
Per il capo dei servizi segreti italiani è necessario condividere informazioni tra alleati e aumentare la consapevolezza pubblica per affrontare i nuovi rischi. Il tema sul tavolo del G7
Un solo Stato "non può fare la differenza" nella lotta alle minacce ibride: serve fare sistema con Paesi che condividono le stesse idee e gli stessi valori. Ne è convinta Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e sherpa del G7 a guida italiana. Parlando alla conferenza Ocse sulle risposte all'influenza estera nelle società aperte, il capo dei servizi segreti italiani sottolinea che la resilienza passa da cooperazione e consapevolezza.
Tutti i governi devono rendersi conto che esistono minacce transnazionali e intersettoriali, spiega Belloni dal palco di Palazzo Lombardia. Le aggressioni ai Paesi democratici possono passare da canali non convenzionali come le ondate migratorie e le catene di approvvigionamento. Un'eccessiva dipendenza consente ad attori ostili di "imporre politiche economiche coercitive", come ha insegnato il ricatto energetico russo all'Europa all'inizio dell'invasione dell'Ucraina.
Come ricorda la direttrice del Dis, il Servizio europeo di azione esterna (Eeas) ha pubblicato un elenco di circa 750 incidenti rilevati nei processi elettorali europei. La soluzione? "Dobbiamo trovare degli antidoti all'interno dei sistemi democratici digitali", continua, indicando due prerequisiti fondamentali per affrontare queste nuove minacce.
C'è bisogno di una maggiore consapevolezza del rischio di minacce ibride, da parte dei governi, dei partner e dei cittadini. Questa soluzione passa anche dal rafforzamento della media literacy e della fiducia nelle istituzioni. E serve aumentare la cooperazione, spiega Belloni: "l'azione di contrasto si basa sulla conoscenza, la valutazione sulle informazioni, quindi è necessaria la cooperazione tra Paesi che condividono le stesse idee".
La resilienza contro queste minacce era "in cima alle priorità del G7" a guida italiana. Sede in cui i Paesi nel gruppo hanno discusso il rischio implicito nelle nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale (che presenta grandi opportunità per lo sviluppo ma rischi acuti se non gestita correttamente, ricorda Belloni).
Da parte sua, Roma si sta impegnando ad aggiornare costantemente la legislazione sul Golden power, lo strumento in mano a Palazzo Chigi che permette di proteggere l'interesse nazionale da interferenze e acquisizioni straniere. "La sicurezza economica è molto legata alla sicurezza nazionale", sottolinea la direttrice del Dis, puntualizzando che serve attenzione nel bilanciare interesse nazionale, stabilità e sicurezza con la necessità di mantenere l'apertura del mercato e gli adeguati standard democratici.