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Semifinali per Sinner e Musetti, medico-fisiatra: "Con partite molto ravvicinate recupero ancora più critico"

Bernetti (Simfer): "Un valore da tenere in grande considerazione è il perceived exertion, la misura soggettiva di quanto si sente che il corpo stia lavorando duramente"

Semifinali per Sinner e Musetti, medico-fisiatra:
16 maggio 2025 | 13.36
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Jannik Sinner e Lorenzo Musetti oggi di nuovo in campo nelle semifinali agli Internazionali di tennis di Roma contro Tommy Paul e Carlos Alcaraz, rispettivamente. "Quando le partite sono molto ravvicinate il recupero diventa ancora più critico. Strategie per migliorare la riduzione della fatica insieme a tecniche di recupero che favoriscono il ritorno alla normalità dei parametri fisiologici, come ad esempio, raffreddamento, idratazione, adeguato apporto di elettroliti e nutrizionale, durata e qualità del sonno sono fondamentali. I campioni come Musetti e Sinner hanno staff che prendono in considerazione ogni singolo aspetto, che sono in grado di programmare e individualizzare ogni strategia funzionale al mantenimento del livello di competitività al massimo. Anche se ovviamente più si va avanti nel torneo e più durano i singoli match più la fatica si sente anche per loro. Tuttavia consideriamo come un torneo dove si gioca al meglio di 3 settimane sicuramente è molto meno faticoso di uno Slam dove si gioca al meglio di 5". Lo spiega all'Adnkronos Salute il medico fisiatra Andrea Bernetti, segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa).

Un valore da tenere in grande considerazione - riflette il medico-fisiatra - è il 'perceived exertion' ovvero la percezione dello sforzo fisico, in pratica la misura soggettiva di quanto si sente che il corpo stia lavorando duramente'. Solitamente correla con lo sforzo effettivo, ma non sempre". Il tennis è uno sport che alterna brevi periodi di attività ad alta intensità con periodi di recupero. "Infatti, una partita di tennis può durare da circa un'ora fino anche a più di cinque ore, ed è caratterizzata da scatti rapidi, arresti improvvisi, movimenti ripetitivi e uso di vari gruppi muscolari. L'intensità varia significativamente in base a fattori come il livello del giocatore, lo stile di gioco, il sesso, la superficie del campo e il tipo di palla - prosegue Bernetti - Nello specifico il match è intervallato da brevi periodi di alta intensità e brevi periodi di recupero (10-20 secondi), interrotti da periodi più lunghi (60-90 secondi). I tempi di recupero nel singolo match sono fra l'altro regolamentati dalle regole della Itf".

"La durata di una partita, il tempo di gioco effettivo, la distanza percorsa e il numero di cambi di direzione sono estremamente variabili ed influenzano lo sforzo fisico. In media, un giocatore percorre 3 metri per tiro, con circa 300-500 sforzi ad alta intensità in una partita al meglio dei tre set - osserva il medico-fisiatra - Generalmente le superfici lente (come la terra battuta) tendono ad allungare i rally, mentre le superfici veloci (come l'erba) li accorciano. Questo influisce sulle richieste aerobiche e anaerobiche del gioco. La frequenza cardiaca durante il gioco varia, con picchi elevati durante i rally intensi. Tuttavia, la frequenza cardiaca non riflette sempre accuratamente le variazioni del consumo di ossigeno che nei tennisti sono moderatamente alti, variando - conclude - durante il gioco in base a fattori come il livello del giocatore, il sesso e lo stile di gioco".

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