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G7, pressing Usa su asset russi ma Ue frena

Giorgetti: "Intesa su anticipo proventi non facile, serve base giuridica"

La riunione del G7
La riunione del G7
23 maggio 2024 | 19.46
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Pressing degli Usa al G7 per anticipare l’uso dei proventi degli asset russi congelati ma l’Ue frena per le perplessità sulla base giuridica dell’operazione. Il vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori centrali delle sette maggiori economie mondiali (Usa, Canada, Giappone, Italia, Francia, Germania e Regno Unito) apre i battenti stasera a Stresa - sotto la presidenza del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e del governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta - ma i partner presenti hanno già anticipato le loro posizioni ed intrattenuto bilaterali nella località metà dei Grand tour dell'aristocrazia europea nel secolo scorso e di intellettuali in cerca di ispirazione. Non a caso il summit si terrà al Grand Hotel des Iles Borromées dove lo scrittore Ernest Hemingway scrisse parte del romanzo ‘Addio alle armi’.

E al suo arrivo a Stresa il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, prima tra i ministri a parlare in conferenza stampa, ha sollecitato la necessità di anticipare a Kiev gli interessi futuri degli attivi russi congelati. Una posizione più soft rispetto a quella iniziale di usare tutti i 300 miliardi di attivi della banca centrale russa immobilizzati in Occidente (due terzi solo in Europa) dopo il 'muro' dei partner Ue, Germania in testa. ma anche in questo caso i dubbi dell’Unione europea restano, tanto più che, con difficoltà, l’Ue è riuscita a trovare un accordo per l’uso dei ricavi di quest’anno, circa 3-5 miliardi di euro. “Dobbiamo lavorare insieme su opzioni più ambiziose”, ha detto Yellen in conferenza stampa stamane a Stresa. "Non adottare ulteriori misure non è un’opzione accettabile, dobbiamo essere risoluti e uniti".

Al padrone di casa, presidente di turno del G7 finanziario Giancarlo Giorgetti la difficile mediazione, con Germania e Francia che hanno già chiarito di restare nel solco della decisione Ue. Trovare un accordo sul tema "non è semplice", ha detto il ministro dell’Economia al termine di un bilaterale con Yellen nella località sul Lago Maggiore. "Molto faticosamente si è trovato un compromesso, una base legale, per l’uso degli extra-profitti di oggi, il problema è come trasferire questa base legale sui futuri proventi finanziari e costruire una sorta di garanzia per un prestito che a questo punto potrebbe essere dei paesi del G7", ha spiegato Giorgetti parlando alla stampa a Stresa.

"Non è semplice - aggiunge Giorgetti - abbiamo alcune riserve anche dalle banche centrali, ci stiamo lavorando". E insiste "c’è da lavorare molto, essere anche un po’ creativi, quello che serve alla fine è una nuova regolamentazione a livello europeo e quindi una decisione a 27". I proventi di questi asset, spiega ancora, "potrebbero servire a ripagare il prestito che viene erogato in un'unica soluzione nel 2024 o più presumibilmente nel 2025".

"Non è un problema di cifre - incalza - certo la cifra è importante perché deve essere significativa per l'uso che ne viene fatto ma a livello europeo il problema è la base legale con cui utilizzare questi proventi. E' stato raggiunto l'accordo per quelli di quest'anno bisogna trovare il sistema per estenderli per il futuro". Ma "sappiamo perfettamente che in Europa ci sono le elezioni e tutto si complica", osserva Giorgetti.

L’Europa, più esposta degli Usa nei rapporti economici con la Russia, teme ritorsioni di Mosca sulle sue aziende. E una prima ‘vendetta’ in questo senso da parte del Cremlino sarebbe stato il trasferimento delle attività di Bosch in Russia a Gazprom housing, come accaduto anche per l’italiana Ariston. Ma su questo aspetto Giorgetti parla con realismo : "Le ritorsioni - osserva - ci sono già state e ci saranno".

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