Gaza, Netanyahu: "Guerra non è finita, chi vuole farci male si sta riarmando"

Il premier incontra l'inviato e il genero di Trump a Gerusalemme. Hamas riafferma impegno a rispetto accordo. Pena di morte ai terroristi che uccidono israeliani, Knesset approva in prima lettura

Benjamin Netanyahu - Afp
Benjamin Netanyahu - Afp
10 novembre 2025 | 18.14
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La guerra "non è finita". Così in un discorso alla Knesset il premier israeliano Benjamin Netanyahu, come riporta il Times of Israel. "Chi cerca di farci del male si sta riarmando. Non hanno rinunciato all'obiettivo di distruggerci", ha proseguito, ripetendo che Hamas "sarà disarmato". "Gaza sarà smilitarizzata. Accadrà nel modo più semplice o in quello più difficile - ha detto -. Ma accadrà".

Israele, ha poi continuato, è determinato a far rispettare "con il pugno di ferro" gli accordi di tregua nella Striscia di Gaza e in Libano. "Vedete cosa accade ogni giorno in Libano", ha proseguito il primo ministro riferendosi ai raid contro Hezbollah.

Lo Stato ebraico, ha assicurato ancora, "è determinato a riportare a casa i quattro ostaggi deceduti rimasti a Gaza".

Intanto Netanyahu oggi ha incontrato l'inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, ed il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, ha riferito al Times of Israel una fonte all'interno dell'ufficio del premier, precisando che i temi principali della riunione sono stati gli sforzi per mantenere in vigore il cessate il fuoco a Gaza e per riportare in Israele gli ostaggi deceduti.

In particolare, al centro dell'incontro a Gerusalemme la fase due dell'accordo, ha reso noto la portavoce dell'ufficio di Netanyahu, Shosh Bedrosian, precisando che "i due hanno discusso della fase uno, in cui ci troviamo ancora, e della fase due di questo piano, che include il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione di Gaza e la garanzia che Hamas non avrà mai alcun ruolo nel futuro di Gaza".

"La fase due include anche l'istituzione della forza internazionale di stabilizzazione, i cui dettagli ovviamente sono in fase di discussione", ha aggiunto Bedrosian.

Hamas ribadisce impegno a rispetto accordo

Hamas ha intanto riaffermato il proprio impegno a rispettare l'accordo mediato dagli Stati Uniti, denunciando tuttavia le "continue violazioni" da parte d'Israele e sollecitando i mediatori internazionali a intervenire immediatamente "per fermarle".

Secondo quanto dichiarato dal movimento palestinese in un comunicato, le violazioni "sono iniziate quasi subito dopo la firma dell'accordo" e si riflettono nei "271 palestinesi uccisi e 622 feriti dagli attacchi dell'esercito israeliano", oltre che negli arresti, nelle demolizioni di abitazioni, nella chiusura del valico di Rafah. "Nel primo mese la vera assistenza umanitaria non ha superato il 40% dei camion previsti, meno di 200 al giorno sui 600 concordati", ha denunciato il movimento, sottolineando come "la stessa situazione si registra per la consegna del carburante".

"Il carburante è essenziale per la ripresa della vita, perché permette il funzionamento dei generatori degli ospedali, l'apertura delle strade, il trasporto e la ricostruzione delle infrastrutture", si legge. Hamas ha ricordato di aver rispettato i propri termini dell'accordo, "consegnando i resti dei prigionieri israeliani e cooperando per il recupero di altri corpi".

"I leader politici e militari dell'occupazione continuano a incitare quasi ogni giorno alla ripresa della guerra, ignorando i termini dell'accordo e sfidando la comunità internazionale - scrive Hamas, esortando a - un rigoroso rispetto dell'intesa, alla consegna senza restrizioni degli aiuti e del carburante e all’apertura dei valichi per consentire la riattivazione della centrale elettrica di Gaza".

Pena di morte per terroristi, legge approvata in prima lettura

La Knesset ha intanto approvato in prima lettura il disegno di legge sulla pena di morte per i terroristi che uccidono israeliani. La proposta diventerà legge solo dopo tre votazioni. "Sulla buona strada per fare la storia. Lo abbiamo promesso e lo abbiamo mantenuto", ha scritto su X il ministro della Sicurezza Nazionale Ben Gvir.

L'emendamento al codice penale, richiesto dal ministro della Sicurezza Nazionale di estrema destra e approvato dal Comitato per la Sicurezza Nazionale, è stato approvato con 39 voti favorevoli e 16 contrari e potrebbe applicarsi ai palestinesi condannati per attacchi mortali contro israeliani. Sebbene la pena di morte esista per un numero limitato di crimini in Israele, il Paese è diventato di fatto un paese abolizionista: l'autore dell'Olocausto nazista Adolf Eichmann fu l'ultima persona a essere giustiziata nel 1962. Ben Gvir aveva minacciato di ritirare il suo partito Jewish Power dalla coalizione di governo se la legge non fosse stata messa ai voti.

Una dichiarazione del comitato per la sicurezza, che include la nota esplicativa del disegno di legge, afferma: "Il suo scopo è quello di sradicare il terrorismo e creare un forte deterrente". "Si propone che un terrorista condannato per omicidio motivato da razzismo o odio verso il pubblico, e in circostanze in cui l'atto è stato commesso con l'intento di danneggiare lo Stato di Israele... sia condannato alla pena di morte, obbligatoria", si legge nella dichiarazione.

Israele restituisce salme di altri 15 palestinesi

Israele ha intanto restituito alle autorità della Striscia di Gaza le salme di altri 15 palestinesi, nell'ambito dell'accordo sul cessate il fuoco, dopo la riconsegna ieri del corpo del tenente Hadar Goldin, ucciso e rapito da Hamas durante la guerra del 2014. Lo ha annunciato il ministero della Salute controllato dal gruppo islamista palestinese, precisando che la consegna dei corpi è avvenuta con la mediazione del Comitato internazionale della Croce Rossa. Sale così a 315 il numero dei corpi di palestinesi restituiti a Gaza nell'ambito dell'intesa che prevede la restituzione di 15 salme per ogni ostaggio. Secondo Israele, a Gaza restano ancora i corpi di quattro ostaggi.

Primo via libera Knesset a legge su chiusura organi di stampa stranieri

La Knesset ha intanto approvato, nella prima delle tre votazioni richieste, un disegno di legge che consente di chiudere un organo di stampa straniero senza l'approvazione del tribunale. Il disegno di legge punta a rendere permanente il già esistente provvedimento - temporaneo - usato ai primi di maggio 2024 contro l'emittente qatarina Al Jazeera. Il disegno di legge è stato approvato oggi da una maggioranza di 50 sostenitori contro 41 oppositori, tra l'opposizione dei consulenti legali. Parlando al plenum della Knesset, il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi del partito Likud ha spiegato che l'ordine temporaneo è scaduto e quindi la nuova legge deve essere approvata rapidamente. A riferirne è 'Ha'aretz'.

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