
Il sindaco ha sottolineato che le dimissioni non avevano origine in "questioni politiche" o "di fughe" ma volevano "testimoniare un gesto eclatante". E sull'ex Ilva dice: "Non firmerò accordo programma, così com'è non ci soddisfa"
Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha revocato le dimissioni e oggi sarà al Ministero delle imprese e del Made in Italy per la riunione sull’accordo di programma per l’ex Ilva. "Non posso pensare che si discuta della nostra città e nessuno ci sia a rappresentarla", ha detto il primo cittadino della città jonica all’Adnkronos, sottolineando che le dimissioni non avevano origine in "questioni politiche" o "di fughe" ma volevano "testimoniare un gesto eclatante, perché il linguaggio delle intimidazioni e delle offese non deve prevalere".
La risposta, ha affermato Bitetti, "è arrivata forte e chiara, da più parti sono stato invitato a tornare su miei passi, perché per fortuna a Taranto esiste una maggioranza silenziosa che si esprime con il voto. Un appello, questo, che mi ha spinto a ritirare le dimissioni e a mettermi in viaggio per Roma: ho sentito il dovere di rappresentare la città". Rispetto alla firma dell’accordo, sono in corso delle riunioni della maggioranza del consiglio comunale, che sta portando avanti degli approfondimenti.
"Sono a Roma per rappresentare la città di Taranto e per ribadire al ministro che l’ accordo di programma così come è strutturato non ci soddisfa e pertanto io non lo firmerò", ha poi spiegato sulla sua pagina Facebook in un post e in un video a proposito dell'accordo di programma sull'ex Ilva.
Bitetti non firmerà l'accordo di programma nell'incontro previsto stasera "così come - ricorda - hanno detto anche gli altri rappresentanti degli enti territoriali ai quali va il mio sentito ringraziamento: parlo del presidente della Provincia, della Regione e del sindaco di Statte per la vicinanza che mi hanno dimostrato in queste ore".
"Proporrò al ministero e ai firmatari del documento di rinviare la seduta” per la definizione dell’accordo, ha poi aggiunto Bitetti. “Avevamo già trattato in questa sede alcuni argomenti e avanzato proposte utili per sottolineare la nostra contrarietà verso la nave rigassificatrice: sulla scorta delle quantità di gas ad oggi in uso allo stabilimento avevamo avanzato proposte tecniche a seguito di elementi forniti dal comitato tecnico. Non sono stati recepiti”, ha osservato Bitetti, affermando che quindi non ci sono le “condizioni di poter esprimerci sull’accordo di programma. Abbiamo bisogno di approfondire e le dinamiche poco chiare. Fino ad oggi non ci consentono di avere certezze su un accordo che vuole calare dall’alto la decisione sulla città. Taranto – ha concluso – non può più essere considerata terra di sacrificio”.