Elezioni in Olanda, vince il partito di Rob Jetten: negoziati per il governo potrebbero durare mesi

Si apre ora la partita più delicata tra le diverse coalizioni

Rob Jetten (Afp)
Rob Jetten (Afp)
31 ottobre 2025 | 13.27
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Dopo la vittoria del partito centrista D66, guidato da Rob Jetten, nei Paesi Bassi si apre ora la fase più delicata che dovrà portare alla formazione di un governo. Il 38enne Jetten potrebbe diventare il più giovane leader della quinta economia dell'Unione Europea.

La durata dei negoziati

Come "da tradizione" nel sistema proporzionale olandese, nessun partito ottiene la maggioranza assoluta, e la nascita del nuovo esecutivo passa attraverso un articolato processo di consultazioni e negoziati che potrebbe durare anche diversi mesi. Il primo passo è la nomina di un cosiddetto 'scout' ('verkenner'), la figura incaricata d'incontrare tutti i leader dei partiti rappresentati in Parlamento per valutare le possibili combinazioni di maggioranza. Lo 'scout' prepara, poi, un rapporto che sarà discusso nella nuova Camera dei deputati, sulla base della quale verrà designato un 'informateur', il vero regista delle trattative. Il suo compito è sondare la disponibilità dei partiti a formare un governo e definire un programma comune. Solo nella fase finale entra in scena il 'formateur', di norma il futuro premier, che dovrà chiudere l'accordo politico e distribuire i ministeri.

Questo percorso, di solito, richiede settimane o persino mesi. Le ultime legislature olandesi si sono insediate, dopo negoziati record, come quello del 2021 che durò 271 giorni. In questa tornata, la frammentazione del voto rende il quadro ancora più complesso: D66 ha vinto di misura, ma dovrà costruire una coalizione con almeno tre o quattro partner per avere una maggioranza stabile.

Le ipotesi sul tavolo

Sul tavolo ci sono diverse ipotesi. La più solida, almeno sulla carta, sarebbe una coalizione centrista formata da D66 (27 seggi), i liberali del Vvd (22), i cristiano-democratici del Cda (15-18)e l'alleanza progressista Verdi-Laburisti Gl-PvdA (20-22): un blocco che garantirebbe una maggioranza di 86 seggi alla Camera e un equilibrio tra centrodestra e centrosinistra. L'unico - non trascurabile - ostacolo, si chiama Dilan Yesilgoz-Zegerius, la leader del Vvd che durante la campagna elettorale ha ripetutamente escluso intese con la sinistra. Alternative più spostate a destra, ad esempio con i conservatori di Ja21 (9 seggi), non garantirebbero la maggioranza né alla Camera né al Senato.

Quanto a Geert Wilders, il leader del Partito per la Libertà (Pvv) non sembra avere margini per tornare al governo nonostante il 26 seggi ottenuti. Tutti i principali partiti hanno già dichiarato di non voler governare con l'estrema destra, dopo l'esperienza della coalizione uscente, crollata dopo neanche un anno per le divisioni interne sull'immigrazione. Wilders, che contesta la proclamazione anticipata della vittoria di Jetten, ha promesso di "resistere con tutte le forze" a un governo guidato dal D66, ma il suo ruolo sembra destinato a restare quello di capo dell'opposizione.

Fino alla proclamazione ufficiale dei risultati, attesa per la prossima settimana, Jetten non potrà avviare formalmente il processo. Ma il suo obiettivo è delineato: costruire una maggioranza "di centro" capace di affrontare i grandi temi del Paese – casa, immigrazione, clima ed economia – e restituire stabilità a una politica sempre più frammentata. Una sfida che, come spesso accade all'Aja, potrebbe richiedere più tempo di quanto non ne sia servito per vincere le elezioni.

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