Cultura, rapporto Symbola: valore filiera arriva a 112 mld, 1,5 mln gli addetti

Presentato il quindicesimo rapporto 'Io sono Cultura', sistema genera un valore aggiunto per circa 302,9 mld di euro

Cultura, rapporto Symbola: valore filiera arriva a 112 mld, 1,5 mln gli addetti
25 novembre 2025 | 14.10
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Nel 2024 crescono valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo, rispettivamente a 112,6 miliardi di euro (+2,1% rispetto al 2023) e 1,5 milioni di addetti (+1,6% rispetto al 2023). In questo quadro cultura e creatività, direttamente o indirettamente, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 302,9 miliardi di euro equivalenti al 15,5% della ricchezza complessiva del Paese. Questi i dati principali contenuti in 'Io sono Cultura 2025', il rapporto annuale di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte.

Il rapporto, arrivato alla quindicesima edizione - e realizzato anche con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura - è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente di Unioncamere; Alessandro Rinaldi, vicedirettore generale Centro Studi Guglielmo Tagliacarne; Valeria Brambilla, socio ed amministratore delegato Deloitte & Touche; Beniamino Quintieri, presidente Istituto per il Credito Sportivo e Culturale. Ne hanno discusso Antonella Andriani, vicepresidente Adi Associazione per il Disegno Industriale; Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio; Raffaele Ranucci, amministratore delegato Fondazione Musica per Roma; Chiara Sbarigia, presidente Apa Associazione Produttori Audiovisivi.

L'analisi evidenzia che il comparto dei software e videogiochi è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera con 17,7 miliardi di euro di valore aggiunto mentre Lombardia e Lazio sono le regioni che producono più ricchezza con la cultura. La Sardegna e Calabria, invece, sono le regioni con la crescita più forte rispetto al 2023. Sul fronte delle città, il rapporto sottolinea che Milano è la prima per valore aggiunto e occupazione; seguono Roma, Torino, Firenze, Monza – Brianza, Trieste e Bologna nella top ten delle province.

Il rapporto evidenzia inoltre che, grazie alla loro forte relazione con la manifattura, cultura e bellezza hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy. Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i dati dell’ultimo decennio dimostrano che si tratta di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza, ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo a tutti i settori economici che beneficiano del processo di culturalizzazione dell’economia grazie anche all’azione degli 'Embedded Creatives', ovvero i professionisti culturali e creativi che operano al di fuori dei settori che costituiscono il 'Core cultura'.

Bellezza e cultura - attesta il rapporto - sono parte del Dna italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per uscire dalle crisi. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia: la cultura per l’Italia è un formidabile attivatore di economia: una filiera in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2024 è cresciuto dal punto di vista del valore aggiunto (112,6 miliardi di euro, in aumento del +2,1% rispetto all’anno precedente e del +19,2% rispetto al 2021).

Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 289 mila imprese (in crescita del +1,8% rispetto al 2023) e più di 27.700 mila organizzazioni senza scopo di lucro che si occupano di cultura e creatività (il 7,6% del totale delle organizzazioni non-profit). Ma il 'peso della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 302,9 miliardi di euro.

Continua anche nel 2024 la ripresa del Mezzogiorno che presenta tassi di crescita superiori alla media nazionale sia con riferimento al valore aggiunto (+4,2% rispetto ad una crescita media nazionale pari a +2,1%) che agli occupati (+2,9% anziché +1,6%). Spiccano, in particolare, gli incrementi della Calabria (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +4,7%) e della Sardegna (valore aggiunto: +7,5%; occupazione: +6,2%).

“La forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi può offrire un contributo importante ad una transizione verde e digitale. Un’economia più a misura d’uomo e per questo più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export. Come più volte sottolineato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ‘la cultura non rappresenta un lusso superfluo, ma un autentico asset competitivo’”.

“La crescita del sistema culturale e creativo - afferma Andrea Prete, presidente di Unioncamere - non può prescindere da un investimento serio sulle persone. Le imprese ci dicono che oltre una entrata su due è difficile da reperire, perché servono competenze sempre più ibride: digitali, creative, gestionali. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “è il grande paradosso italiano: abbiamo un settore che continua a generare valore e occupazione, ma fatica a trovare i profili necessari per competere. La trasformazione digitale, in particolare, sta accelerando la domanda di figure capaci di integrare creatività e tecnologia: dall’uso evoluto dell’intelligenza artificiale alle competenze di data analysis, dalla produzione audiovisiva avanzata alla progettazione di contenuti e servizi digitali. Colmare questo mismatch - ha sottolineato Prete - significa rafforzare orientamento, formazione e politiche attive, mettendo in connessione il mondo della cultura con scuole, università, ITS e nuove professioni. Perché senza le giuste competenze, anche il potenziale creativo del Paese rischia di rimanere inespresso”.

“Deloitte, con il proprio settore specialistico della revisione contabile – sottolinea Valeria Brambilla, amministratore delegato di Deloitte & Touche S.p.A - crede che misurare il valore generato sia una condizione essenziale per una pianificazione strategica realmente efficace: quando parliamo di cultura, questa esigenza diventa ancora più evidente e specifica. L’impatto della cultura supera infatti i confini economici e occupazionali e investe la coesione sociale, l’innovazione, il benessere delle comunità. Per questo supportiamo anche quest’anno la realizzazione del Rapporto 'Io Sono Cultura', che ribadisce come sia fondamentale adottare strumenti di valutazione e rendicontazione, che sappiano cogliere la profondità e la multidimensionalità del valore culturale, al fine di generare benefici duraturi per i territori e per le persone”.

Fornasetti rinnova per il quindicesimo anno la sua partnership con Fondazione Symbola dando, ancora una volta, un volto alla copertina del suo rapporto annuale Io sono Cultura. Una scelta che va ben oltre la grafica e l’Art Direction e che trova la sua ragion d’essere in una vera e propria comunione d’intenti. Fornasetti è un’impresa artistica e un attore culturale, e vede radicati in Fondazione Symbola alcuni dei valori più sentiti dall’Atelier, la valorizzazione della creatività e della cultura, valori che, grazie a 'Io sono Cultura', si riappropriano del giusto merito che spetta loro nel contesto sociale. Questa immagine ispira, infatti, un doppio richiamo: sia la differenza di contenuti dovuti ai nuovi linguaggi, nuove tecnologie, nuove generazioni e un insieme di diversità che convivono; sia il movimento della ruota e del movimento in avanti, da cui idea di ricambio e anche di velocità. In particolare, la velocità contraddistingue l’era in cui siamo immersi, guidati dai social e da contenuti sempre più rapidi (es. reels, TikTok, etc.): qualsiasi cosa può diventare virale in pochissimo tempo e con la stessa velocità consumarsi, per dare spazio ad altro.

'Io Sono Cultura' permette di analizzare l’evoluzione della filiera in termini di produzione di ricchezza e creazione di posti di lavoro. Negli ultimi anni, il settore culturale e creativo ha mostrato una ripresa significativa, con una crescita costante in termini di valore aggiunto e di occupazione. Tuttavia, l'andamento non è stato uniforme tra i vari settori: ve ne sono alcuni che hanno registrato incrementi più marcati di altri e settori che hanno subito delle contrazioni. L'analisi dei dati del 2024 evidenzia una trasformazione del panorama culturale e creativo italiano, con una crescente digitalizzazione e una ridefinizione delle dinamiche occupazionali. Il settore che cresce di più in termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno è quello dei Software e videogiochi (+8,0%), seguito dalle attività di Comunicazione (+4,4%). Si tratta di settori che crescono anche da un punto di vista occupazionale, registrando in un solo anno un aumento dei lavoratori rispettivamente pari al +2,3% e +5,7%.

Le Performing arts e arti visive hanno registrato una crescita del valore aggiunto del +2,2% nel 2024 e del +34,4% dal 2021, mentre l'occupazione è aumentata del +2,6% nell'ultimo anno e del +9,6% dal 2021. Anche il Patrimonio storico e artistico mostra segnali di ripresa, con un incremento del valore aggiunto del +1,5% nel 2024 e del +32,0% dal 2021, accompagnato da una crescita dell'occupazione del +7,6% nell'ultimo anno e del +21,1% dal 2021. L’Audiovisivo e musica ha evidenziato una crescita più contenuta, con un aumento del valore aggiunto del +0,5% nel 2024 e dal +7,2% dal 2021, mentre l'occupazione è cresciuta del +8,1% dal 2021 ma solo del +0,1% nell'ultimo anno, rilevando una sostanziale stabilità del settore.

Il settore dell'Editoria e stampa, pur mantenendo un ruolo centrale nel panorama culturale, ha registrato una crescita più contenuta. Il valore aggiunto raggiunge gli 11 miliardi, in aumento del +6,2% dal 2021, ma con una flessione del -1,5% nell'ultimo anno. I lavoratori del settore sono 196 mila, in crescita del +1,9% nel 2024 e del +3,3% dal 2021, seppur il comparto non sia riuscito a recuperare pienamente le perdite subite negli anni precedenti. Il mercato editoriale italiano, in particolare, appare complessivamente maturo e stabile, ma mostra segnali di revisione delle preferenze del pubblico e una forte digitalizzazione, con un crescente peso della narrativa italiana e una rinnovata centralità delle librerie fisiche. Non tutti i comparti hanno mostrato una dinamica positiva. Il settore Architettura e design ha registrato una contrazione del valore aggiunto del -6,3% dal 2023, con una riduzione dell'occupazione del -5,5%. Una dinamica influenzata dalla fine degli incentivi fiscali nell’edilizia (come Superbonus e altri bonus), che ha causato un brusco calo degli investimenti nel settore edilizio-residenziale nel 2024. Questo rallentamento degli investimenti si riflette naturalmente sul lavoro degli studi di architettura e design e sull’indotto legato alla progettazione e realizzazione di spazi abitativi e commerciali.

C’è poi la componente Embedded Creatives, composta da tutti i professionisti culturali e creativi che operano al di fuori dei settori che costituiscono il Core cultura - designer, esperti di comunicazione, storyteller, curatori, art director, artisti, architetti che è strettamente connessa ai processi di culturalizzazione che hanno progressivamente interessato un numero crescente di settori economici: inizialmente quelli del manifatturiero avanzato e, più recentemente, in misura sempre maggiore, quelli dei servizi. Le attività svolte dagli Embedded Creatives hanno generato nel 2024, come visto, un valore aggiunto che ha superato i 49 miliardi di euro, con una crescita del +2,7% rispetto al 2023 e un’espansione del +17,1% sul 2021, a conferma del rafforzamento strutturale di questo segmento. Il settore in cui gli Embedded Creatives producono maggior ricchezza è quello degli “altri servizi alle imprese”: il 22 % del totale e, a conferma del ruolo strategico dei professionisti creativi per l’innovazione trasversale del settore, si segnala una loro crescita del +1,7% annua e del +6,8% nel triennio.

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