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"Educare alla pace": a Roma convegno contro "militarizzazione" della scuola e della società

11 maggio 2024 | 12.39
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In uno scenario di "privatizzazione e precarizzazione del sistema educativo", contro la "militarizzazione della società" è necessario mettere in campo nelle scuole italiane "pratiche educative nonviolente" evidenziando "le strategie adottate per promuovere il dialogo e le relazioni generative come alternative all'autoritarismo". E' la linea emersa nel corso del convegno 'La scuola italiana va alla guerra? Comprendere i conflitti, educare alla pace', svoltosi a Roma su iniziativa dell'Associazione nazionale 'Per la scuola della repubblica' e dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

Tra gli intervenuti, insieme al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, anche Charlie Barnao, dell'Università di Catanzaro. "Sfatando la visione dominante che vede le azioni militari come chiare e ben definite, delimitate in ambiti precisi di intervento, spesso interpretate come inevitabili mosse difensive contro degli aggressori, il militarismo -ha osservato- appare invece come un vero e proprio sistema culturale, spesso latente, che pervade in modo subdolo e dissimulato le pratiche quotidiane nei mondi più disparati: dallo sport all’azienda, dall’industria dell’intrattenimento alla giustizia, dalla scuola all’università"̀.

Nel corso dei lavori, moderati da Roberta Leoni e Maria Teresa Silvestrini, la saggista ed editrice Alessandra Kersevan ha parlato delle "guerre mascherate da esportazione della democrazia e lotta al terrorismo", conflitti utilizzati come "controllo sociale" grazie anche al "supporto culturale e sociale" intorno a concetti come l'"esportazione della civiltà". Per invertire la rotta bellicista che pervade la società una strada può essere quella di promuovere una "trasformazione relazionale", necessaria per favorire "una cultura nonviolenta attraverso l'educazione. Tale impegno -ha rilevato Annabella Coiro, co-fondatrice della Rete 'Edumana', studiosa di educazione alla nonviolenza- richiede una revisione dei paradigmi educativi e una riformulazione degli obiettivi formativi, avvicinando il concetto di nonviolenza non solo come obiettivo, ma come pratica quotidiana". Il cambiamento "deve andare anche oltre le pratiche individuali e coinvolgere la struttura stessa del sistema educativo. È necessaria un'azione coordinata per contrastare la violenza strutturale presente nella vita scolastica e per promuovere una cultura del dialogo e della relazione nonviolenta".

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