Audio rubati a Raoul Bova, indagato un pr milanese amico della modella Ceretti

Aperta un'inchiesta per tentata estorsione ai danni dell'attore

Raoul Bova (Fotogramma/Ipa)
Raoul Bova (Fotogramma/Ipa)
27 luglio 2025 | 16.16
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C’è un indagato nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla procura di Roma per tentata estorsione ai danni di Raoul Bova. Si tratterebbe di un pr milanese amico della modella e influencer Martina Ceretti, a cui l'attore avrebbe inviato alcuni messaggi audio che sono arrivati, poi, a una terza persona e che, secondo le ipotesi, avrebbe poi contattato l'attore lasciando intendere una richiesta.

A condurre le indagini è la polizia postale che ha acquisito e ha avviato gli accertamenti sul traffico telefonico della modella.

La vicenda

Tutto comincia una settimana fa quando sul cellulare dell'attore sarebbe arrivato un messaggio anonimo. Il mittente avverte Bova che alcune sue conversazioni private con la modella di 23 anni potrebbero essere diffuse, danneggiandolo. L'attore non ha ceduto. Pochi giorni dopo, il 21 luglio, quelle chat diventano pubbliche, nel podcast 'Falsissimo' di Fabrizio Corona.

Le indagini sono coordinate dal pm Eliana Dolce. Il numero da cui è partito il tentato ricatto risulta intestato a un prestanome. "Corona, già condannato in passato per estorsioni, non è indagato. Il fascicolo è contro ignoti. Ma i pm valutano anche l'ipotesi della ricettazione - riporta il quotidiano La Repubblica - se chi ha diffuso quei contenuti era consapevole dell'origine illecita potrebbe aver commesso un reato".

Bova e Rocío Muñoz Morales

"Nel frattempo, mentre l'inchiesta prende slancio, la vicenda ha un contraccolpo personale. Dopo dodici anni di relazione, la storia tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales sembra al capolinea. Due figlie, una coppia apparentemente solida. Ma la pubblicazione dei messaggi con Ceretti ha incrinato tutto. Bova sostiene che la relazione fosse già chiusa. Rocío smentisce. E ora si apre una fase delicata. Gli avvocati, David Leggi per Bova, Antonio Conte per Muñoz Morales, - conclude il quotidiano - trattano una soluzione extragiudiziale per evitare scontri pubblici e tutelare le bambine. Resta la domanda chiave: chi ha cercato di ricattare Bova? E chi ha consegnato quei messaggi a Corona? La verità è ancora tutta da scrivere. Ma la pista del ricatto digitale promette sviluppi pesanti".

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