"Il Piemonte guarda al futuro e punta su infrastrutture strategiche, energia e politiche demografiche"
Il Piemonte corre, anche se con il freno tirato. Tra settori in espansione, come agroalimentare, It e turismo, e comparti in difficoltà, uno su tutti l'automotive, il futuro si gioca su infrastrutture strategiche, energia e politiche demografiche, sanza dimenticare la formazione dei giovani rivolta all'imprenditorialità. Gli imprenditori lanciano quindi un appello alla politica: servono una visione industriale di lungo periodo e interventi concreti, o si rischia di perdere competitività.
"In questo momento non siamo né molto fortunati né molto preoccupati -spiega all'Adnkronos il presidente di Confidustria Piemonte, Andrea Amalberto-. Abbiamo dei settori che vanno molto bene; l'agroalimentare, l'It e il turismo stanno funzionando e stanno facendo numeri importanti. Il turismo, poi, include anche l'industria, perché coinvolge alberghi e negozi, così come la produzione, l'industria e molto altro". C'è tuttavia "un tallone d'Achille", rappresentato dall'automotive, che è in crisi e pesa sulle aziende: "Le nostre -puntualizza il presidente degli industriali piemontesi- sono tra le più brave sui componenti, ma il cittadino europeo non sa quale mezzo comprare e nel dubbio non lo compra". Un certo ottimismo, tuttavia, arriva dalla logistica: "Da quel punto di vista si stanno insediando varie aziende e stiamo vedendo del fermento".
Il Piemonte ospita 1.300 multinazionali, il 95% delle quali soddisfatte di poter avere sede nella regione: "Sono felici e contente di essere sul nostro territorio -assicura Amalberto-; abbiamo realtà molto importanti, dalle quali nei prossimi anni arriveranno investimenti consistenti. E questo, senza dubbio, costituisce un punto di forza per il Piemonte". Lo stato delle infrastrutture, però, sembra porre un freno alla competitività: "Il Monte Bianco, chiuso tre mesi l'anno, crea problemi anche negli altri mesi", spiega il presidente citando i ritardi del Terzo Valico e della Tav: "Quando queste opere saranno completate -auspica- il Piemonte sarà al centro dell’Europa".
Nel frattempo, gli industriali chiedono politiche pluriennali, più utili delle misure spot: "Non possiamo avere provvedimenti che danno assistenza e aiuto ma durano sei mesi, o misure che hanno un budget limitato e rischiano di essere chiuse prima della scadenza", avverte. Servono "politiche per le famiglie, misure per attrarre immigrati da formare e integrare" e un costo del lavoro più equilibrato: "Paghiamo molto, ma i dipendenti hanno stipendi più bassi della media europea". Soprattutto, urgono misure di contenimento dei costi energetici, che pesano sensibilmente sulle imprese: "Il tema dell'energia passa per una programmazione che non c'è -osserva Amalberto-; è uscito il decreto sulle aree idonee, che poi è stato modificato; le regioni possono ancora esprimersi e nel frattempo gli investimenti sono fermi. Non possiamo certo risolvere il problema con le rinnovabili -dice- ma almeno è un modo". Per garantire prezzi competitivi, più che altro, "serve portare avanti il nucleare, che sarà pronto fra 10- 20 anni, e il turbogas". E c'è anche un altro nodo da risolvere, legato alla burocrazia: "Sta costando davvero molto alle imprese".
Tra le misure più urgenti da perseguire, spiega il presidente di Confindustria, "abbiamo bisogno di contrastare il cosiddetto 'inverno demografico' se vogliamo continuare a mantenere questo Paese come la seconda manifattura d'Europa; E dobbiamo immaginare di mettere più soldi in busta paga perché il costo della vita è aumentato. Gli imprenditori pagano un costo del lavoro molto alto, ma i dipendenti hanno uno stipendio più basso della media europea". In questo senso "abbiamo fatto uno sforzo rinnovando il contratto metalmeccanico in un momento in cui il settore non sta andando particolarmente bene". E abbiamo promosso un accordo con Politecnico di Torino e altre università, "per far venire voglia ai giovani di rimanere in Italia e, perché no, diventare loro stessi imprenditori".
Parlando poi del suo ruolo alla guida di Confindustria Piemonte, infine, il presidente Amalberto cita ancora altri obiettivi, legati in particolare al recupero dei contenitori vuoti e alla bonifica delle aree industriali: "Vorrei tempi e costi certi, anche con un intervento governativo", dice. Senza dimenticare "compensazione della Co₂, risoluzione Pfas e sostegno all’internazionalizzazione", richieste alla Regione. "Ci hanno detto di sì -conclude-. Ora vogliamo che il 'sì' diventi 'abbiamo fatto'".