
Dai biscotti agli astucci, club De Laurentiis punta a brandizzare il campione scozzese
Ha conquistato un'intera città con i suoi gol pesantissimi - ben 12, un bottino notevole per un centrocampista - grazie alla sua fisicità, alla capacità di inserirsi con tempismo nell'area avversaria e a un rendimento costante che gli è valso il titolo di MVP della stagione. Scott McTominay, lo scozzese arrivato dal Manchester United, è ormai diventato l'idolo dei tifosi partenopei e l'uomo simbolo del trionfo del Napoli nel suo quarto scudetto. Ora il suo nome potrebbe diventare anche un vero e proprio brand commerciale. Come scoperto dall'Adnkronos consultando il database dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, lo scorso 16 maggio il club di Aurelio De Laurentiis ha presentato la domanda di registrazione del marchio 'McFratm', soprannome con cui McTominay viene ormai affettuosamente chiamato a Napoli.
Il nomignolo nasce dalla fusione tra il suo cognome e la parola napoletana "fratemo" (cioè "fratello mio") e lo stesso giocatore non ha nascosto di apprezzarlo, come ha raccontato ai microfoni di Dazn. È stato proprio McTominay a svelare che è il compagno Pasquale Mazzocchi, napoletano doc, a chiamarlo così nello spogliatoio. Nonostante in città siano già comparse calamite e magliette con la scritta "McFratm", accompagnata dal numero 8 del centrocampista, il Napoli non vuole lasciarsi sfuggire l'occasione di valorizzare anche a livello commerciale questo nuovo fenomeno.
La SSC Napoli ha infatti depositato la richiesta di registrazione del marchio per ben nove categorie merceologiche: si va dagli orologi da polso alle spillette, dagli articoli di cartoleria (matite, astucci, quaderni) agli zaini scolastici e borse da viaggio; dai boccali da birra ai piatti, fino alle macchinette del caffè. E ancora: costumi da bagno, palloni da gioco, scarpe sportive e perfino prodotti alimentari come panini, biscotti e cioccolato.Insomma, McTominay è stato il colpo sportivo della stagione trionfale del Napoli. Ora il club vuole scoprire se il suo 'Braveheart azzurro' potrà trasformarsi anche in un fenomeno di marketing. (di Antonio Atte)