Migranti, ministro Pakistan a Roma: "Vogliamo promuovere sempre più corridoi legali"

"Ogni Paese adotta politiche che sono nel proprio interesse. Quindi penso che l'Italia faccia lo stesso"

Migranti, ministro Pakistan a Roma:
17 settembre 2025 | 14.57
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"Sono venuto a Roma per dimostrare il nostro interesse, la nostra serietà nel promovere sempre più corridoi legali e scoraggiare l'immigrazione clandestina". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il ministro federale per i Pakistani all'estero e lo Sviluppo delle risorse umane, Chaudhry Salik Hussain, dopo l'incontro con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

La visita, spiega Hussain presso la sede della Stampa estera, ha l'obiettivo di dare seguito al memorandum d'intesa firmato con Piantedosi a Islamabad lo scorso 7 maggio. "E' stato un incontro di follow-up dato che il nostro gruppo di lavoro congiunto si è riunito per la prima volta solo due giorni fa", aggiunge il ministro, che domani incontrerà anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

La preoccupazione dell'Italia per l'immigrazione clandestina, prosegue Salik, "credo dovrebbe essere quella di ogni Paese. Siamo venuti qui per discutere quali sono le strade percorribili e cosa possiamo fare insieme per ottenere sempre più corridoi legali". Riguardo alla politica del governo italiano in materia di migrazione, osserva che "ogni Paese adotta politiche che sono nel proprio interesse. Quindi penso che l'Italia faccia lo stesso".

Il ministro sottolinea che "il Pakistan probabilmente non rientra nemmeno tra i primi cinque Paesi coinvolti in questo traffico illegale di migranti", grazie a una strategia ben definita da parte di Islamabad, che punta a "cercare di affrontare le cose in anticipo, piuttosto che ritrovarci in una situazione problematica. E qualunque siano gli obiettivi e le aspirazioni dell'Italia, stiamo cercando di soddisfarli in modo che il Pakistan possa diventare un Paese preferito dall'Italia quando si tratta di opportunità di lavoro".

Le difficoltà che i migranti pakistani incontrano una volta arrivati in Italia, sottolinea Salik, sono "ovviamente comuni a tutti", a partire dalla "lingua e dalla comprensione delle norme che regolano la società. Per questo stiamo lavorando molto duramente. Ecco perché ho ripetuto più volte che ci concentriamo sulle 'soft skills' affinché quando una persona arriva qui abbia già una buona conoscenza della cultura, della società e della lingua italiana. Penso quindi che queste sfide esistano e che dobbiamo affrontarle e superarle".

Il ministro pakistano non commenta la politica sull'immigrazione dell'amministrazione Trump, spiegando: "Ad essere sincero ogni persona, ogni Paese credo che pensi prima di tutto al proprio interesse". Invece sui rapporti tesi con l'India, evidenzia che il Pakistan "non è mai stato aggressivo". Ricorda infatti che, quando si è verificato "l'incidente in India (l'attacco terroristico a Pahalgam nel Kashmir, ndr)", il Pakistan è stato tra i primi a condannarlo: "Abbiamo ripetuto più volte che, se c'erano prove, dovevano essere mostrate al mondo. Fino ad oggi le autorità indiane hanno solo affermato che dietro ci fosse il Pakistan, senza alcuna prova. Penso che collaborare sia l'unica strada da seguire, soprattutto quando si è vicini - conclude - Abbiamo sempre desiderato avere rapporti buoni e amichevoli con l'India".

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