Gelsomina Vigliotti all'Adnkronos: "Investire nella produzione di energia rinnovabile oggi è la scelta più intelligente, ogni anno investiamo extra-Ue fra gli 8 e i 10 miliardi anche nelle aree di vicinato all'Unione con progetti come 'Elmed' e 'Medusa'"
“Alla Cop30 vogliamo mandare un segnale chiaro e unitario: la transizione verde globale non si ferma, ma procede grazie a solide partnership e a un impegno condiviso, restando saldamente impegnata nel raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050”. A dirlo all’Adnkronos è la vicepresidente della Bei, la banca europea per gli investimenti, Gelsomina Vigliotti. “Ora è il momento di passare all’attuazione, rafforzando la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare nei paesi più vulnerabili. Per questo, la Bei, come membro della famiglia delle Banche multilaterali di sviluppo, lavorerà con la Commissione europea, tramite Team Europe, e i partner internazionali per sostenere i nuovi obiettivi di finanziamento climatico e promuovere una transizione pulita, equa e inclusiva”.
A tal proposito, la vicepresidente della Bei sottolinea come “investire nella produzione di energia rinnovabile oggi è la scelta più intelligente. Siamo stati la prima istituzione finanziaria internazionale a porre fine, già nel 2019, al sostegno ai combustibili fossili. Oggi i fatti ci danno ragione: le energie rinnovabili sono più economiche, più affidabili e fondamentali per la sicurezza energetica globale. Non sono solo buone per il clima, sono anche una scelta intelligente per l’economia e per le persone. Anche perché ogni euro investito oggi in adattamento climatico ci permette di risparmiarne 6 nel futuro”.
Cinque anni fa poi, "nel 2020, abbiamo approvato la Climate Bank Roadmap, la tabella di marcia che ci ha permesso di trasformarci nella Banca del Clima dell’Ue. Ci siamo impegnati a eliminare i finanziamenti ai progetti basati sui combustibili fossili, allineare tutte le operazioni all’Accordo di Parigi entro la fine del 2020, destinare almeno il 50% dei finanziamenti annuali a progetti verdi entro il 2025 e mobilitare più di mille miliardi di euro di investimenti sostenibili entro il 2030. A cinque anni dal lancio della nostra tabella di marcia - spiega ancora la vicepresidente della Bei - abbiamo fatto quello che potremmo definire un vero e proprio ‘tagliando di metà percorso’. Siamo orgogliosi di dire che abbiamo già raggiunto tutti gli obiettivi a breve termine e che, guardando al traguardo del 2030, siamo perfettamente in linea con la tabella di marcia: ad oggi abbiamo già sostenuto 560 miliardi di euro di investimenti green, avvicinandoci all’obiettivo di mille miliardi entro la fine del decennio”.
“Inoltre, con la seconda fase della Climate Bank Roadmap, abbiamo deciso di raddoppiare gli investimenti destinati all’adattamento climatico nel periodo 2026-2030, raggiungendo i 30 miliardi di euro. Per questo – prosegue Vigliotti - nei prossimi anni continueremo su questa strada, concentrandoci sugli investimenti che contribuiscono a rendere l’europea più sostenibile e competitiva. Continuiamo ad investire su quello che funziona e contribuisce a rendere l’Unione europea più competitiva e sostenibile: energia sicura e accessibile per famiglie e imprese, leadership digitale, innovazione industriale, misure di adattamento climatico per rendere più resilienti le infrastrutture più resilienti e per proteggere le persone, senza dimenticare una radicale semplificazione dei processi per raggiungere gli obiettivi più rapidamente e su larga scala”.
Ma i progetti della Bei non sono solo focalizzati sull'Unione Europea: “L’area del Mediterraneo, come quella dei Balcani, viene considerata come ‘area di vicinato Ue’: Il bacino Mediterraneo non è solo un crocevia di sfide globali, quali clima, energia, migrazioni, ma soprattutto un hub di opportunità. Qui possiamo costruire connessioni solide e sviluppare progetti comuni su energia pulita, economia circolare e innovazione digitale. Il ruolo del Mediterraneo è centrale: trasformare le tensioni in cooperazione economica, creando crescita condivisa e soluzioni sostenibili per tutti. La Bei, pur essendo una banca i cui azionisti sono i 27 Paesi dell’Ue, lavora in 160 Paesi, destinando il 10% delle sue attività annua fuori dall’Ue, che si traduce in un volume complessivo di investimenti compreso tra gli 8 e i 10 miliardi di euro l’anno”.
Quella dell’area del mediterraneo, prosegue Vigliotti, può essere intesa come un crocevia per la “crescita per tre settori in particolare: il primo punto riguarda l’energia, il secondo le connessioni, infrastrutture e digitalizzazione mentre il terzo riguarda l’agroindustria e la bioeconomia. Sul tema energetico – spiega la vicepresidente Vigliotti - non si tratta solo di produrre rinnovabili, ma anche di costruire interconnettori moderni, efficienti e sicuri per trasportare energia attraverso il Mediterraneo. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, i flussi energetici andavano da est a ovest; oggi si spostano dal sud del Mediterraneo verso il nord, in Europa. Questo rende strategico investire sia nella produzione di rinnovabili sia nelle infrastrutture di trasmissione per garantire sicurezza e stabilità energetica. Quando invece parliamo di connessioni, infrastrutture e digitalizzazione, parliamo sì di metropolitane, ferrovie, porti o grandi opere, ma non solo: servono infatti anche cavi sottomarini che colleghino davvero il Nord del Mediterraneo con il Sud. La digitalizzazione inoltre è la spina dorsale della competitività: significa reti affidabili, scambio sicuro di dati, e strumenti digitali che rendano più efficiente il commercio, la logistica e i servizi finanziari. Investire in connettività transfrontaliera e cybersicurezza non è un lusso, ma una condizione necessaria per integrare le economie e attrarre investimenti”.
"L’agroindustria e la bioeconomia infine sono settori chiave per la sicurezza alimentare, la riduzione della dipendenza dalle importazioni e lo sviluppo di Pmi locali: sono aree importanti anche per promuovere l’emancipazione femminile e giovanile. Serve puntare su innovazione agricola, tecnologie per l’irrigazione sostenibile, e catene del valore regionali che trasformino prodotti primari in beni ad alto valore aggiunto. Questo crea occupazione e rafforza la resilienza sociale”. Tre i progetti che la vicepresidente della Bei cita come “esempi finanziati nel Mediterraneo: il primo è Elmed, un interconnettore elettrico fra Tunisia e Sicilia che permetterà di esportare energia pulita verso l’Europa. Un altro progetto è Medusa, in cui la Bei ha investito 40 milioni di euro: si tratta di un cavo sottomarino ad alta tensione lungo oltre 7,000km che passa sotto il mediterraneo, collegando oltre 500 università e centri di ricerca europee e nord africane. Infine, sul campo dell’agricoltura, dal 1965 abbiamo investito oltre 85 miliardi di euro fuori dall’Ue per sostenere lo sviluppo agricolo. Tra i progetti recenti – conclude Vigliotti - l’iniziativa in Egitto per aumentare le riserve strategiche di grano e ridurre l’impatto di shock di approvvigionamento, migliorando al tempo stesso nutrizione, salute pubblica e stabilità sociale”. Per finanziare questi progetti, la Bei utilizza “investimenti, prestiti diretti oppure intermediati per raggiungere attraverso i sistemi bancari dei vari Paesi, le realtà delle Pmi, le piccole e medie imprese”.