Condannato per strage Corinaldo, Andrea Cavallari preso a 70 km da Barcellona: era evaso dopo la laurea

E' stato trovato con documenti e carte di credito false. Il marito della vittima Eleonora Girolimini: "Sapevo che lo avrebbero preso. Fuga? Dimostra che non ha voglia di cambiare"

La discoteca lanterna Azzurra di Corinaldo, teatro della strage. Nel riquadro, la foto segnaletica di Andrea Cavallari diffusa dalla Polizia - Fotogramma Ipa /Polizia
La discoteca lanterna Azzurra di Corinaldo, teatro della strage. Nel riquadro, la foto segnaletica di Andrea Cavallari diffusa dalla Polizia - Fotogramma Ipa /Polizia
17 luglio 2025 | 12.46
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Andrea Cavallari, il 26enne condannato per la strage di Corinaldo ed evaso il 3 luglio scorso dopo aver discusso la tesi di laurea all'Università di Bologna, è stato arrestato questa mattina alle 10 mentre usciva da un hotel di Lloret del Mar, località turistica a circa 70 km da Barcellona, in Spagna. Il ragazzo era registrato nella struttura sotto falso nome: con sé aveva 800 euro in banconote false, una carta di credito e documenti di identità, tutti sotto falso nome. Questo quanto confermato nel corso di una conferenza stampa indetta dal procuratore generale di Ancona Roberto Rossi.

Secondo la procura inoltre, il ragazzo era stato segnalato a Barcellona nel weekend e da lì la polizia catalana ha iniziato a tracciarlo, seguendo i pagamenti digitali compiuti con la carta di credito, e arrestandolo questa mattina. Per l'estradizione dalla procura si prevedono tempi brevi, sulla base di un mandato di arresto europeo.

L'evaso "è stato localizzato e bloccato grazie a una complessa attività investigativa coordinata dalle Procure di Bologna e Ancona", spiega in una nota il ministero della Giustizia, che sottolinea come siano state "determinanti le attività di indagine e ricerca del Nucleo Investigativo Regionale e del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, che hanno consentito di localizzare il fuggitivo in territorio spagnolo".

"L’arresto - continua la nota - è stato eseguito da reparti speciali della polizia spagnola, che hanno agito in stretta sinergia con le autorità italiane, grazie al fattivo coordinamento di Eurojust". Inoltre, rileva la nota, "l’arresto rappresenta un importante risultato sul fronte della cooperazione internazionale contro la criminalità e conferma l’efficienza della rete investigativa italiana".

Cavallari aveva usufruito di un permesso premio di 30 ore che il magistrato del Tribunale di Sorveglianza gli aveva concesso per uscire dal carcere e sostenere la discussione della tesi, senza però più fare ritorno nella struttura. Il giovane è uno dei componenti della 'banda dello spray' che nella notte tra il 7 e l’8 dicembre di sette anni fa provocarono la morte di cinque ragazzi minorenni e di una mamma di 39 anni all’interno della discoteca Lanterna Azzurra. Per quei fatti, Cavallari sta scontando la pena definitiva a 11 anni e 10 mesi nel carcere di Bologna.

Cavallari era stato arrestato ad agosto 2019 dai carabinieri del nucleo investigativo di Ancona insieme ad altri sei membri della banda criminale di cui faceva parte. Tutti ragazzi all’epoca di età tra i 19 e i 22 anni della Bassa Modenese, specializzati nelle rapine usando lo spray al peperoncino, accusati, a vario titolo, di omicidio preterintenzionale plurimo, furto, rapina e lesioni personali per i tragici eventi della discoteca. Quella notte del dicembre 2018, poco prima del concerto del rapper Sfera Ebbasta, i sei, in seguito tutti condannati in via definitiva, spruzzarono nella sala dello spray urticante per derubare il pubblico presente di collanine in oro, causando panico tra la folla e una fuga di massa che causò sei morti e 59 feriti.

Il marito della vittima: "Fuga dimostra che non hanno nessuna voglia di cambiare"

“Ero fiducioso e non avevo dubbi che prima o poi lo avrebbero preso”. Così Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini, la mamma tra le sei vittime della tragedia alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, commenta all’Adnkronos l’arresto. Quanto accaduto, secondo Curi, “dimostra quanto queste persone non hanno nessuna voglia di cambiare. Aveva l’opportunità di realizzare una vita diversa, ma si vede che queste persone non vogliono una vita diversa”. Evadendo dopo il permesso per la laurea, conclude il vedovo di Eleonora, “il male più grosso lo ha fatto a se stesso”.

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