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Caro caffè, Lavazza: "espresso al bar è rito, italiani non vi rinunciano"

Il presidente del Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food, intervistato dall'Adnkronos, lancia allarme: "La torrefazione italiana è a rischio per l'aumento dei costi della materia prima".

Giuseppe Lavazza, presidente Comitato Italiano del caffè
Giuseppe Lavazza, presidente Comitato Italiano del caffè
18 maggio 2024 | 14.28
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"Il forte legame che gli italiani hanno instaurato da secoli con il caffè ci permette di guardare al futuro con un cauto ottimismo. Il caffè al bar rappresenta non solo un’abitudine, ma una passione, un rito. Si tratta di un momento fortemente identitario per gli italiani soprattutto a livello sociale, a cui difficilmente rinunciano anche in tempi di crisi. Ogni volta che gustano un caffè al bar, gli italiani assaporano valori, artigianalità e tradizione. Per questo possiamo dirci fiduciosi del fatto che continueranno a scegliere il caffè al bar nonostante un rialzo dei prezzi in futuro". E' quanto afferma Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food, intervistato dall'Adnkronos.

Inoltre Lavazza, interpellato sull'impatto della tazzina al bar sull'inflazione, sostiene: "è difficile fare previsioni oggi su come il caro caffè al bar possa influire sull’andamento dell’inflazione. Ci sono infatti in gioco diverse variabili, come la sua rilevanza nel paniere dei prezzi, la risposta dei produttori e dei rivenditori, le abitudini di consumo delle persone, ma anche i prezzi dell’energia". Quanto all'aumento dei costi della materia prima Lavazza lancia un vero e proprio allarme. "Una crisi di questa portata rischia di estinguere o indebolire in modo drammatico una parte importante del panorama ricco e variegato della torrefazione italiana e dell’offerta. Per le imprese di questo comparto sapersi difendere da questi rischi significa sopravvivere" sostiene l'imprenditore.

"La fotografia del comparto restituisce una situazione mai vista prima, per durata e dimensione, con la quotazione dell’Arabica salita dal 2021 del 75%, con un +60% solo nel 2023. - spiega Lavazza a capo dell'organismo di rappresentanza delle aziende di torrefazione, degli importatori di caffè verde e degli operatori della logistica - Poi l’impennata della qualità Robusta i cui prezzi sono cresciuti del 200% rispetto al suo valore medio storico di riferimento, un fenomeno che si è incrociato con l’impennata da domanda di consumatori nuovi come l’Indonesia, il Vietnam, la Corea del Sud e anche la Cina. Se a questo si aggiunge l’effetto dollaro, incrementato del 10%, si vede come sulla categoria si sia scaricata una massa impressionante di costi". "La situazione attuale, da un punto di vista della materia prima, non sta migliorando, in particolare per le quotazioni della robusta che nei primi mesi del 2024 hanno raggiunto i massimi storici" rimarca.

Infine, per l'imprenditore, "l'aumento dei costi della materia prima e le variabili economiche più recenti che incidono sulla filiera hanno avuto inevitabilmente un impatto sui prezzi al consumatore finale, influenzando di conseguenza anche l’andamento dei consumi il cui calo resta comunque più contenuto rispetto all’incremento dei costi". 

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