Valastro (Cri): "anniversario Convenzione Ginevra tra 120 conflitti e regole infrante"

Rosario Valastro, presidente Cri
Rosario Valastro, presidente Cri
21 agosto 2025 | 15.12
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Ad oggi in tutto il mondo, si contano almeno 120 conflitti in atto. Ed è in questo contesto che domani ricorre il 161esimo anniversario della Convenzione di Ginevra, culla del diritto umanitario e delle regole universali per la protezione delle vittime nei conflitti, l’obbligo di estendere senza alcuna discriminazione le cure a tutti i militari feriti e malati, il rispetto del personale medico. "Norme - ricorda all'Adnkronos il presidente della Cri, Rosario Valastro - firmate dagli Stati e vigenti".

"La prima Convenzione di Ginevra 22 agosto 1864 segna l'inizio delle regole che sono alla base di quello che è il rispetto dell'uomo in tutte le situazioni, comprese chiaramente e soprattutto quelle dei conflitti; è un po' la cessazione giuridica del detto 'in guerra tutto è concesso'. Ecco in guerra non è tutto concesso - continua Valastro - perché anche la guerra ha delle regole. Sarebbe giusto e bello, oggi, poter dire che quello delle convenzioni di Ginevra è un patrimonio giuridico ormai acquisito. Quanto sta accadendo è, al contrario, una conferma che non esistono patrimoni giuridici acquisiti per sempre, ma vanno difesi giorno dopo giorno. Molto triste che questo anniversario capiti proprio in un momento così denso di incertezza per la dignità, per la vita di centinaia di migliaia di persone, come se già la situazione di particolare sofferenza che li vede loro malgrado protagonisti non sia sufficiente; è molto triste che capiti in un periodo in cui nel mondo esistono 120 conflitti, la consapevolezza giuridica e umana più che essere acquisita viene dolorosamente e in molti casi infranta e non considerata, quasi considerata obsoleta, fuori moda".

"La cosa che più sconvolge è il fatto che sia considerato normale non parlarne, non so esattamente quanti comunicati, presi di posizione, interviste, allarmi ho fatto io nel mio nel piccolo della Croce Rossa Italiana e in grande ha fatto il movimento internazionale di Croce Rossa. Adesso - ribadisce il presidente - non c'é nemmeno più qualcuno che contraddica quanto detto, c'è una sorta di indifferenza, di ignavia su questo. E' come se ci fossimo noi che urliamo nel deserto, è una cosa tipica dei folli. Tuttavia, io devo avere fiducia nell'umanità, e ricordare questo anniversario e questi principi dà forza e consapevolezza ai volontari della Croce Rossa. Tanto è vero che, quando ho fatto qualche settimana fa un appello un po' a tutti i volontari della croce rossa italiana, dopo l'ennesimo momento di 'schizofrenia' accaduto in questo conflitto, quando è stata bombardata la sede della Mezza Luna Rossa palestinese e morti gli ennesimi operatori in un tragico montepremi che aumenta, ho ricevuto tantissimi messaggi di risposta in cui hanno detto 'noi ci siamo, siamo pronti, siamo immaginando come fare; qualcuno mi ha scritto delle fiabe che si possono dare ai bambini alle scuole elementari. Siamo consapevoli che non possiamo attivare noi i corridoi umanitari, che non possiamo costruirli o portare cibo, medicinali, se non possiamo entrare nei confini. E al pari che non possiamo andare a vedere gli ostaggi. Certo, domani sarebbe un bel compleanno se ci fosse una telefonata che annuncia l'apertura di corridoi umanitari e un'altra che ci autorizzasse a portare gli stessi beni agli ostaggi. Proprio in considerazione della nostra neutralità e di una umanità che non conosce bandiere". (di Silvia Mancinelli)

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