
Quasi 28 progetti bloccati da un anno, 1625 nuclei familiari senza casa, che diventano 4500 se si guarda a quanti restano bloccati negli uffici dell'urbanistica milanese. Progetti già commercializzati su carta, ma i cui lavori non hanno ancora visto avvio. È la situazione denunciata dal Comitato Famiglie Sospese questa mattina, in un sit in davanti Palazzo Marino.
"La nostra situazione è la stessa di un anno, con mutui già accesi e prestiti fatti. Rimane bloccata - afferma Filippo Borsellino, portavoce dell'associazione -. Per ora le famiglie sono le uniche vittime di questa situazione, non credo sia tollerabile.Se qualcuno ha sbagliato speriamo ne paghi le conseguenze perché finora gli unici le stanno pagando siamo noi famiglie.
Stamattina le ultime novità. La Procura ha chiesto ha chiesto gli arresti domiciliari per l'assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, e per l’immobiliarista Manfredi Catella, fondatore e ad di Coima. I pm impegnati nell'inchiesta, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, hanno invece chiesto il carcere per un altro costruttore, Andrea Bezziccheri, già indagato per altri progetti edilizi; e per due ex componenti della Commissione per il paesaggio del Comune: Giuseppe Marinoni e l’architetto Alessandro Scandurra. Stessa misura è stata chiesta anche per l'architetto Federico Pella. Le accuse ipotizzate dalla Procura sono di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Con i risvolti giudiziari di poco fa "ci sentiamo vittime anche noi". Borsellino poi denuncia: "Alcuni costruttori non restituiscono i soldi perché, secondo loro, non è loro responsabilità". "Non abbiamo la presunzione di superare la legge. È giusto che la procura faccia il suo lavoro, ma è anche giusto che le centinaia di famiglie di Milano vengano tutelate" sottolinea. Il portavoce fa poi appello alla politica: "Chiediamo quello per cui abbiamo pagato". Di mezzo ci sono soldi e investimenti fatti davanti a notai su progetti pubblici, oltre al futuro di numerose famiglie. "Chiediamo che i nostri diritti vengano rispettati. Ci dicano quali saranno i risvolti futuri nell'immediato in modo tale che possiamo comportarci di conseguenza" rimarca. Il sit in è stato convocato per oggi con l'idea di chiedere un tavolo di confronto a tutti i soggetti coinvolti, sia a livello istituzionale che tecnico, ma ora "capiamo se ci sono ancora i presupposti".
"Al di là del garantismo formale, massimo rispetto per autorità giudiziaria e massima convinzione che le società associate ad Aspesi (Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare ndr) abbiano sempre seguito quello che veniva indicato dal Comune di fare" dice Federico Filippo Oriana, presidente Aspesi. Secondo Oriana "si è agito in totale buona fede" e sull'illegittimità della procedura "valuterà la magistratura". Ciò non toglie "che è bloccato il settore e sono qui a manifestare solidarietà alle Famiglie". "Abbiamo lo stesso problema nato dalla stessa causa - rimarca -, questa incomprensione tra autorità amministrativa e giudiziaria che si risolve con una nuova legge nazionale. Poi non sarà il salva Milano perché non ha più le condizioni di supporto politico parlamentare sufficienti". Il problema non è solo milanese, per questo motivo "è importante ci sia una legge nazionale. A essere bloccate sono demolizioni e ricostruzioni, che Oriana afferma essere "la base della rigenerazione urbana" e un "meccanismo vitale per il progresso del Paese".