
Torna a Ferrara il 'Festival del Ciclista Lento', la nona edizione della festa per “la bella gente che pedala”, l'evento per chi ama pedalare senza fretta gustando panorami, incontri, racconti, bellezze e delizie del territorio. La Pedalata più lenta del mondo '5 km in 5 ore', la Granfondo del Merendone, il Galà del Ciclista Lento, la serata dedicata allo sport inclusivo e poi autori ‘a pedali’, visite guidate, premiazioni ai più lenti, pasticcio ferrarese & tenerina, una banda e campioni e campionesse che anche quest’anno proveranno ad imparare ad andare pianissimo: un programma inteso spalmato su tre giorni, dal 24 al 26 ottobre.
"Beati gli ultimi che la vita sanno goder” è la filosofia che caratterizza la manifestazione ferrarese dedicata al ciclismo-slow, per festeggiare chi utilizza strade e ciclabili per pedalare piano, senza particolare talento per lo sport, senza tempi da rispettare o primati da stabilire. C'è chi sceglie la bicicletta per il piacere stesso del pedalare e muoversi in scioltezza con un mezzo ecologico. Chi si gode le due ruote senza l'ansia di arrivare primo, chi vive il piacere del viaggio più che del traguardo, apprezzando paesaggi, gusti e curiosità incontrati lungo il percorso. Chi usa la bici quotidianamente, per andare al lavoro o a fare acquisti, per accompagnare i bambini a scuola, per godere di spazi della propria città, nel tempo libero e non, in modo ecologico e sostenibile, e lo fa chiedendo sicurezza. Il Festival del Ciclista Lento è una sinfonia che raccoglie storie e racconta il popolo dei pedalatori "felicemente scarsi" che dal 2017 hanno colorato e animato l'appuntamento ferrarese, unico nel suo genere.
Quest'anno la rassegna ideata e condotta del giornalista e musicista Guido Foddis si arricchisce di una nuova prestigiosissima presenza. Dopo avere 'traviato' sulla strada irreversibile della lentezza campioni come Gianni Bugno, Gianbattista Baronchelli, Gibo Simoni e Davide Formolo, solo per citarne alcuni, le rilassanti piste ciclabili ferraresi ospiteranno il super campione Giuseppe Saronni. Colui che vinse nel 1982 un memorabile Campionato del Mondo con uno scatto passato alla storia come 'la Fucilata di Goodwood' dovrà ora misurarsi con la ben più temuta Granfondo del Merendone, a caccia di quell'ultimo posto che garantisce l'ingresso nell'albo d'oro del Festival del Ciclista Lento, oltre alla dose più generosa di cappellacci con la zucca e pasticcio ferrarese nei succulenti punti ristoro della manifestazione. Beppe Saronni racconterà la sua nuova vita di placido pedalatore, le leggende più o meno verificate del duello mai sopito con l'acerrimo avversario Francesco Moser, e anche di quel ragazzino sloveno scoperto tra le tante sirene dei procuratori sportivi nel lontano 2019: il campionissimo del ciclismo odierno Tadej Pogačar.
Ma il Festival del Ciclista Lento 2025 racconterà anche di chi questa estate a Dresda si è laureato campione del mondo di ciclismo dopo una lunga e tortuosa via crucis di un trapianto di rene. O di chi lotta con i morsi del morbo di Parkinson a cavallo di una bicicletta, girando l'Italia per far conoscere la terapia dello sport e per portare sempre più persone colpite da questa malattia sulle strade a pedalare.
Marco Pastonesi, per antonomasia lo scrittore dei ciclisti lenti, in gara e nella vita, racconterà le storie a pedali delle pionieristiche corse sulle 'Strade nere', come dal titolo del suo ultimo libro, su percorsi sterrati e con biciclette sgangherate. Quasi a raccogliere il testimone dalla prima storica edizione africana dei Mondiali che si è appena svolta in Rwanda.
“Insomma, dal 24 al 26 ottobre a Ferrara – racconta Foddis – troverà casa quel ciclismo degli ultimi troppo spesso ignorato dal mondo dello sport, e snobbato da chi pensa che non ci sia alcun gusto ad andare in bicicletta senza misurare i watt, le calorie, le medie orarie, le frequenze cardiache. Loro, gli aspiranti campioni della velocità, per tre giorni lasceranno la ribalta mediatica e gli onori della cronaca a chi pedala lentamente fischiettando quel motivetto della Repubblica delle Biciclette che fa così: 'Beati gli ultimi che la vita sanno godèr'".