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“Radici condivise”: l’economia sociale ridisegna gli spazi democratici

“Radici condivise”: l’economia sociale ridisegna gli spazi democratici
03 ottobre 2025 | 14.21
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Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio si è svolto il Focus dedicato all’Economia sociale dal titolo “Radici condivise, l’economia sociale ridisegna gli spazi democratici”, nell’ambito della VII edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile.

Firenze, 3 ottobre 2025. L’incontro — moderato dalla giornalista Teresa Scarcella de La Nazione — ha messo al centro il ruolo dell’economia sociale come motore di coesione e partecipazione civica, con i relatori principali Giorgio De Rita (Segretario generale CENSIS), Maurizio Gardini (Presidente Confcooperative) e Gabriele Sepio (docente SNPA e Coordinatore dei Tavoli tecnici del Piano d’azione per l’Economia sociale del MEF).

Il Focus si inserisce nella cornice valoriale dell’economia civile e nel tema generale di quest’anno — “Democrazia partecipata. La sfida delle Intelligenze Relazionali” — che guida l’intero Festival. Un programma pensato per allenare le capacità relazionali come asse portante della democrazia e risposta alle potenziali derive dell’intelligenza artificiale.

Al centro del confronto, la necessità di ricomporre le fratture economiche e sociali del Paese partendo da comunità, prossimità e regole abilitanti. Giorgio De Rita ha ricordato che «l’Italia è un Paese di coriandoli con tante realtà diverse, territori diversi, realtà diverse tra loro. Un Paese così è difficile da regolare. Il tema quindi non è tanto definire regole certe ma disegnare una mappa affinché questi tanti pezzetti colorati trovino il modo per stare insieme a vantaggio di tutti. Oggi assistiamo ad un fenomeno preoccupante che è la scarsa resa dell’investimento sociale: facciamo sacrifici per mandare i figli a scuola e poi siamo costretti a chiederci se effettivamente questo investimento vale la pena di essere sostenuto e lo stesso vale per quanto investiamo nella cura delle persone e nella difesa della sanità universale. Il fatto che l’investimento sociale abbia una scarsa resa è un problema e va risolto».

Maurizio Gardini ha sottolineato il protagonismo dei territori e la funzione anticiclica della cooperazione: «Per capire di cosa parliamo quando parliamo di impresa cooperativa basta pensare alla differenza tra le banche commerciali che chiudono gli sportelli nelle aree che non portano sufficienti profitti per poter distribuire i dividendi e il credito cooperativo che mantiene le filiali aperte anche se generano poco profitto per dare un presidio alla comunità. Questo vale anche per le migliaia di imprese cooperative agricole e sociali che danno lavoro a milioni di persone in Europa: hanno un ruolo fondamentale e servono per ritrovare una prospettiva che è necessaria per di non lasciarci andare alla disperazione, all’atteggiamento che ci fa pensare che non c’è una prospettiva per i nostri figli. Dobbiamo ripartire dal protagonismo dei territori e delle comunità: la cooperazione serve a questo, oltre che per fare tante cose che le istituzioni non riescono più a fare come nell’ambito della sanità, della scuola, del sociale».

Riferendosi alle manifestazioni in corso per lo sciopero su Gaza, Gardini ha aggiunto: «Guardando alle piazze di questa mattina penso che si debba dare forza a questa protesta che deve diventare proposta: ne abbiamo bisogno anche perché non possiamo sperare che la risposta arrivi dalla leadership politica mondiale che non brilla certo per senso di responsabilità».

Per Gabriele Sepio, occorre un quadro normativo mirato che riconosca la specificità degli enti dell’economia sociale: «L’economia sociale lavora per ricomporre le fratture del sistema economico, sociale, culturale. Siamo in una fase delicata, dove serve perimetrare dei modelli vincolanti, forme giuridiche e regole specifiche perché attualmente le imprese sociali agiscono sul mercato con maggiori difficoltà rispetto agli altri operatori. Perciò tutti i Paesi europei stanno mettendo a punto un piano per elaborare regole specifiche per l’economia sociale: l’obiettivo è dare risposte ai loro bisogni specifici e metterle in grado di agire in modo efficiente sul mercato, visto anche che gestiscono interi pezzi dell’economia fondamentali per la società come il welfare e la sanità. Gli enti dell’economia sociale — caratterizzati da centralità della persona, assenza di lucro e obiettivi collettivi — oggi non agiscono con le stesse regole degli altri operatori e perciò sono penalizzati: questo va risolto».

Il Focus “Radici condivise” ha così tracciato una rotta concreta: mettere la persona e le relazioni al centro, rafforzare gli ecosistemi cooperativi e definire regole adeguate per consentire all’economia sociale di sviluppare pienamente il proprio potenziale democratico nei servizi essenziali, dal welfare alla sanità. Una direzione perfettamente coerente con la visione del Festival, che promuove comunità più inclusive, innovative e responsabili.

Il FNEC nasce da un’idea di Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) promosso con Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt – Nuova Economia per Tutti, con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Federazione Toscana delle BCC, Enel, Frecciarossa, Publiacqua e la collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze, SEC – Scuola di Economia Civile, Gioosto e di MUS.E.

Contatti:
Immediapress
Ufficio Stampa FNEC
ufficiostampa@festivalnazionaleconomiacivile.it
+39 3347661138

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