
L'ex ministro dell’Economia in Argentina dal 2019 al 2022, ha lavorato al Rapporto Giubilare sul debito che è stato presentato nel corso della giornata conclusiva del settimo Festival Nazionale dell’Economia civile a Firenze
Martin Guzman, professore alla Columbia University e ministro dell’Economia in Argentina dal 2019 al 2022, ha lavorato al Rapporto Giubilare sul debito che è stato presentato nel corso della giornata conclusiva del settimo Festival Nazionale dell’Economia civile a Firenze.
Fra i temi principali affrontati nel Rapporto voluto da Papa Francesco c’è il ruolo crescente dei creditori privati che ha reso ancora più complessa la situazione dei Paesi fragili alle prese con la crisi del debito. Il Rapporto offre una diagnosi completa della crisi del debito che colpisce decine di Paesi, soprattutto in Africa ma anche in America Latina e Asia Meridionale, dove oltre 3 miliardi di persone vivono in Stati che spendono più per ripagare il debito che in sanità, istruzione e infrastrutture. L’analisi quindi evidenzia come il debito, inizialmente contratto per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, si trasforma poi in una “trappola” per le economie dei Paesi in via di sviluppo finendo per aumentare la povertà e il degrado delle condizioni di vita dei cittadini.
Secondo Guzman, per affrontare la crisi del debito è necessario prima di tutto riformare il sistema finanziario internazionale: "Quando un Paese affronta una crisi, di solito deve negoziare con molti soggetti diversi – ha spiegato -. Deve negoziare con il settore privato internazionale, principalmente Wall Street; con i creditori del Club di Parigi, cioè i Paesi OCSE che concedono prestiti bilaterali; con i creditori non appartenenti al Club di Parigi in particolare la Cina, il nuovo grande attore, e con le istituzioni multilaterali. Non esiste un quadro condiviso: le negoziazioni avvengono sulla base dei rapporti di forza, sono dispute di potere. Sono estremamente complesse e gli esiti più comuni sono insoddisfacenti”. Il sistema attuale dovrebbe essere riformato, secondo Guzman, in base ai principi di “sostenibilità” e “parità di trattamento tra creditori".
Il FNEC nasce da un’idea di Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) promosso con Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt – Nuova Economia per Tutti, con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Federazione Toscana delle BCC, Enel, Frecciarossa, Publiacqua e la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze, SEC – Scuola di Economia Civile, Gioosto e di MUS.E.