
Parlando all'Adnkronos, Jonathan Peled ha avvertito che la Gsf è una "chiara provocazione politica", "organizzata e finanziata da Hamas". Ha chiarito inoltre di non ritenere gli attivisti a bordo tutti membri del movimento palestinese, ma solo, "nel peggiore dei casi, disinformati e inconsapevoli".
"L'aiuto che hanno su tutte queste piccole navi è equivalente a un'ora di aiuti umanitari che entrano a Gaza". Così l'ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled, in un'intervista all'Adnkronos, ha liquidato la portata della Global Sumud Flotilla, dopo che gli attivisti hanno rifiutato la proposta italiana di convogliare gli aiuti a Cipro o al porto di Ashkelon. Per Peled, l'operazione "non riguarda i palestinesi né l'assistenza umanitaria, ma è soltanto una chiara, pura provocazione politica", con l'obiettivo reale di "attaccare Israele e il governo italiano".
"Non sto dicendo che tutti quelli a bordo sono Hamas. Molti di questi giovani attivisti sono, nel peggiore dei casi, disinformati e non consapevoli di quello che sta succedendo", ha precisato l'ambasciatore, accusando però Hamas di aver pianificato e finanziato la missione. "Questa non è un'iniziativa spontanea di qualche attivista, ma un'operazione su larga scala, ben organizzata e ben finanziata da Hamas e da altre organizzazioni islamiche radicali", ha spiegato.
"C'è anche la barca di Greta Thunberg, che è stata finanziata da qualcuno: non credo che Greta stia pagando questa cifra per andare con uno yacht a Gaza", ha aggiunto l'ambasciatore, convinto che la missione sia "una provocazione politica molto chiara". Hamas vuole che il mondo aiuti queste barche a entrare in una zona di guerra e la sua guerra è sempre stata una 'propaganda del terrore'". E ha ricordato che il 7 ottobre "i terroristi indossavano telecamere per documentare uccisioni e massacri: questo è il modo in cui opera un'organizzazione terroristica".
Sul ruolo dell'Italia, Peled ha detto di ritenere che "il governo italiano stia facendo quello che è giusto fare", richiamando le prese di posizione della premier Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che hanno sottolineato l'esistenza di "modi migliori per fornire assistenza umanitaria". In questo quadro, ha stigmatizzato anche i ringraziamenti della Flotilla ai sindacati e manifestanti italiani, ribadendo che "il peggio di tutto è che questa missione sia stata finanziata e organizzata da Hamas".
Quanto agli aiuti, Peled ha sottolineato che "stanno entrando a Gaza da settimane: oltre 600 camion al giorno attraverso i principali valichi e dal porto di Ashdod". Il problema, ha spiegato, "non è la quantità, ma il fatto che Hamas impedisce che raggiungano la popolazione, li controlla, li rivende sul mercato nero". Per questo, secondo l'ambasciatore, "il modo migliore per aiutare ora la popolazione è mettere pressione su Hamas, mandarlo via e liberare gli ostaggi. Se Hamas depone le armi e libera gli ostaggi, la guerra finisce domani mattina e l'aiuto può fluire senza ostacoli".
Infine, Peled ha collocato l'iniziativa della flottiglia nel quadro del conflitto in corso: "Ci stiamo avvicinando al secondo anniversario del 7 ottobre ed è importante ricordare perché e come tutto è cominciato. Questa è una guerra continua e solo ieri c'è stato un razzo caduto sulla città di Eilat dallo Yemen, mentre altri sono stati sparati da Gaza e dal Libano. Ogni giorno il 7 ottobre continua. Non dobbiamo dimenticare che noi non abbiamo iniziato questa guerra, non l'abbiamo chiesta, ma purtroppo dobbiamo combatterla perché dobbiamo vincerla".