David Szalay vince Booker Prize con 'Flesh'

La traduzione italiana dal titolo "Nella carne" è uscita lo scorso 7 ottobre da Adelphi

David Szalay vince Booker Prize con 'Flesh'
11 novembre 2025 | 12.01
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Lo scrittore britannico-ungherese David Szalay ha vinto il Booker Prize 2025 per il suo romanzo "Flesh" (Jonathan Cape; in Italia pubblicato da Adelphi con il titolo "Nella carne" lo scorso 7 ottobre). L'opera, definita "straordinaria" e "un libro davvero speciale", ha conquistato la giuria del prestigioso premio letterario riservato ai libri in lingua inglese pubblicati nel Regno Unito con la sua "scrittura essenziale" e il suo "sguardo spietatamente umano".

Il romanzo, sesto nella produzione di Szalay, segue la vita di István, un uomo affascinante, enigmatico e profondamente distaccato, dalla giovinezza in un quartiere popolare ungherese fino al mondo dell’alta società londinese. La storia si apre con un episodio scioccante nell'adolescenza del protagonista, destinato a segnarne il percorso di vita. Attraverso una prosa asciutta e senza fronzoli, l'autore indaga mascolinità, classe sociale, migrazione, trauma, sesso e potere.

"È, per molti versi, un libro oscuro, ma è una gioia leggerlo", ha dichiarato Roddy Doyle, presidente della giuria e vincitore del Booker Prize nel 1993. "Ci ha colpito la sua singolarità: non assomiglia a nessun altro romanzo. Presenta un certo tipo di uomo, e ci invita a guardare dietro la sua faccia, dietro la corazza emotiva".

Critici e giurati hanno elogiato la sobrietà e la precisione dello stile di Szalay, in cui il non detto diventa parte integrante del racconto. "Ci è piaciuta la sobrietà della scrittura: così tanto è detto senza che ce ne accorgiamo", ha aggiunto Doyle. "Il dolore, ad esempio, viene espresso attraverso le pause, gli spazi bianchi"

La decisione di assegnare a Szalay il premio da 50.000 sterline è stata unanime. Oltre a Doyle, nella giuria figuravano l'attrice Sarah Jessica Parker e gli scrittori Chris Power, Ayọ̀bámi Adébáyọ̀ e Kiley Reid.

La cerimonia si è tenuta nella serata di lunedì 10 novembre all'Old Billingsgate di Londra, dove l'atmosfera è stata resa ancora più speciale da un cortometraggio ispirato al romanzo, accompagnato da un brano originale del rapper Stormzy. Tra i fan più entusiasti di "Flesh" anche Dua Lipa, che ha definito il romanzo "una lettura devastante e bellissima".

Szalay ha raccontato, in un articolo pubblicato sul "Guardian", che il libro è stato "concepito all'ombra del fallimento": nel 2020 aveva infatti abbandonato un altro romanzo su cui lavorava da quasi quattro anni. "Flesh" è nato, ha detto l'autore, dal desiderio di esprimere "la sensazione che la nostra esistenza sia innanzitutto un'esperienza fisica, e che tutte le sue altre dimensioni derivino da quella fisicità". Il romanzo è stato definito dalla giuria una "meditazione sulla classe, il potere, l'intimità e la migrazione", nonché "un ritratto avvincente di un uomo e delle esperienze formative che ne segnano la vita intera".

Szalay ha superato una sestina finale di grande forza: "Flashlight" di Susan Choi (Jonathan Cape); "The Loneliness of Sonia and Sunny" di Kiran Desai (Hamish Hamilton; traduzione in italiano da Adelphi nel 2026); "Audition" di Katie Kitamura (Fern Press); "The Rest of Our Lives" di Ben Markovits (Faber & Faber); "The Land in Winter" di Andrew Miller (Sceptre; traduzione italiana "La terra d'inverno" da NN Editore).

Nato a Montreal nel 1974 da padre ungherese e madre canadese, Szalay è cresciuto a Londra e oggi vive a Vienna. Laureato a Oxford, ha lavorato come venditore di spazi pubblicitari nel settore finanziario, esperienza che ha ispirato il suo esordio "London and the South-East". Szalay era già stato candidato al Booker Prize nel 2016 con "All That Man Is" ("Tutto quello che è un uomo", Adelphi, 2017). Con "Flesh", Szalay porta alla casa editrice Jonathan Cape il decimo Booker Prize della sua storia: lo stesso marchio aveva pubblicato anche la vincitrice del 2024, "Orbital" di Samantha Harvey. (di Paolo Martini)

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