"Minacce fondamentaliste", annullata proiezione di Barbie nella banlieue di Parigi

La proiezione all’aperto del film Barbie prevista a Noisy-le-Sec per lo scorso 8 agosto è stata annullata dopo che un gruppo di giovani ha minacciato gli agenti comunali e i presenti

Barbie, il film - Fotogramma /Ipa
Barbie, il film - Fotogramma /Ipa
14 agosto 2025 | 21.29
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A Noisy-le-Sec, nella banlieue di Parigi, la proiezione all’aperto del film Barbie prevista per lo scorso 8 agosto è stata annullata dopo che un gruppo di giovani ha minacciato gli agenti comunali e i presenti. Il sindaco di sinistra Olivier Sarrabeyrouse ha spiegato che la decisione è stata presa per tutelare la sicurezza, denunciando un’"estrema minoranza di delinquenti" mossi da "argomenti fallaci, oscurantismo e fondamentalismo strumentalizzati a fini politici". L’evento, parte della programmazione estiva del comune e scelto dagli abitanti del quartiere del Londeau, avrebbe dovuto essere un momento di socialità e coesione, si legge su Le Figaro.

Secondo il primo cittadino, alcuni presenti avevano accusato il film di "nuocere all’integrità delle donne" e di "mettere in evidenza storie di personaggi lesbiche, gay, bisessuali e transessuali", respingendone i temi femministi. Le minacce - "impediremo la proiezione e distruggeremo l’attrezzatura" - hanno reso la situazione "aggressiva" e spinto all’annullamento della serata. La vicenda ha scatenato polemiche politiche: da destra, critiche per una presunta resa agli "integralisti islamisti"; mentre da sinistra, la deputata Aurélie Trouvé ha espresso sostegno al sindaco. La ministra della Cultura Rachida Dati ha parlato di "grave violazione" della libertà artistica e annunciato una denuncia.

Anche il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha condannato le pressioni, dichiarando che "in Francia non esiste la polizia dei costumi e della virtù" e definendo "inaccettabile" il cedimento a rivendicazioni comunitarie. Sarrabeyrouse ha confermato di aver sporto denuncia e ha ribadito che "a Noisy-le-Sec non ci sono zone di non-diritto culturale". La procura di Bobigny ha aperto un’inchiesta per minacce, violenza o atti di intimidazione.

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