Il gruppo Qubit ha portato a Londra l’innovazione italiana nell’era dell’Ai

Un’occasione di confronto tra intelligenza artificiale, cultura e design, per ridefinire il ruolo della creatività italiana nella trasformazione tecnologica globale.

Il gruppo Qubit ha portato a Londra l’innovazione italiana nell’era dell’Ai
11 novembre 2025 | 13.00
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Il Gruppo Qubit ha fatto il suo ingresso nel mercato londinese dopo l’acquisizione di The House of Ai, la società specializzata in intelligenza artificiale applicata alla comunicazione e all’innovazione, presentandosi con The Italian Edge, l’appuntamento che mette al centro il contributo italiano nella trasformazione digitale, il design e l’intelligenza artificiale. Un’occasione di confronto tra intelligenza artificiale, cultura e design, per ridefinire il ruolo della creatività italiana nella trasformazione tecnologica globale.

"Innovare non significa solo adottare nuove tecnologie, ma trovare nuovi significati. È questo il senso del nostro approccio integrato: unire ricerca, dati, creatività ed empatia per rendere l’innovazione più umana", ha dichiarato Luca Morvilli, Ceo di Qubit Group, aprendo la presentazione del network e delle sue agenzie: Gpf Inspiring Research, Carmi & Ubertis, The Full Project, The House of AI e Arsenale 23. Un ecosistema che traduce la complessità dei dati in linguaggi visivi, esperienze digitali e strategie capaci di connettere tecnologia e identità di marca.

Nel suo keynote 'The Strategic Threshold: Why Ai Optimisation Is Holding Back Strategy', Richard Foster-Fletcher (Founder & Executive Chairman, Mkai) ha sottolineato il rischio di una 'Ai dell’efficienza', invitando le aziende a proteggerne la dimensione umana e strategica: "Quando tutti ottimizzano allo stesso modo, l’efficienza smette di essere un vantaggio competitivo". Il successivo panel “The Human Algorithm: How Italian Creativity Can Lead the Ai Marketing Revolution”, moderato da Orson Francescone (Managing Director, Ft Live), ha riunito Beatrix Mészáros, Daniel Gava, Nicola Favaron e Fabio Ardossi in un dialogo su come la cultura e il senso estetico italiani possano umanizzare l’uso dell’intelligenza artificiale.

Tra i temi emersi: l’urgenza di una adozione culturale dell’Ai, la necessità di formare nuove competenze ibride e la centralità di valori come autenticità, inclusione e bellezza nel futuro della comunicazione. "La tecnologia è un linguaggio, ma serve l’uomo per darle senso", ha ricordato Ardossi (The House of Ai).

Per Nicola Favaron (Istituto Marangoni London), "AI è la prima tecnologia capace di decidere per noi: dobbiamo insegnarle a collaborare, non a sostituirci".

Attraverso The Italian Edge, Qubit Group riafferma la propria missione: unire empatia, strategia e tecnologia in un modello di innovazione ispirato alla cultura italiana e aperto al mondo. Un ponte tra Italia e Regno Unito per costruire un’intelligenza artificiale che non cancelli l’uomo, ma lo renda protagonista.

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