parte. Più che un'aggiustatura definitiva, la definirei una manutenzione costante, un tagliando. Ho lavorato soprattutto sul selezionare meglio le cose che mi fanno stare bene. A volte la mia bontà è stata scambiata per stupidità e ho capito che dovevo dare delle precedenze”.
Una maturità che si riflette in testi profondi e consapevoli, come in '1 ora d'aria 1 ora d'ansia', brano che affronta il tema della depressione nel mondo dello spettacolo. “È forse il pezzo più vecchio del disco, risale al 2021. È nato in un momento in cui facevo i conti con i post-30 anni e venivo da un lungo tour. Vivi questa montagna russa: sei in mezzo a migliaia di persone e un attimo dopo sei solo a casa. È una compensazione di dopamina difficile da gestire”, confessa. La musica, per lui, assume anche una funzione sociale, quasi pedagogica. “Il rap italiano di artisti come Neffa o Bassi mi ha indirizzato e ha determinato chi sono oggi. Spero che anche la mia musica, a sua volta, possa avere questa funzione, specialmente su temi come l'educazione sentimentale, di cui a scuola non si parla mai abbastanza”.
Nel disco sono presenti tre collaborazioni molto diverse: Colapesce, Joan Thiele e Tony Boy. “Sono riusciti ad arrivare dove io non ero arrivato, completando il sound del disco. Non sono mai stato l'artista dei mille featuring, ma mi piaceva l'idea di avere queste tre anime nel mio disco”. E un featuring nel cassetto? “Se parliamo di artisti italiani, così su due piedi, ti direi Marracash. Mi sarebbe piaciuto anche per questo disco. Lo apprezzo per la sua scrittura. Potrebbe venir fuori qualcosa di stiloso, come è stato il pezzo con Guè, ‘2%’, in cui il rap si alterna con le strofe cantate. Se invece vado nell'altro 'campionato', quello indie, allora penso a Calcutta o a un'altra collaborazione con Giorgio Poi”.
Il nuovo progetto discografico è l'antipasto di un traguardo fondamentale: 'Palazzetti '26', il suo primo tour da solista in questi spazi. “Sono contento di essermi preso il mio tempo per arrivare a un traguardo come questo, in un mondo dove tutto è veloce. Sono un po' un artigiano”, commenta. E dopo i palazzetti, l'inevitabile domanda su Sanremo. Frah Quintale non chiude la porta, ma detta le sue condizioni. “L'esperienza in duetto con Joan Thiele è stata molto bella. Riguardo a una mia possibile partecipazione in gara, la vedo così: Sanremo comporta una pressione enorme e, onestamente, non sento ancora che il suo pubblico sia il mio. Soprattutto, non vorrei andarci come salvagente, ma arrivarci con una carriera consolidata, per divertirmi”.
L'artista rivela anche un retroscena: “Avevo un pezzo, 'Lunedì blu', che tutti definivano 'una sanremata', ma per me era giusto che fosse qui, in questo disco. Per Sanremo 2026 c'è ancora tempo, si devono un po' incrociare i pianeti e se capiterà, magari un giro me lo faccio”. Infine, uno sguardo lucido sul panorama musicale italiano: “Mi entusiasma il fatto che ci sia una grande apertura. Quello che manca, secondo me, è l'originalità. Ci sono troppi riferimenti, si rincorre troppo la cosa che funziona nel momento. L'arte vive di influenze, ma poi bisogna andare oltre”.
Prodotta da Live Nation, la tournée riporterà Frah Quintale alla dimensione live nella primavera 2026. L'artista ha disegnato personalmente tutte le grafiche del tour, dipingendo a mano su grandi tele i palazzetti delle città in cui si esibirà. Si parte il 13 aprile dall’Unipol Forum di Milano per poi proseguire: il 15 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 17 aprile al Palazzo dello Sport di Roma, il 18 aprile al Palapartenope di Napoli, il 20 aprile alla Kioene Arena di Padova e il 21 aprile all’Inalpi Arena di Torino. (di Loredana Errico)