Un’occasione di confronto tra intelligenza artificiale, cultura e design, per ridefinire il ruolo della creatività italiana nella trasformazione tecnologica globale.
Il Gruppo Qubit ha fatto il suo ingresso nel mercato londinese dopo l’acquisizione di The House of Ai, la società specializzata in intelligenza artificiale applicata alla comunicazione e all’innovazione, presentandosi con The Italian Edge, l’appuntamento che mette al centro il contributo italiano nella trasformazione digitale, il design e l’intelligenza artificiale. Un’occasione di confronto tra intelligenza artificiale, cultura e design, per ridefinire il ruolo della creatività italiana nella trasformazione tecnologica globale.
"Innovare non significa solo adottare nuove tecnologie, ma trovare nuovi significati. È questo il senso del nostro approccio integrato: unire ricerca, dati, creatività ed empatia per rendere l’innovazione più umana", ha dichiarato Luca Morvilli, Ceo di Qubit Group, aprendo la presentazione del network e delle sue agenzie: Gpf Inspiring Research, Carmi & Ubertis, The Full Project, The House of AI e Arsenale 23. Un ecosistema che traduce la complessità dei dati in linguaggi visivi, esperienze digitali e strategie capaci di connettere tecnologia e identità di marca.
Nel suo keynote 'The Strategic Threshold: Why Ai Optimisation Is Holding Back Strategy', Richard Foster-Fletcher (Founder & Executive Chairman, Mkai) ha sottolineato il rischio di una 'Ai dell’efficienza', invitando le aziende a proteggerne la dimensione umana e strategica: "Quando tutti ottimizzano allo stesso modo, l’efficienza smette di essere un vantaggio competitivo". Il successivo panel “The Human Algorithm: How Italian Creativity Can Lead the Ai Marketing Revolution”, moderato da Orson Francescone (Managing Director, Ft Live), ha riunito Beatrix Mészáros, Daniel Gava, Nicola Favaron e Fabio Ardossi in un dialogo su come la cultura e il senso estetico italiani possano umanizzare l’uso dell’intelligenza artificiale.
Tra i temi emersi: l’urgenza di una adozione culturale dell’Ai, la necessità di formare nuove competenze ibride e la centralità di valori come autenticità, inclusione e bellezza nel futuro della comunicazione. "La tecnologia è un linguaggio, ma serve l’uomo per darle senso", ha ricordato Ardossi (The House of Ai).
Per Nicola Favaron (Istituto Marangoni London), "AI è la prima tecnologia capace di decidere per noi: dobbiamo insegnarle a collaborare, non a sostituirci".
Attraverso The Italian Edge, Qubit Group riafferma la propria missione: unire empatia, strategia e tecnologia in un modello di innovazione ispirato alla cultura italiana e aperto al mondo. Un ponte tra Italia e Regno Unito per costruire un’intelligenza artificiale che non cancelli l’uomo, ma lo renda protagonista.