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Guerra in Ucraina, le trattative di pace e il ruolo dell’Europa

11 aprile 2025 | 15.50
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Quanto potranno durare ancora le trattative con la Russia per arrivare alla fine della guerra in Ucraina? Per rispondere a questa domanda si può partire da un’indicazione che questa volta arriva dagli Stati Uniti. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che il Presidente Donald Trump non "cadrà nella trappola di negoziati infiniti" con la Russia, aggiungendo che presto sarà chiaro se Mosca è seria riguardo alla pace. "Sapremo presto, nel giro di poche settimane, non di mesi, se la Russia è seria riguardo alla pace o meno", ha detto Rubio dopo la ministeriale Nato a Bruxelles. Quello di Rubio è un approccio più realista di quello mostrato dal presidente americano Donald Trump in tante recenti occasioni. “Ci stiamo avvicinando alla pace in Ucraina perché stiamo parlando con entrambe le parti, ma non abbiamo ancora raggiunto alcun risultato", ha ammesso, ricordando che "la guerra in Ucraina continua e il presidente Trump è interessato a porvi fine". Cosa si muove, invece, sull’altro fronte? Anche la narrazione russa sembra in questa fase meno intrisa di propaganda. "Cauto ottimismo" è arrivato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, che ha parlato con i giornalisti della missione a Washington dell'inviato Kirill Dmitriev, a capo del Fondo russo per gli investimenti diretti. Non solo. Trapela anche un altro elemento che potrebbe alimentare la prospettiva di un passo avanti. La Russia potrebbe accettare alcune garanzie di sicurezza per l'Ucraina, ha fatto sapere lo stesso Kirill Dmitriev, secondo il quale i negoziati a Washington hanno prodotto un certo "risultato positivo". "Alcune garanzie di sicurezza in una forma o nell'altra potrebbero essere accettabili", ha spiegato a Fox News, senza specificare a cosa si riferisse in concreto. Si tratta comunque di un elemento di novità. È la prima dichiarazione in questo senso da parte di esponenti russi. Se Dmitriev è tornato a escludere categoricamente l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, definendolo "completamente impossibile", qualcosa potrebbe muoversi pensando alla presenza di forze di peacekeeping. Va ricordato che Putin ha affermato più di una volta che la pace in Ucraina è possibile solo dopo la sua "smilitarizzazione" e il suo ministro degli Esteri Sergeij Lavrov ha "categoricamente" respinto la possibilità della presenza di truppe dei Paesi della Nato in Ucraina. Kiev, al contrario, insiste sul fatto che non accetterà un accordo di pace senza garanzie di sicurezza nella forma di truppe occidentali, che aiuterebbero a prevenire possibili ulteriori offensive russe. La strada di un compromesso tra le due posizioni sembra l’unica percorribile per sbloccare l’impasse di queste settimane e avvicinare la prima meta, quella di un cessate il fuoco reale. Il tempo resta un fattore chiave e il richiamo di Rubio a Mosca potrebbe essere un avvertimento, prima di arrivare a un vero e proprio ultimatum di Trump. Il presidente americano, impegnato nella guerra commerciale globale aperta con i dazi, ha bisogno rapidamente di incassare qualcosa sul fronte Ucraina. Resta sullo sfondo il ruolo dell’Europa, con la coalizione dei volenterosi voluta da Macron e Starmer che punta a ritagliarsi un compito rilevante in un quadro che, per ora, ha visto intorno ai tavoli di trattativa, separata, solo Mosca, Kiev e Washington.

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