Banche, Maino (Iccrea): "Se risiko lascia sguarniti territori, noi pronti a essere presenti"

Il presidente del Gruppo Bcc Iccrea in un'intervista all'Adnkronos: "Risiko nel nostro settore? Certamente possono nascere, a livello locale, opportunità aggregative tra Bcc. Ma il nostro modello funziona anche preservando una pluralità di Banche che siano funzionali alla domanda e ai bisogni delle realtà produttive e dei nuclei familiari più locali"

Banche, Maino (Iccrea):
17 luglio 2025 | 17.03
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Nessuna mira espansiva, ma sempre pronti alla finestra se qualche territorio diventa senza un punto di riferimento bancario per le manovre del grande risiko. Giuseppe Maino, presidente del Gruppo Bcc Iccrea, in un'intervista all'Adnkronos sottolinea che "la nostra crescita deve tendere a un continuo e maggiore supporto di credito all’economia reale".

Presidente, in questi mesi si parla di risiko. Voi siete il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano. Anche voi avete in mente qualche mossa espansiva oppure vi state concentrando sulla crescita organica?

"Non ci sono particolari mire espansive in quanto il risiko attuale non ci interessa in via diretta. La nostra crescita deve tendere a un continuo e maggiore supporto di credito all’economia reale, come abbiamo fatto finora: nel 2024 il Gruppo Bcc Iccrea ha realizzato 93,5 miliardi di crediti netti alla clientela, con una crescita del 2,9% sul 2023 a fronte di un -1,6% della media del mercato, e siamo pronti a continuare su questa linea anche per quest’anno".

Ci sono state operazioni di consolidamento nel vostro settore, rispondono alle logiche del grande risiko?

"Le Bcc del nostro Gruppo, ad oggi 112, godono tutte di ottima salute e sono dei punti di riferimento solidi per le proprie comunità. Certamente possono nascere, a livello locale, opportunità aggregative tra Bcc. Ma il nostro modello funziona anche preservando una pluralità di Banche che siano funzionali alla domanda e ai bisogni delle realtà produttive e dei nuclei familiari più locali. Oggi le famiglie e le pmi possono fare affidamento su una struttura di Bcc che appartengono al nostro Gruppo, che sono capillari e ancora più forti e in grado di offrire soluzioni come ogni altro gruppo bancario nazionale, grazie agli strumenti e ai servizi che centralmente vengono messi a disposizione".

A proposito di risiko qualcuno lo ha definito un gran casino. Voi cosa ne pensate? E' inevitabile o nasconde dei rischi?

"Siamo abituati a guardare ai nostri confini e a non commentare o giudicare le operazioni altrui. Posso immaginare che, nel tempo, si sia creato un effetto domino che ha condizionato le scelte di alcune banche. Noi sappiamo che l’Italia è fatta di tante comunità, di tanti territori diversi: con queste operazioni è importante che il credito continui a funzionare e che l’economia reale prosperi perché, dove questo accade, anche le banche vertono in buone condizioni di salute, e gli istituti di credito sono aghi della bilancia della tenuta economica di ogni realtà. E se si crea questo circolo virtuoso, allora scattano le condizioni per un vero sviluppo sostenibile per chi vive e lavora sul territorio".

Quale sono le opportunità che si aprono per voi in caso di un'operazione di consolidamento? Si aprono nuove opportunità? Potete rintracciare nuove fasce di potenziale clientela?

"Siamo sempre stati alla finestra, anche in passato. Se si concretizzano effettive operazioni di fusione, e qualche territorio diventa senza un punto di riferimento bancario per motivi di scelte industriali altrui, a quel punto noi agiremo all’opposto, ricordando quanto per noi lo sportello, e l’essere effettivamente presenti sulla strada, è un passaggio fondamentale nella relazione con un cliente. Siamo il secondo gruppo in Italia per filiali: è un nostro punto di forza che tranquillizza e aiuta la famiglia o la pmi, e attendiamo che opportunità di crescita possano manifestarsi nelle future operazioni tra le altre banche".

Quali sono a vostro avviso le disfunzioni del sistema del credito in Italia?

"Sono domande molto complesse che vedono più temi insieme. Anzitutto quello di una forte pressione competitiva sul mercato dei finanziamenti alle aziende e della qualità del servizio complessivo che si offre ai clienti, che, alla fine, guardano a due elementi in particolare: il costo del prestito e i tempi di risposta. In realtà le Bcc hanno l’opportunità di far apprezzare la loro qualità di servizio di assistenza finanziaria – un’operazione di finanziamento non è solo un tema di prezzo e di tempo – grazie al patrimonio informativo che le nostre banche possono raccogliere dal cliente.

Il patrimonio informativo diventa allora fondamentale e noi, come Credito Cooperativo, possiamo vantarci di avere una strettissima relazione con chi abbiamo davanti allo sportello, che ci facilita in questa dinamica e ci permette di offrire un servizio completo e attento alle esigenze dei clienti. A queste dinamiche dobbiamo anche aggiungere l’andamento delle variabili macroeconomiche (tassi, inflazione, ecc…) che rende ancora più complessa la gestione della finanza di famiglie ed imprese, rimettendo al centro la figura di un gestore qualificato.

Quale le fasce sociali sono svantaggiate?

"Se parliamo di fasce svantaggiate ci riferiamo a quelle che, per motivi reddituali, non possono accedere al credito per mancato merito. Per questi interlocutori andrebbero studiate forme di assistenza e politiche sociali adeguate, compresi i percorsi di completa solidarietà, che potrebbero prevedere un sostegno pubblico per favorire finanziamenti a fondo perduto o senza applicazione di tassi di interesse".

L'accordo siglato con i sindacati?

"Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto, che riguarda il Vpa (Valore di produttività aziendale). È la formula di premio che si estende a tutte le Bcc del Gruppo e fa registrare un incremento generale di forte soddisfazione rispetto all’anno precedente. L’intesa tra l’altro stabilisce che una quota rilevante delle risorse possa essere destinata al welfare, alla sanità integrativa e alla previdenza complementare. In questo senso, insieme alle organizzazioni sindacali, abbiamo messo in pratica i principi cooperativi che ispirano il nostro impegno e che si traducono in elementi concreti a favore del benessere delle nostre risorse". (di Andrea Persili)

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