
La Casa Bianca ha pubblicato un elenco di quasi 70 nazioni, insieme all'Unione europea, a cui si applicheranno tariffe specifiche. Per i Paesi non inclusi, verrà imposta una tariffa predefinita del 10%. Al Canada il 35%
I nuovi dazi Usa, tra cui il 15% sulle importazioni dell'Ue, entreranno in vigore giovedì 7 agosto anziché oggi. Il presidente Usa Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo in cui ha fornito anche il suo nuovo piano tariffario.
Un funzionario Usa ha dichiarato che la data di inizio posticipata ha lo scopo di concedere più tempo per l'attuazione delle nuove tariffe. In precedenza, il tycoon aveva firmato un ordine esecutivo che prevedeva nuove tariffe per decine di Paesi a partire da oggi, venerdì 1 agosto.
La Casa Bianca ha pubblicato un elenco di quasi 70 nazioni, insieme all'Unione europea, a cui si applicheranno tariffe specifiche. Tra questi ci sono il Regno Unito, la Svizzera e il Giappone. Per i Paesi non inclusi nell'elenco, secondo la Casa Bianca verrà imposta una tariffa predefinita del 10%.
Circa 40 Paesi pagheranno questa nuova tariffa del 15%. Per molti di questi sarà più bassa rispetto alle tariffe 'reciproche' del 2 aprile, ma per alcuni sarà più alta si legge sulla Cnn. E più di una dozzina di Paesi hanno tariffe più alte del 15%, o perché hanno concordato un quadro commerciale con gli Stati Uniti o perché Trump ha inviato ai loro leader una lettera che imponeva una tariffa più alta.
Il Canada rappresenta un'eccezione: Trump ha infatti firmato un ordine esecutivo che aumenta la tariffa sul Canada dal 25% al 35%, in vigore già da oggi. Il tycoon ha dichiarato che la decisione è dovuta all'incapacità del Canada di fare abbastanza per arginare il flusso di fentanyl negli Stati Uniti. La scheda informativa della presidenza Usa aggiunge che le merci fatte transitare attraverso un altro Paese, per evitare la tariffa del 35%, saranno tassate al 40%. La Casa Bianca ha precisato che le merci conformi all'accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada non saranno soggette a tale aliquota più elevata, il che attenuerebbe l'impatto dei dazi. Trump ha aggiunto che "il Canada deve pagare una tariffa equa. La sua posizione su uno Stato palestinese non è un fattore decisivo", anche se il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di "non gradire" l'intenzione del Canada di "riconoscere uno Stato palestinese".
Il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato che il governo è "deluso" dalla decisione degli Stati Uniti. Tuttavia, ha aggiunto, l'applicazione da parte degli Usa dell'accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada "significa che la tariffa media statunitense sui beni canadesi rimane una delle più basse tra tutti i suoi partner commerciali".
Carney ha anche criticato la giustificazione di Trump (che ha spiegato che l'aliquota tariffaria è "in risposta alla continua inazione e ritorsione del Canada", per arginare il flusso di fentanyl negli Stati Uniti), per l'aumento dei dazi, affermando: "Il Canada rappresenta solo l'1% delle importazioni di fentanyl e sta lavorando intensamente per ridurre ulteriormente questi volumi". "Il Canada sarà il nostro miglior cliente", ha affermato Carney. "Possiamo darci più di quanto qualsiasi governo straniero possa mai toglierci costruendo con lavoratori canadesi e utilizzando le risorse canadesi a beneficio di tutti i canadesi".
Il protezionismo "danneggia gli interessi di tutte le parti". Questo il commento della Cina. "L'opposizione della parte cinese ai dazi è stata coerente e chiara", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, aggiungendo: "Non c'è un vincitore in una guerra tariffaria o commerciale".
Domenica scorsa l'Unione europea ha raggiunto un accordo commerciale con gli Stati Uniti dopo mesi di trattative ad alto rischio. In base all'accordo, le esportazioni verso gli Stati Uniti saranno soggette a un dazio di base del 15%. Questo vale anche per automobili, semiconduttori e prodotti farmaceutici. L'accordo Ue-Usa stabilisce anche un quadro per future riduzioni tariffarie su altri prodotti. L'accordo ha permesso al blocco di evitare di pagare i dazi del 30% minacciati da Trump, ma è stato oggetto di critiche da parte di molti leader europei per essersi schierati troppo a favore di Washington.