
"Non siamo solo lavoro e performance, tre mesi di stop ricaricano e se stiamo bene c'è un effetto positivo: un trampolino per spiccare salti più alti"
Il conto alla rovescia del rientro ufficiale di Jannik Sinner agli Internazionali di Tennis di Roma sta per finire. Stasera sarà in campo per il primo allenamento e poi inizierà il torneo. Ma come sarà, dal punto di vista emotivo e psicologico, l'approccio del numero uno del tennis mondiale dopo tre mesi di stop? "Il timore è che il Foro Italico possa essere un crocevia emotivo-significativo, da un parte c'è l'orgoglio e l'eccitazione di tornare sui campi davanti il proprio pubblico e in Italia. Dall'altra c'è il peso delle aspettative di essere il numero uno in carico e di doversi confermare subito. Sinner sottolinea spesso la necessità, o meglio l'importanza, di essere concentrato sul processo e non sul risultato. Un processo fatto di step e sono convinto che per la preparazione per gli Internazionali di tennis d'Italia sia stata costruita anche sulla carica motivazionale. Però è comunque un rientro e questo significa avere gli occhi del mondo addosso. E' un equilibrio delicato ma vincere servirà a rompere il ghiacchio". Così all'Adnkronos Salute Pietro Bussotti, psicologo dello sport e coordinatore di Psicologia dello sport dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
Tanta aspettative quindi anche quelle di vedere vincere un italiano a Roma - l'ultimo trionfo in singolare maschile è stato quello di Adriano Panatta nel 1976 - ma come si lavora sulla parte mentale? "Ci sono varie tecniche, ne cito due una è il mental training associato a tecniche di rilassamento e poi la ridefinizione cognitiva - spiega Bussotti - Sono tecniche che si basano sull'analisi delle proprie idee, dei pensieri negativi o irrazionali, e poi di saperli riformulare in modo razionale e connetterli ad emozioni adattive e propositive". Un campione come Sinner "ha una gestione emotiva 'stra-ordinaria', proprio scritta così, - prosegue lo psicologo dello sport - ed è un aspetto speciale, una sua dote. Oltre ad avere un fisico da campione serve anche avere questo aspetto 'psicologico' solido che può essere una dote innata che però va anche allenata".
In conclusione "questi tre mesi di stop forzato lontano dalle competizioni, possono aver ricaricato Sinner, - osserva Bussotti - non siamo solo lavoro e performance. Se stiamo bene questo effetto positivo diventa un trampolino per spiccare salti più alti".